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Senza alcuna direzione - L'UCI non governa; se può, vessa

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"La casa che conduce alla follia" in un celebre film di Asterix era un posto in cui si entrava per ottenere un certificato e si veniva continuamente rinviati da uno sportello all'altro, tra un timbro mancante e una firma non autenticata.
Nel ciclismo questa è grosso modo la descrizione dell'UCI: un enorme (e costosissimo) edificio in cui manca la logica, in cui non c'è trasparenza, in cui è impossibile trovare chiarezza.
E in cui, a furia di rimbalzare tra una nuova norma e un vecchio cavillo, si rischia di perdere sul serio il ben dell'intelletto.
I tifosi e i normali appassionati ci capiscono poco, in questo ginepraio; ma non è che gli addetti ai lavori abbiano le idee troppo più chiare.
Per questo, per approfondire un po' di questioni aperte in questo inizio di stagione 2009, abbiamo sentito i team manager di alcune delle squadre rimaste senza wild card: per fare il punto della situazione, per sapere gli eventuali motivi della mancata assegnazione del prezioso pezzo di carta che dà il diritto a partecipare alle corse del Pro Tour, e che viene elargito solo se la squadra aderisce al programma del Passaporto Biologico; e, perché no, per dare ai rappresentanti di questi team la possibilità di spiegarsi, sfogarsi, incavolarsi ufficialmente. (Marco Grassi    
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LPR Brakes-Farnese Vini (tm Bordonali)
«Per l'attribuzione delle Wild Card l'UCI si rifà soprattutto a parametri etici e di immagine della squadra: ebbene, io sono nel ciclismo da parecchi anni, non ho mai avuti casi di doping e ho sempre avuto formazioni molto competitive ma questo non è bastato per avere la Wild Card, E non mi si venga a dire che io ho in squadra corridori che in passato hanno avuto sospensioni di 3 o 6 mesi, perché sono vicende in cui la mia squadra non c'entra nulla: perché allora squadre come la Liquigas e la Lampre, quest'ultima con ben 3 positivi nel solo 2008, hanno ancora la loro licenza Pro-Tour e possono fare così tutte le corse che vogliono? O perché ci sono ancora squadra che prima aderiscono al passaporto biologico ma poi non lo pagano come è successo lo scorso anno con la Agritubel? Ma non è solo questo che mi lascia molte perplessità, io negli anni passati sono stato uno dei pochi a schierarmi dalla parte degli organizzatori ed è quantomeno strano che, nonostante abbia tutto in regola, dopo aver ottunuto l'invito alle corse RCS e all'Amstel Gold Race arrivi la notizia sulle Wild Card che di fatto mi obbliga a pagare il passaporto biologico più del doppio rispetto a molte altre squadre: sembra proprio che sia fatto apposta per guadagnare più soldi possibili tartassando la squadre più piccole visto che quelle del così detto "Pro-Tour" sono intoccabili. Addirittura dall'UCI ci hanno detto che il pagamento, più di 120 mila euro, (circa 7500 euro per ogni corridore in rosa, ndr) andava fatto in un'unica soluzione entro il 7 marzo, al contrario di quanto possono fare le Pro-Tour, perché i nostri bilanci ce lo permettevano, ma in realtà l'UCI non dovrebbe essere a conoscenza di tutti i nostri dettagli economici visto che è la Ernst&Young a valurare ed esprimere un parere in questo campo. Io la scorsa settimana ho effettuato questo pagamento in questo modo possiamo prendere parte a tutte le corse RCS a cui siamo stati invitati e abbiamo ancora la speranza di essere invitata alla Liegi. L'unica cosa di sono certo e che mi è abbastanza chiara è che l'UCI non potrà andare avanti su questa strada ancora a lungo, visto che si troverà solamente più povera e il ciclismo tornerà ad essere un po' più "artigianale"».

Acqua&Sapone-Caffè Mokambo (tm Masciarelli)
«Devo ammettere che il non aver ricevuto dall'UCI la Wild Card ci ha un po' spiazzato: l'anno scorso siamo abbiamo vinto la classifica a squadre dello Europe Tour, quindi vuol dire che come tasso tecnico la squadra è stata la migliore tra le Professional, in più dal punto di vista dell'immagine siamo sempre stati paragonati ad una squadra Pro-Tour; probabilmente, a quanto ho capito, dovrebbero aver pesato le vicende di Scarponi e Cavallari. Purtroppo servirebbe molta più chiarezza perché io prima di tesserare Scarponi mi sono informato presso la federazione e suo carico non c'era nulla e alla fine, quando la sua posizione si è complicata, sono stato io a dirgli di collaborare: adesso finisco per pagare per cose in cui la mia squadra non c'entra nulla mentre la squadra che ora ha tesserato Michele ha avuto la Wild Card così come anche molte squadre Pro-Tour, nonostante numerosi casi di doping hanno mantenuto la licenza. Per quanto ci riguarda comunque aderiremo al passaporto biologico anche perché è indispensabile per partecipare alle corse RCS per cui abbiamo già un invito: ci costerà più bel doppio che se avessimo avuto la Wild Card quindi sto solo cercando di capire, e per questo avrò un'importante riunione nei prossimi giorni, se c'è la possibilità di effettuare il pagamento a rate o se bisogna effettuarlo in un'unica soluzione. Per quanto riguarda inviti ad altre corse posso dire che abbiamo ricevuto un pre-invito dalla ASO per la Liegi così come molte altre squadre: ho mandato il modulo con i corridori da iscrivere e penso che la ASO in base a questi farà le proprie scelte».

