Del terno il Lotto - Evans precede Contador e Valverde
Per un po' c'eravamo illusi di assistere ad una cronometro da vivere con palpitazione, emozioni da vivere sul filo del rasoio dove anche i centesimi cominciavano a pesare come macigni. Abbiamo avuto il tempo di entusiasmarci e, al tempo stesso, anche un po' rammaricarci per un Vincenzo Nibali in palla, che aveva fatto segnare il miglior tempo dopo i primi 3 chilometri e che poi sul traguardo si era arreso per appena 46 centesimi al belga Rosseler, che già da diversi minuti aveva preso la leadership di una classifica in cui i distacchi erano misurati in non più di 4-5 secondi tra i vari atleti che man mano andavano a concludere la loro fatica.
Non potevamo sapere che la cronometro di Nancy, distribuita su 12 chilometri di certo non tra i più tranquilli, con i primi 2 e mezzo in salita ed i restanti fatti di una rapidissima discesa, curve ed un vento forte quanto basta per costituire un'insidia in più, ancora doveva cominciare, nonostante in cento e passa l'avessero già conclusa. O meglio, si è conclusa la gara normale ed è iniziata quella "hors categorie" allorquando un violento squarcio sotto le sembianze di Cadel Evans ha improvvisamente riscritto il copione di giornata. Meno male che la stagione della Silence-Lotto finora non era stata tra le più memorabili alla voce successi, meno male che Cadel si era presentato qui sì per ben figurare, ma soprattutto per rifinire la preparazione verso quel Tour de France che finora ha contribuito a dipingergli il ritratto di meraviglioso perdente. E meno male che ogni qualvolta Alberto Contador parla di gara fatta in preparazione di un'altra, un sincero sorriso comincia a scapparci di gusto in maniera sempre più frequente, perché se i presupposti sono questi il posto in poltrona per la crono di mercoledì prossimo a Valence e per le ultime tappe di questo Critérium du Dauphiné 2009 va prenotato seduta stante.
Dicevamo che è cominciata un'altra gara con la partenza di Cadel e Alberto, una contesa tra due stili diversi che questa volta ha finito per premiare la potenza dell'aussie fatta di fendenti micidiali fin da subito, dal momento che il primo rilevamento parlava di 5" nel tratto in salita che teoricamente doveva favorire maggiormente il tricampeon dei grandi giri, contro la consueta agilità e serie di pedalate vorticose di Contador. Ottima prima parte di crono per Evans, straordinario il finale col cronometro che si ferma sui 15'36" ad una media di 46 orari, con il leader Rosseler spodestato di ben 33". Per Contador si capisce che sarà impresa ardua trovare un nuovo alloro a cronometro in questa stagione ma comunque gli 8 secondi pagati al traguardo in una giornata come questa possono tranquillamente equivalere ad un successo, visto il primo solco di distacchi scavati con i vari avversari.
In tutto questo l'ideale terzo incomodo del giorno si è rivelato il vincitore uscente della gara Alejandro Valverde, che in barba agli italici giudizi che per due anni hanno sancito che di lui non si debba vedere neppure l'ombra nel nostro territorio e nell'eterno dubbio se mai in questa storia ci si capirà definitivamente qualcosa, continua a mostrare sprazzi di talento e dopo aver vinto la Vuelta a Catalunya è giunto nuovamente in Francia per cercare una nuova soddisfazione, visto che basteranno neanche cento chilometri di gara su oltre tremila complessivi a costringerlo a vedere anche il Tour in tv. Per il murciano 23 secondi di ritardo dopo una buona partenza (7" peggio di Evans al primo rilevamento) e la soddisfazione di agguantare un Devolder oltremodo deludente (quasi un minuto e mezzo per il due volte vincitore del Fiandre) all'ultimo chilometro.
Visto che siamo in tema di "reietti" diciamo pure che il Delfinato vede nuovamente Tom Boonen riattaccarsi il numero dietro la schiena dopo le note vicende ma sospeso anche lui in quel limbo pre-Tour (risolto, lo ricordiamo, con l'esclusione dalla Grand Boucle dello scorso anno) che solo Aso e UCI possono risolvere, si spera, con il buon senso. Intanto Tornado Tom rientra e si ferma a 1'12" di ritardo.
Abbiamo accennato in apertura all'ottimo Nibali odierno, che termina 5° a 34" ma soprattutto può guardare fiducioso al suo percorso di preparazione al Tour, in cui oltre alle proprie certezze dovrà convivere anche con la verve di un Kreuziger scalpitante e di un Pellizotti che, partendo inizialmente con l'obiettivo di un successo di tappa, potrebbe diventare strada facendo mina vagante. Il siciliano può comunque godersi la buona prestazione inaugurale anche per il prosieguo del Delfinato, prosieguo che invece si fa già decisamente più complicato per Ivan Basso. Già il Giro d'Italia ci aveva fornito determinate risposte circa quella cadenza di pedalata e abitudine allo sforzo da ritrovare nelle prove a cronometro e la prestazione di oggi ne è ulteriore conferma: prestazione accorta, fatta di attenzione per non prendere rischi eccessivi nelle curve ma alla fine 1 minuto tondo accusato sulla linea del traguardo. Occorrerà lavorare, il prossimo imminente test potrebbe fornire ulteriori indicazioni su questa direzione ma già l'annunciata decisione di voler prendere parte alla prova contro il tempo nella Settimana Tricolore sta a significare che non è certo la buona volontà a mancare.
Detto tutto ciò non resta che rilevare i piazzamenti di Rabon, Knees, Vaugrenard, Gutiérrez e Millar a completare la top-ten e i cui distacchi oscillano tra i 34" e i 37"; che dire che l'altro grande sconfitto tra gli uomini di classifica per quest'oggi si chiama Robert Gesink (che paga 1'02" per una Rabobank nel complesso deludente, col solo Clément a fornire una prova discreta) e che il campione del mondo di specialità Grabsch ha accusato un ritardo di 55" dopo essersela vista brutta per una repentina sbandata in discesa, poco prima di una curva. Per esser l'inizio si può dire che ci sia già tanta roba...