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E intanto al Brixia... - ...Santo Anzà mette tutti in fila | Cicloweb

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E intanto al Brixia... - ...Santo Anzà mette tutti in fila

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Mentre a circa 1000 km da Brescia si consumava il trionfo di Carlos Sastre (sull'Alpe d'Huez prima, sui Campi Elisi poi), il Brixia Tour celebrava il ritorno al successo del catanese Santo Anzà, a secco dallo scorso Trofeo Melinda e già secondo un anno fa su queste strade alle spalle di un certo Davide Rebellin.
Ed in fondo la corsa a tappe bresciana non è stata interessante solo per il successo di Anzà e la sorpresa di Francesco Masciarelli, per la verve di Eddy Ratti e la scoperta (seppur in ritardo di condizione) del delfino francese Clément Lhotellerie, per la sfida tra le ruote veloci di Danilo Napolitano (rimasto al palo da Giro e Tour e in cerca di riscossa) e Mattia Gavazzi; ma anche perché in gara c'erano Davide Rebellin e Franco Pellizotti, due degli azzurri che il 9 agosto difenderanno l'alloro olimpico di Paolo Bettini in quel di Pechino.
Nel debutto dell'ottava edizione, dedicato ai velocisti con l'arrivo ad Orzinuovi, le luci della ribalta hanno premiato più la partenza, con la presentazione di Alessandro Petacchi, nuovo acquisto della LPR Brakes-Ballan di Fabio Bordonali, proprio davanti allo stabilimento dell'azienda piacentina (curioso che un'azienda che produce freni abbia la propria sede nel paese di Rottofreno, tra l'altro). Dopo delle fasi concitate in corsa, con un tentativo di fuga di Savoldelli e Di Luca (tra gli altri), la volata ha premiato la fame di Napolitano, ancora un po' su di peso ma decisamente più tonico rispetto alle ultime apparizioni in volata (Giro di Svizzera in primis); alle sue spalle due giovani come Mattia Gavazzi (che ha avuto da ridire prima con Napolitano e poi con Hondo) e Bernardo Riccio, sprinter campano della Tinkoff.
In serata si è poi avuta la cronosquadre nella città di Brescia, per un esperimento assai interessante in quanto a collocazione oraria e grado di permeabilità nelle città con un certo numero di abitanti, ma che va ancora aggiustato come attuazione, se è vero che alcune squadre sono partite con la luce del giorno ed altre a buio inoltrato, ed anche se i lampioni sono funzionanti la disparità rimane. La Skil-Shimano, col giapponese Hatanaka primo giapponese a vestire la maglia di leader di una corsa europea, si è aggiudicata la frazione davanti alla NGC Medical-OTC Industria Porte (a 14") ed alla Quick Step (a 23"). O meglio, questo è l'ordine d'arrivo che i cronometristi hanno fornito, ma che tante squadre - NGC Medical e Tinkoff su tutte - hanno contestato duramente.
La seconda tappa, col rituale arrivo di Toscolano Maderno su quello che ormai può essere definito "Lungolago Rebellin" (il vicentino ha vinto su quello stesso traguardo nel 2005, nel 2006 e nel 2007), ci sono state le prime vere scaramucce per la classifica generale; sul San Bartolomeo si forma un gruppo di 7 attaccanti con Rebellin, Pozzovivo, Francesco Masciarelli, Anzà, Giunti, Ratti e Pfannberger. Ratti si avvantaggia in discesa e chiude in solitaria con 6" di vantaggio sul gruppone. Pagano qualcosa di troppo i vari Visconti, Bosisio, il campione italiano Simeoni, Pellizotti e soprattutto Di Luca. La confusione per decretare il leader della generale (premiato prima Lhotellerie, poi richiamati Pellizotti, Pozzovivo e Francesco Masciarelli; infine premiato Santo Anzà), induce Bresciani, organizzatore della corsa, a sostituire i cronometristi con tanto di lamentela (giustificata).
Proprio Bosisio e Simeoni sono i protagonisti della tappa di Borno, insieme a Marco Cattaneo; i tre si avvantaggiano a circa 7 km dalla conclusione ed arrivano in quest'ordine (poderoso sprint del lecchese) con 7" di vantaggio sul gruppo del leader (che rimane Anzà).
La corsa si decide ai 1800 metri d'altitudine del Passo Maniva; la classifica è cortissima. 19 corridori sono distanziati di neanche un minuto e la salita, soprattutto all'inizio, è salita vera. Pozzovivo promette battaglia, ma Anzà è molto bravo in salita e Rebellin vorrà testarsi in vista di Pechino. La LPR si mette a lavorare, forse per il bis di Pidgornyy (vittorioso dodici mesi fa), poi tocca alla CSF. Il primo allungo è di Bosisio, il primo scatto vero è di Pozzovivo. Il gruppo si sgrana subito, davanti rimangono in pochi; poi in 4 (Anzà, Pozzovivo, Ratti, Francesco Masciarelli); poi - dopo un'altra progressione del lucano - in due: con Pozzovivo, il 22enne Masciarelli. Ratti riporta sotto Anzà, mentre Rebellin permette - da dietro - il rientro a Maisto. È lo stesso Anzà a sigillare il Brixia Tour con la vittoria di tappa.
L'ultima frazione prevedeva il classico arrivo a Darfo Boario Terme. Arrivo per sprinter, che difatti non si sono fatti pregare. Egregio il lavoro della Preti Mangimi per Mattia Gavazzi, con l'ultimo vagone (Zanotti) già ad esultare a 50 metri dal traguardo. Molto, difatti, lo scarto tra il "figliol prodigo" (è bresciano) e il ragusano trapiantato ad Iseo (Napolitano), con Simone Cadamuro a chiudere il podio di giornata.
La corsa va a Santo Anzà, con il podio completato dalla maglia bianca di miglior giovane di Francesco Masciarelli (a 9") ed Eddy Ratti (a 16").

Mario Casaldi    

 

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