Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Dario Cataldo
Versione stampabile Andiamo alla scoperta di uno dei maggiori talenti del ciclismo del Bel Paese, Dario Cataldo. Nato il 17 Marzo 1985 a Lanciano, l’abruzzese ha raccolto finora meno di quel che meritava tra i professionisti, anche a causa di numerosi infortuni che gli hanno messo i bastoni tra le ruote. Tra i dilettanti può vantare la vittoria risalente al 2006 del Giro Under 26, che gli ha aperto le porte del professionismo e della Liquigas. Andiamo a saperne di più dal diretto interessato.
Chi è Dario Cataldo?
«É un ragazzo come tanti altri, è nato a Lanciano, il 17 Marzo 1985. Ora risiede a Miglianico, in provincia di Chieti».
Come e quando hai iniziato a correre in bicicletta?
«Allora, la mia storia vi sembrerà un po’ strana. Avevo 10 anni e non pensavo proprio per nulla alla bici, sinceramente. Invece un giorno sono stato visitato da un allergologo - avevo un problema di asma allergica - il quale mi ha consigliato di praticare uno sport aerobico».
Ed a quel punto hai scelto la bici.
«É strano ma è così che ho iniziato! Passo dopo passo, da “cura”, diciamo, questo sport è diventato una vera e propria passione. Di lì in avanti ho corso in tutte le categorie fino a diventare junior e poi ho gareggiato tra gli Under 23. Mi sono appassionato piano piano, poi anche i risultati arrivavano e così tra gli Under 23, corsi tra le fila della Bedogni – Monsummanese, la “cosa” è diventata un po’ più seria».
Tanto seria che nel 2006 hai addirittura vinto il Giro Baby davanti a ragazzi in gamba come Dmitro Grabovskyy e Matthew Lloyd.
«Sì, il Giro Baby è stata una grande soddisfazione senz’ombra di dubbio. Tuttavia lo vedo più come la ciliegina sulla torta di quel 2006 in cui mi ero sempre piazzato bene, sempre presente nei primi cinque, ma la vittoria era venuta poche volte, vuoi per un problema, vuoi per un altro. La vittoria del Giro quell’anno è andata a valorizzare tutti i piazzamenti colti durante la stagione, diciamo».
Da quella vittoria al passaggio tra i professionisti il passo è stato breve, giusto?
«Verissimo. Infatti la Liquigas, su consiglio di Di Luca che mi conosceva già e sapeva quanto potevo fare bene, mi ha acquistato nel 2007 con il proposito di farmi crescere nel modo giusto».
Quali difficoltà hai riscontrato al primo anno da professionista?
«Innanzitutto fisiche, perchè a Gennaio mi sono rotto un braccio, così ho dovuto interrompere la preparazione e riprenderla. L’impatto con il mondo dei prò è stato forte ed all’inizio facevo una bella fatica ad ambientarmi. Arrivato a fine stagione, invece, mi ero un bel po’ rodato, così riuscivo a stare lì davanti, a vedere la corsa dalle prime file. È arrivato anche qualche risultato... Questo perchè crescendo si impara tanto e ci si adegua ad un nuovo ambiente, ad un nuovo ritmo di gara».
Con chi sei solito allenarti?
«Sono molto amico di Danilo (Di Luca, ndr) quindi quando possiamo ci alleniamo insieme. Poi esco con qualche Under 23 e qualche amatore della zona, con Ruggero Marzoli, che il prossimo anno tornerà alle corse e con Spezialetti. Senza dimenticare i Masciarelli. A seconda dei nostri programmi di allenamento decido con chi allenarmi».
Come ti sei trovato alla Liquigas in questo biennio?
«Mi sono trovato benissimo, è una grandissima squadra e sa come allevare i propri giovani, su questo nulla da dire. Però ognuno di noi deve valutare bene qual è la strada giusta da intraprendere, specie quando iniziano ad esserci interessi diversi e la squadra impronta la stagione su obiettivi diversi dai tuoi, su altri corridori...»
Ti riferisci forse all’ingaggio di Basso per il 2009?
«Sì, certo, Basso sicuramente, ma non solo lui, anche le punte del team sono altre ed allora, se non rientro nei piani della mia squadra, devo ripensare il mio futuro».
Radiomercato dice che tu lo stia ripensando con la L.P.R. Brakes – Ballan di Bordonali, vero?
«Radiomercato dice questo? Sinceramente non lo sapevo! Ora come ora sono in trattativa con molte squadre, ciò non toglie che sarei felicissimo di tornare a correre con Danilo (Di Luca, ndr). Però ad oggi non ho firmato con nessuno. Ho portato a termine il contratto biennale che mi legava alla Liquigas ma sto vagliando diverse opportunità. Aspetto risposte il prima possibile».
Qual è stato il momento peggiore ed il momento migliore della tua carriera?
«Il momento peggiore sicuramente quest’anno: agli inizi ho avuto problemi ad un ginocchio e sono dovuto stare fermo, quindi a metà stagione sono stato colpito da una tendinite, conseguenza dei problemi precedenti. Insomma, nel 2008 ho sempre dovuto inseguire la forma, facevo fatica a ritrovare il ritmo giusto per partecipare alle corse. Il mio momento migliore è difficile da scegliere. Posso dire di essere stato davvero felice quando ho vinto il Giro Baby ed al contempo ero consapevole di poter firmare con la Liquigas e correre con Danilo».
Caratterialmente com’è Dario Cataldo, al di fuori dalle corse?
«Sono un ragazzo abbastanza tranquillo e socievole. Non sono troppo festaiolo, magari».
Cosa fai nel tempo libero?
«Amo e seguo un po’ tutti gli sport in generale, ora per esempio sono in Francia, al circuito di Le Castellet, a seguire dei test di World Series con un amico. Inoltre ho una grande passione, il disegno. Mi piace dilettarmi nell’aerografia anche se non sono proprio un drago».
Ami leggere?
«Non molto in realtà».
Ti piace andare al cinema o preferisci guardare la TV?
«Amo molto andare al cinema e sono un appassionato dei thriller e dei polizieschi mentre la TV non la guardo molto. Quando sono a casa preferisco restare bello attivo, non amo star senza far niente».
Come vedi il tuo futuro?
«Spero innanzitutto che a partire dall’anno prossimo tutte le cose girino per il verso giusto, perciò auguro a me stesso un 2009 felice, soprattutto agonisticamente parlando».
Vuoi fare una dedica ai lettori di Cicloweb.it che ti sostengono?
«Spero presto di poter dedicare loro una vittoria, quella sì che sarebbe una vera e propria dedica. Per adesso invece li saluto calorosamente e dedico a me stesso un 2009 più fortunato!».
Francesco Sulas