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Sì, ci sei mancato - Cunego-Japan, Basso rientra: 3°

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Quanti corridori nella storia del ciclismo sono rientrati dopo un anno e mezzo (ma praticamente due) di inattività e hanno colto un terzo posto alla prima gara disputata? Ivan Basso può dire di far parte della schiera (che non sarà certo nutritissima). E va bene che la corsa era più o meno un saldo di fine stagione, e va bene che molti dei più forti sono già in vacanza, e va bene tutto: ma il risultato rimane, e ci pare di una certa rilevanza.
Perché significa che in quella testa c'è più di quanto ci potrà mai essere in quelle gambe, perché la tenuta che conta in un anno e mezzo lontano dalle gare non è tanto quella fisica, ma quella mentale. Quella tenuta che ti spinge ad allenarti lo stesso tutti i giorni come se dovessi correre l'indomani, e che non ti fa perdere di vista l'obiettivo, lo scopo: rientrare, non tanto per rientrare, ma per essere di nuovo il più forte, e soprattutto per dimostrare di meritare questo titolo.
Di Ivan Basso e della sua grande forza interiore sapevamo, ma francamente ci risultava difficile immaginare che il varesino potesse conquistare un piazzamento importante alla prima corsa disputata. E invece il nuovo capitano della Liquigas ci ha smentiti, è andato fino in Giappone per prendersi un terzo posto che - come lui stesso ha ammesso tra le righe a fine gara - di per sé non vale molto («Normalmente non si può essere contenti per un terzo posto»), ma vale oro se contestualizzato in quella che è la fine di un incubo sportivo e un nuovo inizio.
Sapevamo che Basso sarebbe tornato comunque competitivo, ora c'è la conferma che le speranze dei suoi tifosi, di rivederlo primeggiare in un grande giro, non erano peregrine; e bene hanno fatto quelli che l'hanno aspettato, con fiducia quasi fideistica attraverso questi lunghi mesi di guai ed espiazione.

Il terzo posto di Ivan nella Japan Cup assume comunque un certo spessore se si va a guardare da chi il varesino ha perso: Cunego (e Visconti). Ovvero l'uomo che non più tardi di una settimana fa faceva il bello e il cattivo tempo nel Giro di Lombardia, e che era andato in Giappone più per obblighi di squadra che per altro, e che comunque, già che c'era, ha preferito capitalizzare al massimo, visto che ad una vittoria non si può mai dir di no. Cunego è stato bravo a rispondere al volo all'attacco in salita di Basso (sì, Ivan ha anche attaccato, dopo che la Liquigas gli ha preparato il terreno) nel penultimo degli 11 giri, e ad esserci anche quando il suo vecchio rivale ci ha riprovato all'ultimo giro (dopo che erano rientrati anche Visconti e Agnoli).
La volata, con Damiano tra i battistrada, era destinata a non avere troppa storia, malgrado la presenza di un osso duro come Visconti; Basso ha provato ad anticipare i compagni d'attacco, ma Cunego e Visconti non hanno perso la bussola e l'hanno saltato ai 100 metri, per poi giocarsela tra di loro: e nel duello ha prevalso il veronese, che aveva conquistato la Japan Cup già nel 2005.
Dal Sol Levante si leva quindi questa nuova possibilità: la sfida, in passato mai decollata in realtà, tra Basso e Cunego, potrà rinnovarsi. Non più in questo 2008 all'epilogo, ormai; ma potrà tornare buona in un 2009 in cui, tra ruote che gireranno e teste che cadranno (come ogni anno accade da un decennio buono), sarà vitale avere temi che avvincano il pubblico e lo richiamino al ciclismo. E qui, in questa storia umana e sportiva (quella di Ivan), e in questo germe di rinnovata rivalità (con Damiano), chi ha voglia di scrivere potrà pescare a piene mani.

Marco Grassi    

 

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