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Una manica di cretinetti... - ...che scioperano solo per fesserie

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Eccolo qui il quarto stato del ciclismo, eccolo qui che difende deciso i propri interessi (se proprio non vogliamo parlare di diritti). Il quarto stato sono loro, i ciclisti, incapaci di prendere una mezza posizione su tutti i problemi seri che affossano questo sport (e dire che non avrebbero che da chiudere gli occhi e puntare il dito a caso), che non hanno sentito la necessità di opporre più di un'ideale occhiataccia di rimprovero nei confronti di un sistema che ha brutalizzato (per dire il caso più grave) un Kevin Van Impe nel giorno più brutto della sua vita; che non sono riusciti a far nulla di nulla per evitare, impedire (o almeno provare a farlo) di essere essi stessi progressivamente equiparati a ladri e mascalzoni della peggior risma; che eleggono a loro rappresentanti (perlomeno in Italia) dei paciosi e attempati signori che biascicano parole assurde come "radiazione", assurde per chi guida un'associazione di corridori, s'intende; e che subiscono imbelli (ma la tentazione di aggiungerci in mezzo quel "ci" è forte) ogni decisione passi sopra il loro testone pieno di vaporosi pensieri inutili.
Però, guai a cambiargli l'altimetria di una tappa! Sarebbero capaci di percorrere la frazione successiva a passo turistico. L'hanno fatto oggi alla Vuelta, capeggiati, manco a dirlo, da quel Paolo Bettini che speravamo riuscisse a diventare un capopopolo vero, di quelli che lottano per i diritti di tutti e non solo per i propri, non solo per le questioni irrilevanti come questa qui. E invece alziamo le braccia, chiediamo scusa per il titolo di ieri ("Tutti x uno, Betto x tutti"? No, andava meglio "Betto x Betto, e chi s'è visto s'è visto"), ed esprimiamo solidarietà ai poveri corridori vessati dal cambio di un'altimetria, aspettando di vedere il prossimo di loro portato via da 20 gendarmi, con i pennacchi, con i pennacchi (senza che gli altri 200 ciclisti battano ciglio).
Esprimiamo solidarietà e per farlo non abbiamo più spazio per degnare di una riga le loro fatiche odierne. Zero. Ha vinto Boonen alla Vuelta; ha vinto Furlan in Polonia. Spiace non dare un po' di spazio a queste storie di sport e rinascita, ma abbiate pazienza, cari lettori, con questa gente ci passa veramente la voglia di lavorare.



Marco Grassi

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