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Bravo Rebellin, Cunego opaco - Le pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi

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Andy Schleck - 10 con lode
Uno così rischia pure di rendere superlfuo il giudicare gli altri corridori, vista la superiorità. Parte sulla côte de Roche aux Faucons e già non lo vede più nessuno; poi quando riparte, dopo aver raggiunto i primi inseguitori di Gilbert, fa il vuoto in un modo quasi impensabile. Da lì in poi è una cavalcata senza fronzoli e senza errori. Si tiene Gilbert accanto per un po', ma poi lo pianta in asso nella seconda parte di una côte giovane, giovanissima (è nel percorso dall'anno scorso), ma già decisiva. Scollina con 22" di vantaggio, dopo 5 km ne ha 43", dopo altri 5 - ai piedi del Saint-Nicolas - ne ha circa 1'30". Un trionfo bellissimo e meritato. Benvenuto tra i Grandissimi, Campione! 

Team Saxo Bank - 10
Si può dire di Riis ciò che si vuole per il suo passato burrascoso e per il suo presente non limpidissimo (ma potete sostituire il cognome del danese con quello di tantissimi manager in gruppo), ma in ammiraglia l'ottimo Bjarne è - appunto - ottimo. Conduce il team ad una vittoria magnifica, dapprima muovendo Chris Sørensen sulla côte de la Vecquée (ai meno 52), poi muovendo Kolobnev (e Kroon, di rimessa) sulla côte della Redoute, mettendosi in superiorità numerica in un gruppo davvero interessante a meno di 30 km dall'arrivo. E poi il modo in cui gli stessi Kolobnev e Kroon, nonché un maestoso Frank Schleck (domenica scorsa pareva in fin di vita, lo ritroviamo pimpante e decisivo: 7,5) tarpano le ali (già poco spiegate di loro) agli inseguitori di Andy è quasi da Libro Cuore. Ora a Bjarne chiediamo l'impegno di non indirizzare il giovane Andy verso le classiche stagioni monche dei cosidetti "big": il ragazzo vuol correre il Fiandre, la Roubaix, vuol tornare al Giro per vincerlo; insomma, non lo cresca a pane Liegi&Tour, perché sarebbe un attentato al ciclismo.

Gilbert - 8,5
Sullo Sprimont sembra un ossesso: dà una rasoiata che spacca le gambe a gruppo e fuggitivi, che pure non sono gli ultimi arrivati. L'obiettivo era scollinare con i migliori sulla Roche aux Facons, e il suo piano non si completa solo per mano (anzi, gambe) di quell'altro ossesso di Schleckino. Non riesce ad accodarsi al lussemburghese (che tanto l'avrebbe comunque piantato sul Saint-Nicolas), ma poi conquista un 4° posto allo sprint - pur perdendo al fotofinish da Rebellin, roba da raccontare ai nipoti - che dà parecchio lustro alla sua primavera, visto anche il podio del Fiandre.

Rebellin - 8
Già, Rebellin, una Freccia e un 3° alla Liegi a quasi 38 anni, roba da raccontare non solo ai nipoti, ma anche ai pronipoti di quegli stessi nipoti. Però un piccolo rimpianto personale ce l'abbiamo, visto proprio il successo ottenuto già mercoledì: perché non provare ad andare dietro ad Andy? Lì doveva (provare ad) entrare Davide, non Scarponi (un po' più nascosto rispetto alla Freccia, ma comunque bravo: 6), che invece doveva muoversi - ma non l'ha fatto - sul gruppetto di Gesink, Kreuziger, Kroon, Kolobnev & co.

Joaquím Rodríguez - 8
All'ultimo chilometro piazza l'allungo buono che gli vale il 2° posto, ma già prima era stato bravo, vigilando su Scarponi ed Ivanov e provando a dare una mano a Valverde nelle operazioni di ricucitura in testa agli inseguitori del giovane lussemburghese. Sul Saint-Nicolas è più pronto del suo capitano a seguire Evans prima e Rebellin poi e forse prende coscienza che sì, avere Valverde in squadra può toglierti qualche peso dalle spalle, ma forse ti toglie anche parecchie possibilità di correre un po' più alla sparagnina, un po' più alla JRO.

Serguei Ivanov - 7,5
Ci tocca la conta degli "addormentati" nel momento dello scatto di Schleck, che pure forse non sarebbe riuscito a tamponare nessuno - visti i 20 km successivi - ma che però necessitava di una reazione diversa, e non di un contrattacco 2 km dopo. Il russo è comunque un cagnaccio, e col 5° posto finale ottiene il suo miglior piazzamento in una corsa che negli anni passati non gli aveva mai sorriso.

Gerrans - 7
Quando poco meno di un anno fa vinse la tappa di Prato Nevoso al Tour de France in tanti storcemmo il naso, visto che ci aspettavamo la battaglia degli uomini di classifica che invece non ci fu. Completa la sua campagna delle Ardenne con il 6° posto alla Liegi dopo il 7° all'Amstel e l'8° alla Freccia. Complimenti vivissimi.

