Colomnelli e generali - Vince Toni; Contador fa già paura
C'è un fattore che nel ciclismo viene troppo spesso sottovalutato, facendo così (molto) contenti preparatori, santoni e stregoni vari: la classe.
Ogni tanto però esce qualche corridore a ricordarcelo, vicendo, o anche soltanto mettendo il muso fuori dal gruppo; in salita, o prima di una volata. Nella fattispecie, parliamo di Alberto Contador, 26enne spagnolo che in due anni s'è messo in bacheca Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a España, e che in questo 2009 ha scelto il Portogallo, la Volta ao Algarve per la precisione, per il debutto stagionale.
E, al debutto stagionale, Contador fa già la differenza in salita, verso l'unico arrivo all'insù di questa corsa portoghese. Sull'Alto do Malhão, 2,5 km di salita finale che sfiorano il 10% di pendenza media, Contador ha atteso l'ultimo chilometro per sferrare il suo attacco, dopo che l'Astana aveva lavorato per tutta la tappa ed aveva già tentato la sortita con Klöden (seguito da Sylvain Chavanel) ai meno 2 km dall'arrivo.
L'unico a resistere al madrileno è stato l'altro spagnolo Colom, ex compagno di squadra (lo ricorderete al Giro d'Italia dello scorso anno, importantissimo soprattutto nell'ultima settimana) passato quest'anno al Team Katusha e già vittorioso in stagione nel Trofeo Inca, che poi ha regolato l'amico-rivale in una volata senza storia. E se il Team Katusha non può che festeggiare l'8° successo (contando anche il Critérium australiano pre-Down Under e il successo finale nella Challenge Mallorca, sebbene non siano entrambe corse UCI), raggiunto a poche settimane dalla nascita, noi non possiamo leccarci i baffi per la grande prova di classe, più che di forza, del capitano dell'Astana, che riporta finalmente su di sé i riflettori dopo che i media glieli avevano tolti per puntarli sul rivale-amico (?) Lance Armstrong (che farà in tempo a riprenderseli stanotte grazie alla cronometro in California).
La tappa è vissuta sulle spalle di un gruppo di sei fuggitivi, scappati al km 22. Nel gruppo, presenze importanti come quelle di Philippe Gilbert, Sébastien Rosseler e Mauro Santambrogio, già in bell'evidenza al Tour Down Under, con Isasi, Sébastien Chavanel e Mol a completare il drappello. Al km 130, Gilbert ha provato ad andarsene da solo, con Santambrogio ed Isasi ad inseguirlo, ma il suo tentativo è durato fino al km 152, quando il gruppo si è compattato sotto i colpi dell'Astana (stavolta aiutata dalla Lampre) e non ha lasciato più spazio a nessun altro tentativo (a parte quello timidissimo di Coenen).
Oltre al lariano Santambrogio, gli altri italiani? Non c'è solo Contador, infatti, in Portogallo, ma anche quel Damiano Cunego che ha debuttato - per onor di firma - al Costa degli Etruschi e che oggi ha avuto, come l'iberico, il primo test in salita. L'esito? Non male; il veronese è giunto 9° a 17" dal duo di testa, in compagnia di Gerrans, Blanco e Vitorino, ma dietro a Rubén Plaza, Bruno Pires e Tiago Machado, rispettivamente terzo, quarto e quinto di tappa.
Dopo le prime due tappe terminate allo sprint, la classifica generale ricalca dunque l'arrivo odierno, ma la cronomentro di domani (33,7 km belli ondulati da Castro Marim a Tavira), che Contador ha definito «anche troppo lunga per una corsa di febbraio», riscriverà sicuramente molte delle posizioni di testa, con Contador, Plaza e Lagutin (10° a 22") che paiono favoriti rispetto agli altri contendenti.