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Terno al lotto per Amber - Cronodonne alla Neben, flop Italia

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Son sempre gli Stati Uniti, fortissimamente gli Stati Uniti, a festeggiare al termine delle cronometro femminili che assegnano la maglia di campionessa del mondo.
Ci era riuscita lo scorso anno la tedesca Hanka Kupfernagel a spezzare l'egemonia, ma Kristin Armstrong a Pechino era tornata a conquistare quell'oro già ottenuto a Stoccarda 2007. Ed anche oggi Stati Uniti sul gradino più alto del podio, anche se con la "terza carta" (avendo la campionessa olimpica in carica, gli USA han potuto schierare tre atlete al via): non la Armstrong, non la Thorburn, già capace di ottenere medaglie in carriera, ma la scalatrice Amber Neben, quest'anno già seconda al Giro d'Italia.
Non è una sorpresa assoluta, la Neben, per chi conosce il ciclismo femminile. Nelle corse a tappe è sempre nelle posizioni buone (ha vinto di recente il Tour Ardèche, e vi abbiamo già detto del 2° posto al Giro) perchè in salita è fortissima e a cronometro spesso non vince, ma rifila sempre distacchi importanti alle avversarie con cui battaglia in montagna.
La 33enne tesserata in Olanda con il Team Flexpoint di Jean-Paul Van Poppel completa così un'escalation iniziata col 5° posto nella cronometro iridata di Madrid nel 2005, una lieve flessione (10a) a Salisburgo, il 4° posto ottenuto a Stoccarda e l'oro di oggi sul circuito di Varese.
Percorso strano, quello lombardo, con la prima parte all'insù, la seconda parte con la discesa (tecnica) e l'ultima parte molto veloce, ma nella quale si poteva rischiare di arrivare fuori giri, in caso di una prima parte molto dispendiosa, o di arrivarci con tante energie ma lontane dalle posizioni buone, in caso di una gestione troppo al risparmio in salita.
Al km 6 (primo rilevamento) Amber Neben - posizionata verso la metà dell'ordine di partenza - ha messo subito le cose in chiaro, passando in 11'07'09 e rifilando distacchi già importanti a tutte le avversarie, se è vero che la seconda classificata (la Arndt) pagava 13", con tutte le altre (fino alla decima posizione) nel giro di pochi secondi. Una sorta di fuga, in pratica.
La Neben, come detto, è molto forte in salita, sicuramente più della Armstrong, della Ardnt, della Soeder e della Thürig, le altre grandi favorite di oggi. Come lei la Pooley, argento a Pechino, che però è sui tempi della Arndt ed è destinata a perdere secondi durante i chilometri restanti.
Il secondo rilevamento (al km 15,26) è una cartina di tornasole ancora migliore, perché nella parte in cui la Neben doveva perdere qualcosa, anche solo per rifiatare, il vantaggio tra la statunitense e la connazionale Armstrong saliva a 21", con la Arndt a 23", la Soeder a 24" e la rivelazione Antoshina a 25" nella battaglia per il podio, con la svizzera Thürig, l'altra atleta statunitense Thorburn e la svedese Ljungskog più distanti e praticamente fuori dai giochi.
Quando Amber Neben arriva al traguardo il miglior tempo è quello della russa Antoshina, che a sua volta aveva spodestato l'atleta che era stata il riferimento della prima parte di crono, la canadese Anne Samplonius (che chiuderà 11esima): 34'14"74 per la russa che corre in Italia con il Team Fenixs di Andrea Carlesi, 33'51"35 il tempo di Amber Neben, alla stratosferica media di 44,571 km/h.
I sogni di podio per la russa sono messi a dura prova dall'arrivo di Judith Arndt, recente vincitrice della classifica di Coppa del Mondo e del Giro di Toscana che, per porre la ciliegina su questa fantastica stagione, vuole ben figurare anche in questi Campionati del Mondo, soprattutto nella prova in linea di sabato; la tedesca fa 1" meglio della russa quando all'arrivo mancano ancora le atlete sulla carta favorite.
