La Legge sono io! - Boonen si arrende a Oro-Bennati
Con Daniele Bennati non bisogna scherzare troppo: il ragazzo è serio e posato, ma non è tipo da farsi mettere i piedi in testa da chicchessia. Quindi nessuno si stupirà nel sapere che oggi a Puertollano l'aretino ha reso la pariglia a quell'avventato di Tom Boonen, che ieri aveva mazzolato il nostro a Córdoba.
Velocisti a nozze, in questa Vuelta che riserva alla categoria una serie interminabile di arrivi dedicati: oltre alla potente presenza negli sprint (un secondo e un primo posto su due volate), Bennati ci aggiunge anche il carico da 11 della maglia oro di leader della classifica. Una maglia rafforzata da una discreta messe di abbuoni, visto che ai 20" del traguardo si aggiungono i 4" conquistati da Daniele in uno sprint intermedio. E ora il secondo (Boonen) è a 22", e il terzo (Valverde) a 48".
Domani nella cronometro di Ciudad Real tutto cambierà, ma non è detto che Bennati vada proprio a spasso, visto che contro il tempo si difende. Certo, poi perderà sulle montagne, ma finché dura l'esposizione al sole, perché nascondersi?
La volata di Puertollano è presto raccontata: stavolta il lavorone del treno l'ha svolto la Quick Step di Boonen (con Bettini parte attiva), e invece Bennati è stato in agguato in attesa della sparata. E a quanto pare questa tattica - identica a quella di Tom ieri - paga, visto che così facendo l'italiano si è involato a poco meno di 200 metri e nessuno l'ha più tenuto, con Boonen secondo e Koldo Fernández terzo (e Napolitano quarto e Zabel quinto).
Alle spalle dei primissimi, un gruppo parcellizzato da una caduta avvenuta a 3 km dal traguardo, con uno sparpaglío impressionante (Klöden ci ha rimesso 4'12", per esempio); e dire che Valverde e Contador si erano affannati a conquistare 2" a testa negli abbuoni dei traguardi volanti: ma cosa sono 2" in confronto all'immensità? Da parte sua Cunego, per sicurezza, era rimasto coinvolto in un ruzzolone precedente: per dire la fortuna del veronese, che dopo un Tour ultranegativo non pare vedere la fine del tunnel.
In Germania non ci sono state cadute, ma sempre di sprint si è trattato: dopo una fuga di Stubbe e del mitico Voeckler, annullata dal bel lavoro di Columbia e Silence, la Gerolsteiner ha preso in mano le redini del gioco nel finale, sperando di lanciare Förster; ma Columbia (ancora) e Crédit Agricole non se ne sono state con le mani in mano, visto che avevano in scuderia Ciolek (e Greipel) l'una e Hushovd l'altra.
E il treno del team del capoclassifica Gerdemann ha avuto la meglio: con Ciolek a lanciare Greipel nella festa tedesca del traguardo, e con Renshaw a far le veci di Thor nel team biancoverde di Francia. Anche se poi il più accanito a contrastare il duo di casa è risultato essere McEwen, bravo ad affiancare Greipel negli ultimi 100 metri ma non abbastanza da superare il possente velocista già vincitore di una tappa al Giro (nonché faro della classifica Pro Tour a inizio stagione). In classifica non cambia niente, e la sonata rischia di essere questa fino alla crono di domenica. Speriamo di essere smentiti quanto prima.
Marco Grassi