Vaugrenard, Dupont, Gautier - 6,5
Linfa (semi)nuova per la Francia, grazie a Benôit (8° all'arrivo), Hubert (in fuga dal mattino e poi ancora nel contrattacco di Gesink, Kreuziger e gli altri) e Cyril, che ha provato - senza fortuna - a scollinare primo sulla Redoute (sarà Kolobnev a togliergli la soddisfazione) e che solo un anno fa vinceva i campionati europei tra gli under 23. Motivi di soddisfazione per una Nazione che è alla disperata ricerca di buoni corridori da tifare.

Marcel Wyss, Sijmens - 6
Menzione anche agli alti due fuggitivi - oltre Dupont e Gautier - della prima ora, che pure si arrendono prima dei transalpini al ritorno rabbioso del gruppo.

José Serpa - 6
Torna bene su Kolobnev appena terminata la Redoute, poi però è sfortunato perché scivola curvando a sinistra ai meno 21 km dall'arrivo.

Jakob Fuglsang - 8
È importantissimo (con Larsson e Nicki Sørensen) sulle prime côte di giornata, tenendo il ritmo altissimo sia sulla Rosier che sulla Vecquée. Sentiremo spesso parlare dell'ex Campione del Mondo tra gli under 23 nella mountain bike.

Gesink - 5 Si muove in ritardo per riportarsi su Kolobnev, Serpa, Kroon, Kreuziger, Egoi Martínez e Dupont ai meno 34, raggiungendoli solo dopo 2 km di faticoso inseguimento solitario. Una volta ripreso si spenge, dimostrando di non aver recuperato granché dallo stiramento patito all'Amstel. La Rabobank però trova il 14esimo posto di Freire (6+), che fa il paio con l'11esimo di un anno fa; cosa da non sottovalutare

Van den Broeck - 4
Peggio di Gesink riesce a fare solo Jurgen, che si muove ancora dopo rispetto all'olandese (ai meno 31) e rimane per 2 km a bagnomaria, per poi venire riassorbito sullo Sprimont senza aver nessuna possibilità di dare una mano a Gilbert, che pure ne aveva bisogno. Era segnalato in gran forma, l'ha gestita malissimo.

Gasparotto - 6
Aveva una forma che gli poteva consentire di disputare queste corse da protagonista, visto che ai meno 6, sul Saint-Nicolas, ha provato addirittura a fare il vuoto per prendersi un posto sul podio. Non ce l'ha fatta, ma la sensazione è che Enrico sia stato speso male per tutta la campagna delle Ardenne.

Cunego - 4,5
La sua Lampre tira anche un bel po', dapprima per riprendere Chris Sørensen, Devenyns e Gerdemann, poi per riportare il gruppo sui 7 attaccanti post-Redoute. Tiralongo entra anche in un'azione che nasce ai meno 26 alle spalle di Gilbert, mentre Manuele Mori è il "mulo" destinato al lavoro più sporco. Ciononostante, Cunego è invisibile: sulla Roche aux Faucons attende Rebellin e Frank Schleck per muoversi, sul Saint-Nicolas va dietro prima ad Evans e poi ancora alla coppia Rebellin-Schleck sr, seppur pagando qualcosa prima dello scollinamento. Poi ci provano Samuel Sánchez (ai meno 3, all'arrivo sarà 10°: 5,5 per lui), Rebellin al chilometro e mezzo (con Cunego ed ancora Frank Schleck alle calcagna) e JRO sotto la flame rouge, ma lui continua a restare con le gambe incrociate, non provandoci mai. Nella volata per il 3° posto giunge non solo dietro a Rebellin e Gilbert, ma pure ad Ivanov e Gerrans, ottenendo un 7° posto che dice tutto e non dice niente. È parso troppo in balìa degli eventi.

Valverde - 4
Mezzo voto in meno rispetto a Cunego perché Alejandro ne ha già vinte due, di Liegi, e quindi sa come si fa. Evidentemente il 7° posto alla Freccia aveva tratto in inganno, perché il murciano non è parso in gara con la stessa condizione di un anno fa, quando fu capace di restare agganciato - seppur raschiando tutto il barile - alle rasoiate di Frank Schleck sul Saint-Nicolas. Sempre anonimo, anche se JRO salva la baracca in casa Caisse.

Evans - 5
La sua squadra è più attiva, visti Van den Broeck e Gilbert, poi Vanendert prova ad aiutare l'australiano, che però aspetta il Saint-Nicolas (ai meno 5,5 km) per piazzare un timidissimo tentativo di allungo che non gli porta alcun beneficio. Dopo la Freccia era stato criticato parecchio dal compagno di squadra vallone Gilbert, che oggi ha evidentemente fatto corsa a sé. Campanello d'allarme in casa Silence.

Basso - s.v.
Era arrivato a Liegi dal Trentino con un aereo privato Liquigas, insieme a Pellizotti. Nessuno dei due si è visto, anche se il varesino ogni tanto la testolina fuori aveva provato a metterla sulla Rosier e sulla Redoute, occupando le posizioni di testa senza mai dar l'impressione di voler fare alcunché. In casa Liquigas si è giocata la carta Kreuziger da lontano, con Nibali poi intruppato al 39esimo posto per via di una volata un po' sporcata da un contatto con un Frank Schleck già esultante da parecchi minuti.


Mario Casaldi

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