Arrivano la Villumsen (10a nonostante un tifoso cretino con la bandiera svizzera l'abbia colpita per distrazione sul casco nei primi 50 metri della sua prova), la Pooley (8a), la Ljungskog (7a), la Thürig (6a), la Thorburn (12esima), e la Antoshina è ancora lì, sul podio, a cullare il suo sogno, che ora pare un po' più nitido, nonostante all'arrivo manchino la Soeder e la Armstrong, due delle grandi protagoniste delle Olimpiadi di Pechino (nella prova in linea l'austriaca, a cronometro l'olimpionica in carica).
All'arrivo di Christiane Soeder, Tatiana Antoshina capisce che il suo posto sul podio sta svanendo, ma anche Amber Neben avrà avuto più di un brivido lungo la schiena: se l'austriaca era lontana 24" all'intertempo, all'arrivo era ad appena 7" dalla medaglia d'oro virtuale. Magnifica ultima parte di cronometro per l'atleta della Cervélo Lifeforce di Thomas Campana, che probabilmente avrà da recriminare per una seconda parte in cui si poteva limare qualcosina nei confronti della connazionale della propria compagna di squadra, quella Kristin Armstrong che, a sorpresa, non solo è fuori dal podio, ma è addirittura quinta a 2" dalla Antoshina ed a 3" dal bronzo della Arndt (con la Vos è la favorita assoluta per la prova in linea di sabato).
Una cronodonne sicuramente emozionante e piena di colpi di scena, con la lieve flessione della Neben nell'ultima parte che, in contemporanea ad una strepitosa rimonta della Soeder, ha tenuto viva la tensione fino all'ultima atleta giunta al traguardo.
Festeggia dunque Amber Neben, con 7" sulla Soeder e 22" sulla Arndt, mentre le delusioni vengono da Karin Thürig (sesta a 29"), da Christine Thorburn (12esima a 1'17"), da quella personale di Jeannie Longo-Ciprelli (è arrivata 13esima, sembrava fosse arrivata ultima. E compirà 50 anni tra un mese...!) e - seppur un poco più prevedibili - dalle azzurre al via: da Anna Zugno ed Elena Berlato non ci si aspettava di certo il risultato, né tantomeno una posizione tra le prime 10, ma soprattutto dalla prima (che nel 2002 vinse il titolo iridato a cronometro tra le Juniores) una posizione nella top 20, viste le motivazioni di correre in casa, poteva essere pronosticabile. Invece niente di tutto questo, con l'atleta della Top Girls 36esima a 3'41" dalla vincitrice (dirà poi di aver avuto crampi per buona parte del circuito; cosa comunque non positiva) e la giovanissima (ha compiuto vent'anni ad agosto) rappresentante della Safi-Pasta Zara 37esima a 3'55".
Va detto anche che il ct Salvoldi ha deciso di impostare queste due convocazioni in ottica futura, con una '84 (Zugno) e una '88 (Berlato), mentre la realtà più attuale del ciclismo italiano a cronometro, la campionessa italiana di specialità Tatiana Guderzo (che a giugno ha vinto il titolo dando 1'31" alla Zugno) è stata comprensibilmente lasciata a riposo in vista della prova in linea di sabato, quando il bronzo olimpico di Pechino dovrà, in compagnia di Cantele, Luperini, Lechner, Bronzini e Baccaille, difendere il titolo iridato conquistato dodici mesi fa da Marta Bastianelli dagli attacchi di tante contendenti, a cominciare da quella Judith Arndt a risultato anche oggi, ma anche da Susanne Ljungskog ed Emma Pooley, ed ancora Marianne Vos (seconda un anno fa e iridata a Salisburgo) e Diana Ziliute, così come Edita Pucinskaite e Trixi Worrack, senza dimenticarci Nicole Cooke ed Emma Johansson, rispettivamente oro ed argento a Pechino.
L'Italia ha tutte le carte in regola per far bene, una Nazionale omogenea e con diverse frecce al proprio arco, ma ci vorranno gambe e fantasia. Anche perché Neben e Soeder, le protagoniste di oggi, avranno pochissima voglia di abdicare.



Mario Casaldi

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