Trofeo Binda, le dichiarazioni delle protagoniste - Cooke: «Una vittoria del team», Romoli: «L'avevo promesso alla Luperini»
Versione stampabileCome sempre sorridente e ovviamente soddisfatta la vincitrice che dedica la vittoria alle compagne: «Quella di oggi è una vittoria non solamente mia, ma di tutta la squadra. Siamo state protagoniste per tutta la gara, con una condotta di corsa molto intelligente, riuscendo sempre ad inserire una delle nostre nelle varie fughe che si sono sviluppate. Io ho avuto il merito di trovare il momento giusto per attaccare e sorprendere il gruppo».
È anche modesta la campionessa gallese quando parla degli ultimi chilometri del Trofeo Binda: «Non pensavo davvero di poter staccare Fabiana nel finale. Dite che avrei potuto aspettare comodamente la volata? Sì, può essere, però è sempre un rischio. Molto meglio arrivare da sola, almeno la vittoria è sicura». Sicura come Nicole, che ammette: «Quando sono rimasta sola non ho mai avuto paura, ero sicura di poter arrivare ormai. Non mi sono voltata, se non negli ultimi 100 metri».
Parla poi del circuito lungo il quale si è snodata la gara, le piace, anche se «è un percorso durissimo, c’è poca pianura, e le due salite da affrontare otto volte ciascuna rendono la corsa massacrante».
La vittoria di oggi è archiviata e già si pensa al futuro, ad un futuro molto prossimo. Tra sette giorni c’è la Coppa del Mondo in Belgio: Ronde van Vlaanderen, il Giro delle Fiandre, la corsa dei muri in pavè. E Nicole Cooke, già leader di CDM, promette di essere grande protagonista. (Eugenio Vittone)
Classe ’88, Marina Romoli esibisce già una buona disinvoltura e una gran sicurezza nei propri mezzi: «Stavo bene in salita, sono riuscita anche durante i primi giri a stare sempre con le più forti. Poi quando abbiamo attaccato ho cercato di non dare proprio tutto, di non strafare, ma di controllarmi un po’ per poter arrivare ancora lucida nel finale. Ne avevo davvero e non avevo paura della volata. Sapevo che il percorso era adatto alle mie caratteristiche e quindi ero sicura di poter centrare un ottimo risultato».
Non soltanto ciclismo però per l’atleta marchigiana che si diplomerà quest’anno: «Vorrei continuare con l’Università il prossimo anno, perché lo sport è sì importante, ma lo studio non deve passare in secondo piano».
Simpatico siparietto per concludere la mattinata, quando Marina, ridendo, confessa che oggi era obbligata a vincere: «Fabiana (Luperini, sua compagna di squadra, ndr) mi aveva minacciata: “Se non vinci, ti sequestro la bicicletta!”. Pericolo scampato».
Il commento alla gara
Le foto - Prima parte
Le foto - Seconda parte
Gianluca Trentini