José, l'ultimo Highlander - Serpa inesorabile. KL, festa Gene
Finalmente si può dirlo: José Rodolfo Serpa Pérez è il vincitore del Tour de Langkawi. Nella 14esima edizione, terminata oggi, il colombiano ha finalmente interrotto un trend negativo da mal di testa, visto che già nel 2006 e nel 2007 lo scalatore aveva surclassato la concorrenza nella salita di Genting Highlands, ma aveva concluso rispettivamente 8° e 2°, vedendosi negare il successo finale da qualche fuga.
E così il re di Genting, l’Highlander, il leone di Bucaramanga che dir si voglia, può sfoggiare il suo miglior sorriso e sventolare la bandiera colombiana sul podio di Kuala Lumpur. 2° nella classifica finale l’australiano Jay Crawford e terzo Jackson Rodriguez, che ha completato la festa Diquigiovanni.
Le ultime due frazioni sono state controllate abbastanza facilmente dalla squadra italo-venezuelana, laddove quell’“abbastanza” è dovuto al tentativo dello spagnolo Gómez Marchante di far saltare il banco inserendosi in una fuga di nove corridori, nella penultima tappa, 147.6 km da Batang Kali a Shah Alam.
L’azione, sviluppatasi dopo 45 km circa dalla partenza, è comunque sfumata per il non perfetto accordo tra gli uomini di testa (tra loro anche l’italiano Baliani) e per la collaborazione giunta alla Diquigiovanni da parte degli uomini dell’ISD e della selezione australiana. E se questi ultimi avevano da difendere la seconda piazza del già citato Crawford, pare evidente che Savio abbia dovuto far ricorso alle sue migliori doti diplomatiche per conquistarsi l’alleanza del team toscano.
Così, anche nella sesta tappa, a ricongiungimento avvenuto, è stato Gavazzi-show. Il velocista di Iseo, compagno di squadra di Serpa, ha superato al fotofinish Clerc e Sutton, in uno sprint molto spettacolare che ha visto i tre atleti tagliare il traguardo appaiati. Buona prova anche dell’italiano Viganò, giunto 4°, e dell’onnipresente sudafricano Hoffman, 5°.
Il criterium conclusivo è stato invece una semplice passerella per Serpa. Su un anello di 6.7 km nella città di Kuala Lumpur, percorso veloce e di grande impatto scenografico, da affrontare 12 volte, non c’era evidentemente spazio per stravolgimenti in classifica. C’è stato invece l’atteso bagno di folla per gli atleti, con un gran numero di persone accorse nonostante il torrido pomeriggio malese e l’altrettanto prevedibile succedersi di tentativi di evadere dal gruppo (i principali dei soliti Pujol, Pliuschin e Vandervelde).
Inatteso, per una volta, il risultato: a prevalere, piuttosto nettamente, nella volata finale è stato il francese Yohann Gene (Bbox-Bouygues Telecom) a precedere Ruben Bongiorno (CSF Group-Navigare) e la maglia verde Gavazzi. 4° Clerc e 5° ancora Hoffman. Nella corsa più cosmopolita del pianeta, non poteva esserci conclusione migliore: un francese originario del Guadalupe batte in volata un argentino, un italiano, uno svizzero e un sudafricano, mentre la classifica generale va in Colombia.
Un giro del mondo in una settimana, in qualche modo un’avventura per gli atleti e un’avventura per chi la corsa ha provato a raccontarvela, anche per immagini.