Aeronautica Militare-Amica Chips-Knauf (tm Mori)
«Purtroppo per entrare tra le Wild Card ci sono delle scale di punteggio valutate da una commisione che tengono conto di diversi parametri, noi abbiamo pagato il fatto di essere una squadra nuova ed anche il fatto di non essere stati accettati subito tra le squadre Professional e comunque non è detto che sarebbe bastato. Nonostante ciò abbiamo aderito al programma del passaporto biologico, avendo 21 corridori in squadra ci è venuto a costare quasi centomila euro in più che se avessimo avuto la Wild Card dall'UCI: in questo modo la nostra speranza è di poter essere invitati a corse importanti come la Sanremo e il Giro d'Italia, visto che fino ad ora non siamo stati inseriti tra le squadre partecipanti».

CSF Group-Navigare (tm Reverberi)
«Nella mancata concessione della Wild Card ha un grosso peso la vicenda di Sella dello scorso anno: è incredibile vedere la mia squadra dover pagare il caso di Emanuele, in cui lui ha chiaramente detto che la società non c'entrava nulla e nonostante in tanti anni di storia non abbia mai avuto casi di doping o corridori con un passato poco limpido, soprattutto considerando che analizzando le squadre ce ne sono proprio ben poche che si "salvano" sotto questo aspetto. Visto che il passaporto è necessario per poter ottenere un invito per corse come Sanremo e Giro d'Italia la scorsa settimana abbiamo effettuato il pagamento di circa 120 mila euro per essere inseriti nel programma: però l'UCI dovrebbe fare un po' di chiarezza e spiegare bene dove vanno a finire questi soldi perché l'anno scorso i miei corridori sono stati sottoposti solo ad una cinquantina dei quasi 200 controlli che erano previsti per il "passaporto", probabilmente fossero stati effettuati regolarmente come previsto non ci sarebbe neanche stato il caso Sella. Comunque adesso che anche la vicenda di Priamo si è sbloccata speriamo di poter essere invitati almeno al Giro d'Italia: in tanti non abbiamo mai creato "problemi d'immagine", come può essere stato per Riccò e Piepoli al Tour con Gianetti che nonostante ciò è ancora nel Pro-Tour, in più siamo sempre stati ottimi protagonisti, mi viene quasi da pensare che siamo le squadre più ricche a fare pressioni contro di noi perché non vogliono vedere squadre con un budget inferiore vincere tappe o le classifiche a squadre come è successo a noi nel 2008».

Dall'estero, tramite dei comunicati stampa, sono arrivate anche le reazioni dei team manager di altre squadre che non hanno ricevuto una Wild Card per la stagione 2009.

Xacobeo-Galicia (tm Pino)
«L'unico motivo per cui non abbiamo avuto la Wild Card è stato un ritardo nel pagamento dei 5000 euro della domanda, l'abbiamo effettuato 8 giorni dopo il limite. Abbiamo provato a chiedere all'UCI un permesso speciale per poter prendere parte almeno alle corse Pro-Tour che si tengono in territorio spagnolo tipo Vuelta al País Vasco, Volta Catalunya e San Sebastian ma la vedo dura. Ad ogni modo abbiamo accettato di prendere parte al programma del passaporto biologico anche se questo ci è costato circa 130 mila euro contro i 60 mila previsti: la cosa positiva è che così possiamo prendere parte alle corse storiche come il Giro d'Italia e la Vuelta».

Elk Haus (tm Rassinger)
«La nostra squadra non ha neanche fatto la richiesta per la Wild Card perché non ne avremmo tratto alcun vantaggio. Delle prove Pro-Tour l'unica che ci interessava, il Giro di Germania, è stata cancellata. In questo modo abbiamo comunque lo status di squadra Professional e possiamo disputare le corse di categoria .HC, .1 e .2, ossia quelle in cui possiamo essere protagonisti e a cui teniamo maggiormente».

La situazione come potete constatare voi stessi è tutt'altro che chiara e l'UCI, dal canto suo, non fa che renderla ancor più complessa: la nostro augurio, per il bene del ciclismo, è che ci sia presto una svolta in seno ai massimi vertici mondiali grazie alla quale tornino ad avere un ruolo fondamentale nel mondo delle due ruote i protagonisti attivi di esso, i corridori e le squadre.


Sebastiano Cipriani        

 

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