Armstrong? ZomeGnam! - RCS si pappa Lance per il Giro '09
Versione stampabileQuella vecchia volpe di Angelo Zomegnan ha fatto centro: il direttore del Giro d'Italia, impegnato nell'organizzazione della Corsa Rosa del Centenario (la prima edizione risale al 1909), non si occupa solo di percorsi, ma sta anche allestendo un cartellone degno di un Giro tanto importante.
E da oggi ha il nome da mettere sopra al titolo: Lance Armstrong. Non proprio da oggi, in realtà, visto che le trattative vanno avanti almeno da agosto, e l'invito ufficiale - a detta dello stesso Zomegnan - è stato fatto il 29 settembre. Questo pomeriggio, a uso e consumo di media e tifosi, è stato dato l'annuncio.
Che cosa significa Lance Armstrong al Giro? Significa che il campione texano, che ha vinto 7 Tour de France, non si era mai degnato di mettere piede alla corsa rosa, né prima né dopo il tumore che è stato lo spartiacque della sua vita (e della sua carriera: prima era un corridore da classiche, una volta rientrato è diventato una macchina da guerra per i grandi giri, anzi per un grande giro, quello di Francia appunto).
E ora che a 3 anni dal ritiro ha deciso di rientrare al ciclismo pedalato per una stagione, per pubblicizzare la sua fondazione per la lotta contro il cancro (e per raccogliere contributi, ovviamente), il 37enne texano ha accettato di passare dall'Italia nella marcia di avvicinamento alla «sua» Grande Boucle.
Al Giro Armstrong preparerà il Tour, ma non solo: «Non verrò solo per allenarmi, anzi può essere addirittura che decida di puntare sulla corsa rosa per vincerla». Lance parla di rimpianti: «Quello di non essere mai venuto al Giro prima d'ora; ma nel 2009 potrò finalmente rifarmi».
Centrerà, l'americano, la vittoria unica (vincere il Giro del Centenario dopo aver conquistato anche il Tour dei 100 anni resterebbe un'impresa irripetibile)? Ivan Basso, altro grande rientro della prossima stagione, sarà d'accordo? Quel che è certo è che la sfida si annuncia stellare, in quella che sarà un'edizione della corsa rosa che ricalcherà in parte lo storico tracciato del primo Giro, con tanto di possibile gran finale a Roma (l'ufficialità è attesa a giorni).
Intanto il mondo del ciclismo è ovviamente in subbuglio. E se Moser è scettico («Ci crederò solo quando lo vedrò al via: ma verrà davvero per far bene?»), Saronni dubbioso («Non mi entusiasmano i ritorni dei grandi campioni, ma lui di sicuro farà tutto per il meglio»), Di Luca poco partecipe («La sua presenza darà maggiore risonanza al Giro, ma per me non sarà un avversario perché non punterò alla maglia rosa»), il ct Ballerini coglie invece il senso della venuta di Armstrong: «È un bel colpo dal punto di vista pubblicitario, già si parla del Giro del Centenario»; al ct fa eco il presidente federale Di Rocco: «Lance è un veicolo promozionale per il ciclismo». Chiaro, no?
Quel che ci piacerebbe fosse chiaro è però anche un'altra cosa: il clamoroso ritorno di Armstrong alle gare conferma quel che sapevamo e dicevamo da anni, e che invece si cerca goffamente di mascherare in qualche modo. Ovvero che ai padroni del vapore non frega un tubo della lotta al doping, perché altrimenti tutti questi tappeti rossi per il chiacchieratissimo texano non sarebbero stati srotolati. Sia da parte del Tour che del Giro. Intendiamoci, a chi scrive sta benissimo che Lance faccia la corsa rosa, e poi pure la Grande Boucle: come dice il Ballero, già si parla tanto di queste gare, e non sono ancora nemmeno state presentate. Potenza del logo Lance.
Quel che ci risulterà indigesto saranno i discorsi fatui che i Prudhomme e gli Zomegnan faranno alle cerimonie di presentazione delle loro corse. Sapete, quei discorsi edificanti sulla pulizia del Giro o del Tour, sulla perseguibilità di chi bara (sigh), sul fatto che saranno le edizioni più pulite della storia e fandonie simili. Se ce le risparmiassero, per una volta, la nostra stima nei loro confronti salirebbe a dismisura. Ma non lo faranno, purtroppo.
E allora, nell'attesa di farci il sangue amaro al gran galà degli Arcimboldi, consoliamoci col pensiero che quello del 2009 sarà un Giro di cui si parlerà veramente a tutte le latitudini. Che sia uno spettacolo all'altezza delle attese che di ora in ora si fanno sempre più corpose.