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Vale Bastianelli: «Sogno l'olimpiade» - Ecco la ventunenne marchigiana della Michela Fanini

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Determinazione, consapevolezza, simpatia, il tutto racchiuso in un fisico minuto da grimpeur di razza. Questa, in poche parole, è Valentina Bastianelli, marchigiana di Camerata Picena, in provincia di Ancona, che quest’anno, dopo i successi nelle categorie giovanili, tra i quali spicca la breve corsa a tappe Dall’Adriatico al Tirreno conquistata nel 2005, è approdata nella categoria Élite nella formazione toscana S.C. Michela Fanini Record Rox. Con molta disponibilità ci aiuta a conoscerla meglio.
Valentina, iniziamo con una presentazione ed un riassunto del tuo percorso ciclistico maturato finora.
«Mi chiamo Valentina Bastianelli e corro da quest’anno nella Michela Fanini. Il prossimo 4 dicembre compirò 20 anni ed ho iniziato a gareggiare quando ne avevo 6, nel Pedale Chiaravallese. A 14 anni, quando ero Esordiente secondo anno, ho iniziato a correre presso squadre femminili: per tre anni ho corso nel G.S. Osimo Stazione e poi ho militato nella squadra lombarda Desenzanese».
Come ti sei avvicinata al ciclismo?
«Era una passione di famiglia. Mi è stata tramandata da mia nonna e mio padre, che si recavano sempre a vedere le gare».
In questa stagione sei giunta nel mondo professionistico. Com’è stato l’impatto con le Élite?
«Il passaggio è stato molto forte poiché comporta diversi cambiamenti, a partire dal chilometraggio e dal ritmo di gara. Inoltre anche i percorsi sono molto più impegnativi».
Il tuo esordio tra le Élite era già avvenuto lo scorso anno, giusto?
«Nel 2006 ho disputato alcune gare nazionali, ma soprattutto ho preso parte a due prove di Coppa del Mondo, a Berna e Plouay, con la Nazionale italiana».
In proposito, condividi la scelta tecnica di far disputare con la Maglia azzurra alcune gare tra le Élite a ragazze che militano ancora nella categoria Juniores?
«È una scelta che certamente condivido, perché serve ad arricchire l’esperienza ciclistica».
Quali sono le tue caratteristiche?
«Io mi definisco principalmente una passista scalatrice, ma quando mi trovo in gruppi ristretti riesco a disputare anche buone volate».
La Michela Fanini è una formazione abbastanza giovane nel suo organico. Come ti trovi, e con chi hai legato maggiormente?
«Mi trovo molto bene, anche perché la maggior parte delle ragazze le conoscevo già. Sicuramente ho legato maggiormente con le mie coetanee Marika Plagenzi e Veronica Alessio, inoltre ho legato moltissimo anche con Jennifer Fiori. Comunque, anche con le più grandi non sono stata da meno, siamo proprio una squadra bella affiatata».
In luglio ti è stata data la possibilità di prendere parte al Giro d’Italia. Racconta brevemente che esperienza è stata per te.
«È stata un’esperienza bellissima, le medie sono state sempre molto elevate e le tappe erano lunghe, anche se per le scalatrici pure forse è stato un Giro con poche asperità per fare realmente la differenza. Anche dal punto di vista umano si è rivelata un’esperienza molto interessante, poiché ho potuto comprendere realmente com’è l’atmosfera che si respira attorno ad una grande corsa a tappe come il Giro».
Prima della partenza hai ricevuto consegne particolari dal diesse, come ad esempio il dover aiutare la vostra atleta di punta Grete Treier, oppure hai potuto fare, nei limiti del possibile, la tua corsa con tranquillità?
«Per noi giovani non c’erano incarichi particolari, ma se ci fossimo trovate in condizione di dover lavorare naturalmente avremmo dovuto farlo».
Hai notato un buon seguito di pubblico durante i giorni del Giro?
«Purtroppo non tanto, mi sarei aspettata di più soprattutto nella cronoscalata del Monte Serra».
Il Monte Serra, già… meglio affrontare quest’ascesa al Giro oppure il Monte Catria in allenamento?
«Sicuramente meglio il Serra al Giro! I primi chilometri del Catria hanno una pendenza quasi impossibile».
Approdando tra le Élite hai anche la possibilità di pedalare al fianco di veri mostri sacri di questo sport. Hai un'idolo in particolare?
«Sicuramente Nicole Brändli, poiché la vedo come una vera campionessa sia per i risultati che ha conseguito sia per la sua condotta di gara».
Della tua coetanea Marianne Vos, invece, cosa ne pensi?
«È veramente un fenomeno, anche se nei grandi giri forse le manca ancora quell’esperienza necessaria per primeggiare».
In questi anni sei riuscita a conciliare bene lo studio con la bicicletta?
«Sì, sono riuscita a conciliare tutto ottimamente. Non ho avuto nessun problema, ed anzi sono riuscita ad ottenere buone medie scolastiche».
Come giudichi in generale il movimento ciclistico femminile in Italia, e nello specifico nella tua regione?
«Nelle Marche il movimento femminile è ancora poco sviluppato poiché non esistono squadre professionistiche. Forse è anche questo uno dei motivi per cui ci sono poche atlete. In Italia generalmente il movimento è molto sviluppato, anche se bisognerebbe dare più spazio alle giovani, dando loro la possibilità di correre maggiormente».
Solitamente come ami trascorrere il tempo libero quando non corri?
«Mi piace molto lavorare con il computer, però la mia grande passione è guardare film di ogni genere».
Hai ambizioni particolari per il futuro?
«Il sogno di tutta la mia vita sarebbe poter partecipare ad un’olimpiade».

Vivian Ghianni

 

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