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Diamo i voti alla Vuelta - Si chiude con la volata di Breschel

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Nel giorno della chiusura madrilena della Vuelta 2008, con una bella vittoria in volata di Matti Breschel su Alexandre Usov e Davide Viganò, ci dedichiamo al pagellone finale della corsa spagnola: un viaggio tra i promossi e i bocciati della gara vinta da Contador, nell'attesa di calarci da martedì nel clima mondiale.


Contador - 10
Sull'Angliru ha vissuto una giornata di grazia, e di fatto lì ha vinto la Vuelta. Ottima tenuta a cronometro, ma in salita ha davvero una marcia in più. Certo, se Leipheimer avesse potuto correre liberamente, per Alberto sarebbe stato tutto più difficile; ma vincere due grandi giri nella stessa stagione, centrando il tris in 14 mesi, è un'impresa che il 10 in pagella lo vale tutto.


Sastre - 9
Dopo aver conquistato il Tour si è presentato alla Vuelta non in forma come in Francia, ma abbastanza forte da giocarsi un posto sul podio: obiettivo centrato, senza abbagliare ma non perdendo mai la bussola. La sua Vuelta non è stata da 9, ma il fatto di aver trovato ancora stimoli per soffrire dopo l'inebriante affermazione alla Grande Boucle è un fattore degno della massima ammirazione.


Leipheimer - 8.5
Due cronometro vinte con autorità, e una presenza costante al fianco di Contador, prescelto dall'Astana per essere capitano, ma non così superiore a Levi. Forse si sente in parte defraudato, e non ha tutti i torti, visto che gli anni passano, l'età avanza e le occasioni per vincere un GT non capiteranno per l'eternità.


Valverde - 6
Una vittoria di tappa e una tenacia fuori dal comune, che l'ha portato a lottare fino all'ultimo giorno, anche se il podio era ormai lontano. Solo quinto, deve rimandare ancora l'appuntamento col successo in un grande giro, ma certo che se perde completamente la testa, come ha fatto nella tappa di Suances, manda a gambe all'aria quanto di buono può fare in salita (è stato molto bravo sull'Angliru, per esempio): proprio la giornataccia vissuta a Suances abbassa nettamente il giudizio, perché se fa ancora errori di quel tipo un GT non lo vincerà mai.


Bettini - 7.5
Due grandi vittorie di tappa, un brio che pareva aria compressa, pronto a esplodere in ogni direzione, un centro di gravità permanente per il gruppo. Ma si ritira per l'ennesima volta a pochi giorni dalla fine, e prima o poi una Vuelta fino a Madrid dovrà onorarla. Per ora, un voto in meno per l'abbandono.


Mosquera - 6.5
Non è che sia il più entusiasmante dei corridori, né ha un'età che farebbe sperare in futuri exploit. Ma molto onestamente si basa sulla sua regolarità e strappa un quarto posto finale che migliora il quinto dell'anno scorso. Comunque complimenti.


Boonen - 7
Due volate conquistate battendo una volta Bennati e l'altra Pozzato, magari Varese gli risulterà troppo duro, ma non vorremmo che si fosse affezionato al ruolo di castiga-Italia e decidesse di esercitarlo anche domenica prossima.


Rodríguez Oliver - 7.5
Il gregario che quasi si fa principe: viene il sospetto che se la Caisse d'Epargne avesse puntato su di lui invece che su Valverde, il podio non sarebbe stato una chimera. Sesto alla fine, gli manca giusto un successo di tappa per rendere la sua Vuelta eccezionale.


Gesink - 6
Non si può dire che l'olandese sia una delusione: sempre in zona-big, anche se non ancora all'altezza dei migliori. Certo, ci fossero state più salite, magari faceva meglio di quel settimo posto che porta a casa. Comunque lo ritroveremo senz'altro in futuro.


