100 di questi Centenari! - Chi sarà il successore di Fabian?
La stagione è iniziata da un pezzo e sono stati già serviti i primi antipasti delle sfide che infuocheranno questo 2009. Nonostante ciò, tutti la stiamo attendendo con la gioia e la trepidazione che merita: la Milano-Sanremo, edizione numero cento, attira su di sé tutto il fascino ed il prestigio degno di una Classica, non per nulla è detta il Mondiale di Primavera. Si correrà il primo giorno di primavera, sabato 21 marzo, ed in quella giornata si potrebbero veder fiorire le prime, vere schermaglie tra i protagonisti di una stagione.
Si partirà dalla periferia milanese, dopo il tradizionale raduno al foglio firme presso il Castello Sforzesco, luogo dal quale si aprirà la lotta. Il percorso rappresenterà una novità, sebbene immutato dall'anno scorso. Una novità, in quanto dodici mesi fa la "Sanremo" ribaltò la sua reputazione, mutando da Classica quasi esclusivamente dedicata ai velocisti e poco adatta a colpi di mano a corsa aperta ed incerta.
La salita delle Mànie, inserita come alternativa per superare Capo Noli (chiuso a causa di una frana) fece male a molte ruote veloci, Cancellara diede la mazzata finale al gruppetto, che a 2 km dal traguardo non lo vide più sino a che salì sul podio. Con il ripristino della regolare circolazione sulla Via Aurelia e su Capo Noli si pensava ad un ritorno alla tradizione per la "Sanremo", con le Mànie accantonate temporaneamente, se non buttate nel dimenticatoio definitivamente, come già accadde al blando Bric Berton, che nel biennio 2001-2002 sostituì il passaggio sul Turchino (reso intransitabile anche allora da una frana). Per fortuna così non è stato ed RCS, con grande sorpresa di tutti, ha deciso di riproporre quell'interessante dentello di 4,6 km al 6,8% di pendenza media (con tratti anche al 14%) che, seppur distante 98 km dall'arrivo e non impossibile da superare, potrebbe far nuovamente male a molti. L'anno scorso Le Mànie sfiancarono il gruppo sia per l'andatura che gli uomini della Lampre, Bruseghin su tutti, imposero sulla salita, sia perchè forse troppi velocisti puri la presero sotto gamba.
Quest'anno i principali pretendenti alla corsa hanno provato più volte il percorso, sanno che la Milano-Sanremo non è più una Classica riservata solo a loro e di conseguenza si le squadre si sono attrezzate, non puntando tutto sugli sprinter, ma inserendo tra gli otto portacolori uomini di fatica e uomini che possano scattare su Cipressa e Poggio, magari per portare via un drappello e giocarsi la vittoria in una volata ristretta. Azione permessa dal posizionamento del traguardo, che non ritorna, come tradizione vorrebbe, in Via Roma, ampia e facile alla rimonta dei "treni", ma resta sul Lungomare Italo Calvino, che - così stretto - alla vista pare invitare ad evitare un arrivo a ranghi compatti.
Parola d'ordine: sfiancare i velocisti affinchè non riescano ad esser brillanti nel finale. Facile a dirsi, ma teniamo conto che al giorno d'oggi gli sprinter che non digeriscono più che bene le brevi salite non sono poi molti. E così un corridore come Petacchi (forse l'uomo da battere insieme a Boonen) potrebbe stringere i denti (e lo farà!) quando la strada si inerpicherà per poi liberare la potenza esplosiva negli ultimi metri di gara, oppure giocare la carta Di Luca, preziosissimo compagno di squadra con la licenza di scattare e far male. Stesso discorso vale per tutte quelle formazioni che ambiscono alla vittoria e che da quest'anno non puntano più ad arrivare solamente allo sprint, escludendo così eventuali colpi di mano. La Liquigas punterà su Bennati, ma ha un Basso e soprattutto un Pellizotti da buttare nella mischia; similmente una formazione come l'Acqua&Sapone si appoggerà su Garzelli, tenendo conto di Paolini per l'arrivo in volata. Ancora: Pozzato e Cavendish saranno i riferimenti di due squadre piene di punte come Katusha e Columbia-High Road, mentre la corazzata Quick Step lavorerà per Boonen, che a 28 anni non ha mai cantato vittoria a Sanremo (e, possiamo scommetterci, ne ha una voglia matta), ma Allan Davis e soprattutto il prezioso e pimpante Chavanel potranno scompaginare le carte in tavola, se il belga non si sentisse al top. A proposito di uomini non in gran forma per un motivo o per l'altro, c'è purtroppo da aprire il capitolo assenti, più lungo e spiacevole del previsto.
Se infatti è cosa nota che Oscar Freire non sarà al via della Classicissima (per il tricampeon del mondo è stata fatale la caduta alla quarta tappa del Giro di California con relativa doppia frattura delle costole), purtroppo anche Alessandro Ballan non porterà i colori iridati nella città dei fiori (colpito dal citomegalovirus, il veneto è in dubbio anche per tutte le altre classiche di primavera e per il Giro). Persino il vincitore della Sanremo 2008, lo svizzero Cancellara, non al meglio della condizione, non sarà alla partenza a Milano, preferendo recuperare dagli acciacchi che gli hanno fatto saltare l'Eroica e costretto al ritiro alla Tirreno-Adriatico e presentarsi in condizioni più decenti al Fiandre ed alla Roubaix.
Dodici mesi fa questi tre grandi assenti erano nel gruppetto di testa e si giocarono la corsa fino all'ultimo; sabato saranno costretti a guardarla in tv. Stessa sorte per Frank Schleck, fermato da un incidente in allenamento (con tanto di punti di sutura al mento) occorsogli mercoledì e determinato a tornare in piena forma per le Classiche di Primavera, pena saltare la Sanremo. Saxo Bank decimata, che sarà costretta a puntare su Andy Schleck, apparso non brillantissimo alla Tirreno–Adriatico, e su Matti Breschel in caso di volata, non dimenticandoci uomini d'esperienza come O'Grady, Kroon ed Arvesen.
Non mancano però le primedonne, basterà solo la presenza di Lance Armstrong per smuovere frotte di giornalisti da tutto il mondo. Il sette volte vincitore del Tour ha già chiarito che non punterà alla vittoria, ma il suo nome nella starting list non può passare inosservato, anche solo per vedere come si comporterà l'americano sulle strade italiane, con quale condizione si presenterà al via, se piazzerà uno scatto, anche vano, sul Poggio o sulla Cipressa (altamente probabile che lo faccia).
La attendiamo con ansia, questa Milano-Sanremo, proprio come si attende una Classica prestigiosa che arriva ad un compleanno importante, la sua centesima edizione. La attendiamo con la passione di chi, reduce dalle sfide avvincenti e mai scontate di inizio anno, vorrebbe che tutte le corse del 2009 fossero così incerte. La attendiamo per scoprire se il vincitore numero cento sarà un velocista portato in carrozza al traguardo, uno sprinter virtuoso o, ancora, se uno dei tanti uomini in forma ammirati sulle strade italiane e francesi (ma notiamo che almeno da una ventina d'anni il vincitore della Sanremo non esce sulla ruota di Nizza) saprà anticipare tutti e prendersi la gloria immensa.
Quel che è certo è che, come ogni anno, la sera prima saremo emozionati come se dovessimo correrla noi, la Classicissima, e sabato pomeriggio avremo il cuore in gola ed il petto gonfio di felicità o tristezza, come se i vincitori o gli sconfitti fossimo proprio noi, che dei nostri eroi a due ruote possiamo soltanto ammirare le gesta.