Caro Allan, Davisorridere - Armstrong c'è. San Luis: Haedo Jr
Avete presente quella volta che Roberto Benigni, trovandosi nei palazzi vaticani, acquattato sotto la finestra su San Pietro, fingeva di essere il papa e lanciava in aria una papalina e nella piazza il popolo in visibilio urlava la sua gioia al sol vedere comparire il regale copricapo? Più o meno pari pari la celebre scenetta (presente nel "Pap'occhio", dissacrante film di Renzo Arbore) è stata riproposta oggi da Lance Armstrong: è bastato che il texano lasciasse intravedere la sua papalina dalla finestra per mandare in fibrillazione migliaia di cuori, tra quelli presenti sul percorso (e già messi a dura prova dal caldo, anche se le temperature sono in diminuzione) e quelli in trepida attesa da casa.
La papalina della situazione altro non è che uno scattino che Lance ha elargito alla platea, a circa 35 km dal traguardo di Stirling, seconda tappa del Tour Down Under. Lui, col promettente Bobridge (campione australiano under 23, già in luce ieri), ha allungato al secondo giro del circuito finale, sulla salitella su cui era posto l'arrivo. Nient'altro che uno scatto per misurare la gamba, un test in attesa di scatti più importanti, poche pedalate in avanscoperta per ritrovare antichi sapori, poi riecco il gruppo.
In quel momento era in atto un attacco di Lloyd, Scott Davis e l'italiano Reda: ma i secondi di vantaggio non bastavano a giustificare speranze di sorta, e infatti il plotone tirato quasi sempre dalla Columbia del leader Greipel (con qualche aiuto della Katusha di Magic) incombeva a pochi metri di distacco. Restava, ai volenterosi, un finale in salit(ell)a su cui tentare una zampata, e tra i vari Pliuschin e Rohregger, è stato Moncoutie il più convinto nel provare il colpaccio: rimasto solo ai 5 km (prima si era aggregato al gruppetto in quel momento in testa), il francese ha tenuto fino al triangolo rosso, prima di essere risucchiato dal treno Columbia.
I tanti allunghi e tentativi del finale avevano però sgranato il gruppo (anzi, proprio spezzato), sicché solo i più resistenti in salita tra i velocisti si sono trovati a giocarsi il successo allo sprint: tra tutti, manco a dirlo, l'ha spuntata Allan Davis, affezionatissimo cliente del bar Down Under, davanti a un Brown in ottima forma e a un Elmiger che ha dimostrato in passato di gradire parecchio una corsa che ha pure vinto nel 2007.
Davis è anche il nuovo leader di una classifica che per un paio di giorni (fino a Willunga) non dovrebbe subire scossoni. Armstrong, dopo la sua gita-test, non ha forzato nel finale, ed è arrivato nelle retrovie del plotone. O non ne ha avuto per tenere le ruote dei migliori? Il dubbio si insinuerà in qualche mente, ma diciamo subito che non è il caso, visto che l'unico elemento di cui possiamo disporre è che non è dato ricordare clamorosi exploit del texano alla Volta ao Algarve, quando la sua stagione Tour-centrica partiva dalla piccola corsa portoghese di febbraio. La sensazione è che Lance darà parecchi grattacapi a Ivan Basso al Giro.
Ecco, Ivan Basso. Oggi il varesino si è accomodato al 18esimo posto della seconda tappa del Tour di San Luis, con arrivo in salita a Mirador del Potrero. La frazione è stata decisa da una fuga a tre, con gli argentini Lucas Haedo e Alfredo Lucero e il brasiliano Nazaret Prado allo scoperto a 125 km dal traguardo. Il trio di sudamericani è stato in grado di guadagnare oltre un quarto d'ora su un gruppo che sottovalutava molto le possibilità degli attaccanti. I quali infatti, pur soffrendo sull'ascesa finale, hanno conservato oltre 2' di margine sul primo degli inseguitori, quel Carlos Ochoa giunto quarto giusto davanti al compagno di squadra Serpa: ovviamente parliamo di Serramenti Diquigiovanni, squadra che oggi partiva per fare la corsa (Serpa si era già mosso nei primi chilometri) e si ritrova con l'amaro in bocca dell'occasione sfuggita.
In volata Lucas Haedo può perdere dal fratello e da Gavazzi, ma non certo dai due compagni d'avventura odierni, che si sono piegati nello sprint ristretto che ha premiato il minore della stirpe Haedo (il maggiore, Juan José, è nella Saxo Bank, mentre Lucas corre nella statunitense Colavita). Oltre al successo di tappa, l'argentino raccoglie anche la leadership in classifica, anche se domani la crono (in programma proprio a San Luis) offrirà agli specialisti 20 km per riscrivere la graduatoria da cima a fondo.
Tra i suddetti specialisti, inseriamo di diritto anche Basso, che magari si accontenterà di una marcia di avvicinamento ai grandi appuntamenti stagionali senza grossi squilli di tromba; oppure si farà venire l'acquolina in bocca su un terreno in cui può dire la sua anche se non è certo vicino al top della condizione. Armstrong al suo posto cosa farebbe?