Bruseghin - 7.5
Entra nei 10 dopo il podio al Giro, e in pratica si iscrive in qualche modo al club di Contador e Sastre. Con in più il fatto di aver disputato quest'anno tutte e tre le grandi corse a tappe. In montagna deve tenere, nelle due crono si fortifica, e non disdegna di dare un occhio a Cunego, quando è il caso.


Cunego - 4
Altra corsa vissuta senza mordente. Va in fuga a Sabiñanigo e si fa battere malamente, per il resto non fa niente di rilevante. Anzi no, una cosa buona la combina: scala l'Angliru da solo al ritmo dei migliori, dopo essere stato attardato da una foratura in avvio di salita. Ma, nell'arco delle tre settimane, ciò è sufficiente per la sufficienza?


Pozzato - 3
Inizia bene con la maglia oro, ma è merito anche dei compagni nella cronosquadre vinta dalla Liquigas. Poi più niente, perde l'azzurro e si ritira a 3 giorni dalla fine, senza neanche l'alibi di dover fare il Mondiale. Se non vince la Parigi-Tours questa stagione sarà per lui un fallimento.


Ballan - 7.5
Alessandro invece rappresenta il Veneto che vince e ride, al contrario dell'amico-rivale Pippo. Quel che deve fare lo fa, va in fuga e conquista la tappa di Andorra in maniera quasi epica: una tenuta sulla salita finale che dice tutto sulla sua forza e la sua caparbietà, e che gli è valsa anche il premio della maglia oro. Ballerini ringrazia il cielo di avere un uomo così a disposizione.


Moncoutie - 8
Nella Vuelta delle mille fughe, anche a lui tocca di anticipare il gruppo in una tappa di montagna. Ottimo anche nella cronoscalata di Navacerrada, l'ottavo posto finale è più che meritato: vince così il confronto con l'altro galletto di Francia, Chavanel (6), che ha all'attivo solo un giorno in maglia oro grazie alla buona prestazione nella crono di Ciudad Real e alla conquista di un paio di abbuoni il giorno dopo.


Bennati - 6.5
Ancora una volta frenato da problemi fisici (nell'occasione, l'influenza). Prima del ritiro, comunque, la sua brava vittoria l'ha portata a casa, corredata per di più da un paio di giorni in testa alla classifica.


Van Avermaet - 8
Una delle più belle sorprese della Vuelta: vince una tappa dopo essere stato sottovalutato in fuga, si piazza in tutte le volate e conquista la maglia della classifica a punti: a 23 anni è difficile pretendere di più in una grande gara a tappe.


Freire - 6.5
Ci mette un po' a carburare, ma la volata con cui batte Boonen a Burgos entra di diritto tra le più belle dell'anno.


Rebellin - 6
Corre la Vuelta per allenarsi in attesa di Varese, e finché resta in gara è molto vivace, va in fuga, colleziona tre secondi posti, tiene alla grande sull'Angliru e lascia la corsa quando è nono in classifica, dopo la tredicesima tappa: troppo presto.


Martínez de Esteban - 7
Quattro giorni in maglia oro grazie a una fuga, e poi un'onorevole difesa che gli regala il nono posto finale in classifica: alla vigilia ci avrebbe messo la firma.


Antón - 6
Era in piena corsa per un posto sul podio quando si è rotto una clavicola cadendo subito prima dell'Angliru, dov'era tra i più attesi. Ci riproverà l'anno prossimo.


Hinault, García Dapena, Weylandt, Erviti, Arroyo, Breschel - 7
Tutti promossi bene gli outsider che, in volata o dopo una fuga, si sono aggiudicati un successo di tappa in questa Vuelta 2008.


Cordero - 4.5
Il percorso della Vuelta è stato tra i più brutti mai visti in un grande giro, con una terza settimana del tutto accessoria. E molti big presenti si sono ritirati lo stesso in vista del Mondiale: bilancio in perdita.

Marco Grassi

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