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SpEdita in Francia - 4a e 5a tappa: Ancora Vos, poi Lupa - La Pucinskaite ci racconta il Tour de L'Aude

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Martedì 22 maggio - 4a tappa: 107 km
CASTELNAUDARY – CASTELNAUDARY
Difficoltà: *** (3 Gpm: due di 2a e uno di 3a cat.)
Dislivello totale: 1280 metri
Tempo: 31°C sole

Più che dura dal punto di vista altimetrico, è stata una tappa da kamikaze: su e giù, destra e sinistra, per tutti i 107 km., mai un metro per rifiatare; occorrevano sempre prontezza, concentrazione, lucidità e freschezza. E gambe, ovviamente, viste le salite odierne; brevi, ma secche, seguite, prima di riscendere, da prolungati falsopiani.
Tappa con un sapore da classica del Nord, corsa su strade strette e strappi senza respiro. Certi corridori queste gare le hanno nel proprio Dna e in queste situazioni si esaltano, non riescono più a resistere alla tentazione di fare un po’ di "casino”, divertirsi. Sentono che è giunto il loro momento.
La corsa, com’era prevedibile, è esplosa abbastanza presto, già sul primo Gpm, al trentesimo chilometro: il gruppo si è rotto (qualcuna inizia ad accusare la fatica del quinto giorno di gara), formando sul falsopiano seguente un plotoncino delle migliori trenta, nessuna speranza di rientrare per le distanziate (oltre 70 atlete, che alla fine sono arrivate ad oltre 21 minuti), viste le difficoltà del percorso e la qualità della “testa”.
Su uno di questi strappi è partita secca Trixi Worrack, tedesca della Nürnberger Versicherung con ambizioni verso la classifica; fatto il vuoto, ha insistito, nonostante, vista la distanza dall’arrivo (quasi 100 Km), avesse ben poche speranze di giungere al traguardo. Resta il bel gesto atletico e la consapevolezza di aver mostrato una “gamba in salute” in vista delle tappe in montagna, oltre ad essere riuscita a portare via qualche abbuono negli sprint intermedi che le sono capitati tra le mani (o meglio, le ruote).
A quel punto alla squadra della leader non è restato che tirare, chiudere su di lei e proseguire con un ritmo che non permettesse alcun altro scatto, un lavoro dispendioso, ma è l’unico modo per salvaguardare la maglia in questa situazione.
Sull’ultima salita ha provato Andrea Graus, austriaca, ancora della Nürnberger Versicherung, 25 km di solitudine per lei (riesce a guadagnare fino a 35”), ma nel finale anche lei è stata riassorbita; niente da fare quindi per il team tedesco, che ha dominato la tappa, ma non ha raccolto granché, perché quello che non raccolgono gli altri, in questo giro, lo prende Marianne Vos.
Su ogni traguardo si ripete il gesto di una maglia verde (tale è il colore che indossa la leader della classifica a punti) a braccia alzate, uno splendore iridato che continua ad alzare le braccia al cielo e regalare un sorriso al pubblico francese.
Il momento magico di Marianne continua.

1. Vos Marianne (Ola-DSB Bank)
2. Arndt Judith (Ger-T-Mobile Team)
3. Kiesanoswki Joanne (Nzl-Raleigh Lifeforce Creation)
4. Martissova Julia (Rus-Team FRW)
5. Hennes Tanja (Ger-Team Flexpoint)
6. Corneo Sigrid (Ita-Menikini-Selle Italia)
7. Slyusareva Olga (Rus-Fenixs HPB)
8. Ljungskog Susanne (Swe-Team Flexpoint)
9. Rasmussen Dorthe (Den-Menikini-Selle Italia)
10. Tuslaite Daiva (Ltu-Nazionale lituana)

Classifica Generale:
1. Judith Arndt (Ger-T-Mobile Team) 10.16.13
2. Susanne Ljungskog (Swe-Team Flexpoint) a 18"
3. Kimberly Anderson (Usa-T-Mobile Team) a 27"
4. Loes Gunnewijk (Ned-Team Flexpoint) a 30"
5. Trixi Worrack (Ger-Equipe Nürnberger Vers.) a 43"

Mercoledì 23 maggio- 5a tappa: 110 km
OSSEJA – OSSEJA
Difficoltà: ***** (2 Gpm di Hors cat.)
Dislivello totale: 2225 metri
Tempo: 19°C coperto

