Cunego, terzo posto di speranza - Le pagelle della Freccia Vallone
Rebellin – 10
Ogni parola di troppo diminuirebbe la sua grandezza. Appena ripresosi dall'influenza, centra la terza Flèche della sua ricca carriera. 37 anni, quasi 38. Risplende.
Cunego – 7
Se sommiamo il terzo posto di oggi al quinto di domenica scorsa, emerge che - non foss'altro che per la continuità - Damiano è sempre un personaggio centrale nelle corse valloni. Una conferma, così come Huy si conferma un muro ancora un po' indigesto per il veronese. Ma fa terzo, in rimonta, dopo aver vissuto un momento di appannamento ai 400 metri ed aver come al solito (in questi casi) ripreso nel giro di poche pedalate il giusto ritmo. I presupposti per una Liegi davvero importante ci sono tutti.
Scarponi - 7
Una delle pedine fondamentali della Diquigiovanni-Androni (voto alla squadra: 8,5, quando il collettivo è migliore della somma dei singoli che lo formano). Attacca ad Ahin, dopo che Serpa (7 anche al colombiano) è stato ripreso, e porta via con Pfannberger e Joaquím Rodríguez un buon terzetto che poi diventa un interessante sestetto (quando si aggiungono Kreuziger, Tiralongo e Kroon). Intanto dietro Rebellin se ne sta tranquillo in attesa di Huy...
Evans – 6
L'uomo che impone il ritmo che fa la differenza sul Mur d'Huy è lui. Ma poi quando gli altri tirano fuori l'arma vincente, lui si ritrova spuntato: triste consuetudine per un corridore che meriterebbe, almeno una volta, un grande successo.
Andy Schleck – 8
Cresce ogni giorno che passa, miscela una potenza da treno con la leggerezza felpata del suo stare in bici, e si avvicina alla Liegi con la miglior condizione. Conquista il secondo posto, ma in pochi oggi avrebbero battuto Rebellin su quel terreno - e men che meno lui, che non è certo veloce.
Valverde – 4,5
Un po' meglio rispetto all'Amstel, almeno qui agguanta un settimo posto che un po' di prospettive gliele dà. In ogni caso, se fosse un altro non gli daremmo un soldo bucato; ma lui è Aliejandro, e vedrete che domenica a Liegi si parlerà molto di lui.
Sánchez González - 6,5
Quarto al traguardo. Anche lui, come il connazionale di Las Llumbreras, sta iniziando a lanciare occhiate cupide alla Doyenne.
Liquigas – 5
Kreuziger ci prova attaccando da lontano, con Ivanov e altri due o tre colleghi, ma il tentativo ha vita breve; e poi è con Scarponi nel finale; Nibali insegue proprio il gruppetto di Scarponi ai 10 km ma rimbalza all'indietro. Ai 43 km era stato Agnoli a mettere la testa davanti, in una fuga a 17 che però era implosa anch'essa nel giro di pochi minuti. Gli ordini d'arrivo sono impietosi come condanne, ma domenica alla Liegi c'è spazio per qualche rivincita.
Gasparotto - 7
Prepara il terreno a Cunego con una serie di belle azioni, prima in fuga ai 43 km, poi ancora ai 12, quando il suo ritmo sulla Côte de Ahin rimescola tutte le carte.
Ivanov – 6
Dopo la sbornia di domenica si fa comunque vedere all'attacco dopo la Côte de Bohisseau e porta a casa un 13esimo posto. Complimenti per la continuità.
Moreau – 7
Tra i due uomini in fuga sin dal mattino (6 al giapponese Beppu), è chiaramente il faro. Tiene fino a 24 km dalla conclusione, era partito al km 7, in totale fanno 165 a prendere aria in faccia. Niente male.
Marco Grassi
