Markaspita! Cavendish - Il giovanotto è il re degli sprint
E con questa il ragazzo di Man può salutare il Tour a pancia piena e gargarozzo appagato: quarta vittoria di tappa per Mark Cavendish, praticamente detentore unico dello scettro di velocista dell'anno: e chi glielo toglie, dopo quanto fatto vedere a Giro e Tour, senza contare i successi su pista?
Proprio la pista è alla base del programmato addio alle strade di Francia per quanto riguarda il 22enne velocista britannico, che domani sera tornerà a casa (a meno che, strada facendo, non gli sia venuto ancora più appetito e magari vuol provare a vincere in quel di Parigi sui Campi Elisi), proprio prima che il gruppo approcci le Alpi a partire da domani: per Cavendish c'è da preparare un impegno niente male, visto che sarà titolare nella coppia britannica per l'americana (anche nota come Madison) ai Giochi Olimpici. E siccome Mark e il suo compagno di merende Bradley Wiggins si sono laureati quest'anno campioni del mondo di specialità a Manchester, le premesse per rivedere molto presto il faccione di Cavendish sulle prime pagine ci sono tutte.
Di sicuro il giovanotto sa come far parlare di sé. Si può anche dire che, per un motivo o per l'altro, al Tour mancano personaggi del calibro di Petacchi, Bennati o Boonen, e ciò rende indubbiamente le volate più povere in senso tecnico.
Ma Cavendish, a parte che ha vinto anche al Giro quando se la vedeva proprio con Bennati, in terra di Francia ha sistematicamente messo in fila gente che si chiama Freire, Zabel, McEwen, Hushovd. Solo quest'ultimo ha portato a casa un successo, a inizio Tour; per il resto, solo Cavendish.
E a Nîmes oggi la regola è stata rispettata: la fuga di Brard e Terpstra ha dato un po' di pepe alla tappa, tra Gran Premi della Montagna e sprint intermedi da dividersi (con Lang che prendeva qualche punticino nei primi e Freire che lanciava Flecha in avanscoperta al fine di tenere le energie per lo sprint finale), che poi ha tentato da solo nel finale, quando il gruppo incombeva sui due attaccanti, e dopo che lo stesso olandesone (già in bella evidenza nella campagna del Nord, sopratutto al Giro delle Fiandre) aveva semi-bleffato nel primo Gpm per poi andarsene tutto solo nei pressi del secondo. Augè ha provato a riportarsi su Brard (suo compagno di squadra) sfruttando l'allungo di Flecha (che si è rialzato praticamente subito dopo lo traguardo volante) ed, in coppia, a rinvenire sul passista della Milram, che invece se ne è stato solo soletto fino a una decina di km dal traguardo. Un allungo di Sylvain Chavanel ha mischiato un po' le carte, con la Milram che non voleva rischiare di partire lunga e con la Française des Jeux (Sébastian Chavanel non sarà un fulmine, ma ieri ha fatto 2°) e la Liquigas a ricucire il buco e rattopparlo a circa 3 km dall'arrivo.
Poi la volatona, solita partenza di Mark ai 200 metri, e solito esito: vittoria schiacciante.