È stato il giorno della Lupa, campionessa toscana, che a dispetto di chi la definisce (e sono diversi) al tramonto, e andata all’attacco appena ha trovato il suo terreno preferito, la montagna.
Ha vinto da grande, da campionessa, facendo il vuoto in salita e aumentando il distacco in discesa, per trionfare da sola nella tappa più dura del giro. Anche se, per essere sinceri, la campionessa tricolore ha avuto un grande vantaggio rispetto al drappello ristretto, rimasto dopo un'infinità di chilometri in ascesa, quello di essere fuori classifica. Il giorno prima, Fabiana aveva dovuto aspettare l’ammiraglia per un guasto meccanico, e viste le proprie particolarità (usa le ruote da 26), non aveva potuto sfruttare il cambio ruote. Walter Zini, DS della Menikini-Selle Italia era nel frattempo rimasto incastrato nelle stradine con l'erba in mezzo, dove passa appena un'auto. Nulla da fare quindi nell’occasione, per la Luperini, che si era beccata l’amara sfortuna di dover aspettare l’ultimo drappello per arrivare al traguardo. Ma non tutto il male viene per nuocere, il giorno dopo (oggi) l’aspettava il tappone pirenaico con "t" maiuscola e lei non ha perso tempo per far capire che è sempre quella di una volta, casomai sono i tracciati ad essere cambiati, ed oggi tra le grandi montagne, con due passi da scalare vicino ai 2000 metri, la Lupa è tornata a graffiare.
«Oggi è stata una tappa come quelle di una volta, quelle che capitavano al Tour de France negli anni ruggenti sotto l’organizzazione del Pier Bue - emozionata anche Lusiana Pegoraro, ds del Team FRW ed ex professionista - Che soddisfazione assistere a una tappa del genere e vedere sfilare tutte le più forti del mondo, e nonostante il risultato non particolarmente brillante sono ugualmente contenta delle mie ragazze: sono giovani, fa solo bene fare questo tipo di esperienze»; già, le sue parole riportano agli anni novanta, anni dove si scalavano i mitici Glandon, Mont Ventoux, Tourmalet ed Alpe D’Huez. Allora c’era molto più rispetto, c’erano le gerarchie, chi vinceva lassù non era un bluff, non poteva esserlo.
Ma torniamo ad oggi e alla tappa corsa sui Pirenei orientali, partita sotto una pioggerellina a 1300 metri e che presentava due salite di Hors categorie (altitudine minima 600 metri, massima 1900), abbastanza pedalabili, ma una più lunga dell’altra.
Parte la tappa e cominciano attacchi: in salita, in discesa, ovunque. Il Team Flexpoint fa l’andatura sostenuta e uno dopo l’altro si stacca chi deve staccarsi: la montagna non è uno strappo, l’altura toglie il respiro, spacca le gambe, spezza la grinta, costringe ad arrendersi. La selezione si fa da dietro e resta chi deve restare. Oggi una decina con le ambizioni d’alta classifica. E la Fabi, che non vuole perdere tempo e un'occasione unica.
Attacca ai 5 km dal secondo Gpm, si esalta da sola e se ne va. Le sorride perfino il tempo, che miracolosamente cambia in meglio; le discese si asciugano, l’arrivo l'aspetta.
In difficoltà invece la campionessa mondiale che aveva detto con tutta sincerità: «Non so nemmeno io quello che valgo e dove posso arrivare». Gia, è alla prima sua esperienza nella più dura delle gare mondiali, la montagna (o meglio, le scalatrici più forti del mondo sul proprio terreno) la piegano, ma non la spezzano. Si stacca Marianne, ma trova un po’ di collaborazione e prosegue con il proprio passo, riuscendo quasi ad acchiappare la “testa” prima dell’arrivo, evitando grossi danni.
La classifica scaccia all'indietro qualche elemento "indesiderato", ma resta nelle mani di Judith Arndt, capitana della T-Mobile, seguita dalla punta del Team Flexpoint, Susanne Ljungskog, e dalla tedesca della Nürnberger Versicherung, Trixi Worrack.
Peccato davvero che manchi un arrivo in salita, ci sarebbe stato da divertirsi: le montagne al Tour de L’Aude ritorneranno tra qualche giorno, i team stanno studiando i comunicati, cercando di maturare qualche tattica vincente, mentre Fabiana Luperini gongola: un successo di queste dimensioni è come un balsamo per il morale di una campionessa che non è affatto in calo. Forse in calo sono solo le fantasie degli organizzatori, che negli ultimi anni propongono il 60% di occasioni per le velociste, il 30% per passiste, il 9% per le passiste scalatrici e il restante 1% per le scalatrici nate. Giudicate voi.

1. Fabiana Luperini (Ita-Menikini-Selle Italia) in 3h15’12” (33.811 km/h)
2. Claudia Hausler (Ger-Equipe Nürnberger) a 2’16”
3. Marlyne Salvetat (Fra-Nazionale francese) a 2’27”
4. Judith Arndt (Ger-T-Mobile Team) a 2’31”
5. Trixi Worrack (Ger-Equipe Nürnberger) st
6. Susanne Ljugskog (Swe-Team Flexpoint) st
7. Amber Neben (Usa-Team Flexpoint) a 2’33”
8. Nicole Brandli (Swi-Bigla Cycling Team) st
9. Marianne Vos (Ned-DSB Bank) a 2’47”
10. Priska Doppmman (Swi-Raleigh Lifeforce Creation) st
11. Edita Pucinskaite (Ltu-Equipe Nürnberger) st
12. Andrea Bosman (Ned-DSB Bank) a 2’52”
13. Sigrid Corneo (Ita-Menikini-Selle Italia) a 7’16”
14. Svetlana Bubnenkova (Rus-Fenxis HPB) st
15. Joanne Kiesanowski (Nzl-Raleigh Lifeforce Creation) st

Classifica generale:
1. Judith Arndt (Ger-T-Mobile Team) in 13h33’56”
2. Susanne Ljungskog (Swe-Team Flexpoint) a 18”
3. Trixi Worrack (Ger-Equipe Nürnberger) a 43”
4. Nicole Brändli (Swi-Bigla Cycling Team) a 1’08”
5. Priska Doppmman (Swi-Raleigh Lifeforce Cycling) a 1’10”


Edita Pucinskaite

 

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