Sarà un Tour da scalare - Ventoux giudice e tappe sprecate
Versione stampabileIl Mont Ventoux, che emozione. Il Tour de France decide di cambiare rotta per il 2009, niente più match-point a cronometro, ma arrivo in salita alla penultima tappa: finalmente gli organizzatori di ASO hanno deciso di usare i TGV nella maniera migliore, ponendo il maxitrasferimento in treno all'immediata vigilia della passerella finale parigina, e assegnando alla cima del Monte Ventoso l'incarico di stabilire il vincitore della Grande Boucle '09.
Un'inversione di rotta che ha del clamoroso, e che terrà alta la tensione fino alla fine dei giochi: perché una cronometro (specie se piazzata in fondo a un grande giro) non provoca in classifica (a meno che le distanze tra i big non siano ravvicinate) quei cataclismi che invece possono sempre essere in agguato su una salita di quel livello: in teoria ci si potrebbe presentare alla resa dei conti in maglia gialla con 10' di vantaggio sul secondo, e perdere un quarto d'ora in montagna. In teoria; ma in questo caso la teoria è pratica, perché il livello di attesa di un evento vive di emozioni, e quando si tocca l'àmbito emozionale, la pratica diventa esercizio molto vago, e la teoria invece vale sempre.
Quindi promossa a pieni voti la scelta di Prudhomme e soci di piazzare questo arrivo in quota sabato 25 luglio, un giorno prima della conclusione di una Boucle che prenderà le mosse nel Principato di Monaco, il 4 luglio 2009. Sarà un Grand Départ a cronometro, 15 km in solitaria per la prima maglia gialla del 96esimo Tour de France. Poi una cinque giorni tutta piana, con 4 tappe per velocisti intervallate dalla cronosquadre di Montpellier, 38 km che segnano il ritorno della prova contro il tempo riservata ai team, assente dal 2005. Venerdì 9 luglio si sconfinerà in Spagna, con partenza da Girona (sarà un omaggio al rientrante Lance Armstrong, che nella cittadina catalana ci ha vissuto a lungo?) e arrivo a Barcellona.
La prima settimana si concluderà, come da recente (bella) tradizione, con un bel po' di montagne. Come anche l'anno scorso saranno i Pirenei ad aprire le danze per gli scalatori (anche se non si gira in senso antiorario...). Si parte benino, con l'arrivo di Andorra-Arcalis (terzo sconfinamento) posto al termine della tappa più lunga del Tour (224 km): non una salita spaccagambe, ma il primo traguardo in quota farà comunque male a qualcuno; peccato che poi ci sia un'accoppiata di tappe più o meno sprecate: Saint-Girons è a 44 km dall'ultima vetta dell'ottava frazione (in cui si affronteranno Port d'Envalira, Col de Port e Col d'Agnès); e Tarbes, nella nona, viene addirittura dopo 70 km dalla cima del Tourmalet (previsto nella classicissima accoppiata con l'Aspin). Si vuole stuzzicare la fantasia dei corridori con le salite così lontane dal traguardo? O si neutralizzano di fatto due tappe importanti, visto che lo spazio per recuperare sarà enorme? Se si è particolarmente ottimisti e si opta per la prima ipotesi, si mandi un pensiero fugace al panorama attuale di corridori per grandi giri: c'è qualcuno che può effettivamente validare l'ipotesi A? Uhm...
Se mai ce n'è uno, il ciclismo è per eccellenza lo sport ostico per i barbieri, che al lunedì - quando potrebbero gustarsi qualche tappa - si beccano un doppio giorno di riposo (all'inizio della seconda e della terza settimana). La fase centrale della Boucle 2009 sarà un susseguirsi di fughe (particolarmente adatta la frazione di Colmar, la tredicesima) e volatoni, dopodiché da domenica 19 si torna a salire: Alpi. A Verbier (quarto sconfinamento dell'anno, in Svizzera) si arriva in salita: i contrafforti dei primi due terzi di percorso non dovrebbero evitare che si rinvii tutto alla scalata conclusiva. Martedì 21 e mercoledì 22 avremo invece due arrivi in discesa: Bourg-Saint-Maurice è posto alla fine di una tappa in cui Aosta (quinto sconfinamento) fungerà da spartiacque tra i due San Bernardi: il Grande svetterà a 40 km dal via, il Piccolo a 32 dal traguardo (160 i km totali della frazione); Le Grand-Bornand è a 15 km dalla Colombière, ultima ascesa di una giornata che vedrà, nella 17esima tappa, ben 5 scalate (Cormet de Roselend, Col des Saisies, Côte d'Arâches, Col de Romme e - appunto - Col de la Colombière) in rapida successione (in 169 km totali).
Il problema è che l'indomani ci sarà la cronometro di Annecy, 40 km che peseranno nella testa dei possibili attaccanti del giorno prima: nel senso che potrà capitare che, per riservare qualche energia per la prova contro il tempo, i big rinviino ogni discorso all'ascesa della Colombière, standosene buoni sui 4 precedenti Gpm. Chi vivrà vedrà.
Tra la crono di Annecy e il Mont Ventoux ci sarà una giornata per ricaricare le batterie nella facile tappa di Aubenas (candidata ad ospitare la fuga più maxi del Tour 2009), dopodiché resa dei conti sul Monte Calvo e passerella sugli Champs-Élysées.
In generale, non è un Tour tra i peggiori della storia, e il Ventoux al penultimo giorno fa pendere molto la bilancia in senso positivo; peccato che però gli organizzatori abbiano tenuto il freno a mano tirato in altre situazioni, Pirenei in primis: se è vero che le montagne al confine con la Spagna ospitano sempre una tappa un po' così (quella simboleggiata dal solito arrivo di Pau, che però stavolta non c'è), stavolta ne avremo due e la sensazione di spreco sarà difficile da cancellare. Meglio le Alpi, che concederanno comunque qualche spazio per il recupero di chi verrà staccato in salita, ma che presentano un piatto sostanzialmente equilibrato. In definitiva, se questo nuovo tracciato è un'ulteriore tappa di avvicinamento verso una Boucle più spettacolare e tecnica rispetto alla lunga era buia di Leblanc, plaudiamo agli sforzi di ASO, e promuoviamo il Tour 2009 con un 7+. Se invece resterà un episodio isolato, peggio per loro (più di così, che dobbiamo dire?).
Le cronometro: due individuali (una breve all'inizio; una non lunghissima alla fine) e una a squadre (38 km alla quarta tappa peseranno più del lecito) non sommano 100 km in tutto. Visto che le salite in ogni caso ci saranno, e che le tappe di montagna che aspirano ad essere decisive sono almeno quattro (anzi cinque: mettiamoci la prima pirenaica, le tre alpine e il Ventoux), possiamo dire con una certa nettezza che il Tour 2009 sarà più adatto agli scalatori. Il problema è: dove sono gli scalatori?