Proprio nera, Damiano! - Cade ed è ultimo. Vince Burghardt
A questo punto il problema abbandona il versante tecnico e si sposta interamente in quello scaramantico: perché evidentemente Damiano Cunego a questo Tour non ci doveva venire proprio. Gliene fosse andata bene mezza, avremmo un appiglio a cui agganciare la difesa d'ufficio della scelta del veronese di puntare tutto sulla Grande Boucle (saltando il Giro).
Invece quell'appiglio non c'è (non basta una prestazione discreta nella crono di Cholet), e alziamo le braccia anche noi: questo matrimonio non s'aveva da fare, e la controprova ce l'abbiamo nel fatto che oggi Damiano è caduto in maniera brutale dopo 30 km di tappa, facendosi male e soffrendo tantissimo per arrivare al traguardo (e gli restavano 165 km da fare, mica venti metri).
Naturalmente si scherza, Cunego ha fatto bene ad andare in Francia per testarsi a fondo nella corsa più importante del calendario; certo però che dopo quest'ennesimo rovescio, anche lui si starà ponendo qualche interrogativo.
Va comunque più che lodato lo spirito battagliero del ragazzo, che malgrado una brutta ferita al mento (che ha dovuto essere suturata) e botte su tutto il corpo (la divisa era letteralmente ridotta in brandelli), non ha voluto neanche prendere in esame l'ipotesi del ritiro, bevendo fino in fondo l'amaro calice con una dignità e un'umiltà che gli faranno guadagnare un punto nel pagellone di fine Tour (il problema è che finora il suo voto era un rotondo 2).
Aiutato e scortato da 4 gregari (Tiralongo, Marzano, Righi e Mori), Cunego è riuscito a chiudere la tappa, in ultima posizione e a oltre 13' dal gruppo dei migliori. I quali già pagavano 6'50" ai due protagonisti di giornata, Marcus Burghardt e Carlos Barredo.
Il primo era già in fuga al mattino, dal km 3, insieme a Pozzato e altri 5 uomini: ma il gruppo non aveva lasciato spazio, e al km 55 c'è stato il ricongiungimento. Al km 63 (133 dalla fine) è partito in contropiede Barredo, tutto solo; e Burghardt, non rassegnato ad una giornata da comparsa, s'è messo le gambe in spalla ed è scattato di nuovo sul Col de Parmenie (km 75), insieme a Feillu che ha poi staccato per andare in solitudine a riprendere Barredo.
Mentre Feillu veniva a sua volta raggiunto da Astarloza e Le Mevel, la neo-formata coppia di testa guadagnava 10' su un gruppo sonnacchioso, in cui Sastre in maglia gialla non ha perso niente, ma neanche guadagnato su rivali che sabato potrebbero pesantemente staccarlo a cronometro.
Solo Roman Kreuziger ha provato uno scatto nel finale, per mettere in difficoltà la maglia bianca Andy Schleck. Il quale ha però prontamente risposto, salvando il suo primato nella classifica dei giovani. I due davanti, invece, sono arrivati allo sprint, malgrado i tanti tentativi di Barredo di staccare Burghardt nel finale (uno anche mentre il tedesco si era distratto per chiudere la cerniera della casacca...). E lo sprint a due ha premiato Burghardt, più veloce e scaltro del suo collega spagnolo.