Boasson, fior di norvegese - 21 anni e dei numeri da applausi
No, non è la prima volta che vediamo fare un numero simile ad Edvald Boasson Hagen, ma è sicuramente la prima occasione che abbiamo per scriverne, visto che gli altri li aveva fatti (vista la squadra in cui militava sino allo scorso anno, la norvegese Maxbo-Bianchi, e vista la sua giovanissima età) in corse minori, seppur prestigiose.
Ad esempio al Tour of Ireland dello scorso anno, sempre in questo periodo di fine agosto (la corsa irlandese parte domani), beffò i velocisti (i vari Eisel, Maxi Richeze, Bozic e Cooke) uscendo a tutta velocità da una curva e lasciandosi dietro quei 20 metri incolmabili per uno sprinter che non vuole rischiare di lanciare la volata al corridore che lo segue.
Il 21enne norvegese (è nato il 17 maggio) ha quindi in questo tipo di finali una specie di marchio di fabbrica. Non si tratta di un allungo all'ultimo chilometro, né di una volata lunga, ma proprio di un anticipo che è un mix tra uno scatto e un contropiede. Il tutto riesce ancora meglio se ci sono dei corridori in fuga o che, meglio ancora, hanno fatto il già citato allungo all'ultimo chilometro (o agli 800 metri).
Edvald Boasson Hagen parte ai 500 metri (20 metri più, 20 metri meno), col rapporto lunghissimo e l'occhio rivolto non al corridore che lo precede, ma a quello che è più vicino alla linea d'arrivo.
Oggi, sul traguardo di Bruxelles all'Eneco Tour, l'allungo all'ultimo chilometro l'ha provato il campione russo Serguei Ivanov, proprio nel momento in cui i 9 fuggitivi di giornata (tra cui i nostri Da Dalto e Marcato ed un ottimo corridore come Hoste) venivano inglobati dal gruppo, spinto dalle tirate della Française des Jeux (per Hutarovich) e della Quick Step (Steegmans), rimaste fuori dall'azione, che pareva buona fino ai 2 km dall'arrivo; Ivanov all'ultimo chilometro ed il francese Engoulvent verso gli 800 metri, grazie ad una chicane che gli aveva permesso di involarsi verso una bellissima vittoria, almeno fino alla beffa finale, arrivata a pochi metri dalla linea del traguardo.
Più guardinghe sono state Caisse d'Epargne (che ha controllato il margine dei fuggitivi per non sfavorire troppo Gutierrez Palacios) ed il Team Columbia, con Greipel desideroso di accumulare qualche abbuono in più per avere un po' di margine da poter difendere (difficilmente) nella crono conclusiva di domani, dopo aver conquistato la maglia di leader nella 4a tappa, in occasione della doppietta di Boonen (che era stato lesto ad accodarsi al "solito" tentativo di Boasson Hagen) e ancora dopo il suo successo nella 2a tappa, poi seguito dalla doppietta (tappa e maglia) del toscano Bennati in quel di Terneuzen
Così, dopo la sorpresa arrivata ieri ad Oostende da Westphal, giovane passista della Gerolsteiner che ha azzeccato (da seduto!) la volata giusta in mezzo al marasma, oggi è arrivata - meritatamente - la vittoria d'autore del giovane (anzi, giovanissimo) atleta norvegese, alla quarta vittoria stagionale dopo la cronometro al Critérium International ed il Campionato norvegese (sempre a crono), e la vittoria francese al GP de Denain in aprile.
Ecco dunque perché, pur riconoscendo all'Eneco Tour il posto di nicchia che gli spetta (è una corsa Pro Tour, vero, ma è tecnicamente molto povera ed è organizzata spesso - soprattutto negli anni scorsi - in maniera approssimativa), dedichiamo volentieri l'apertura all'atleta norvegese, corridore che attualmente è competitivo contro chiunque nei brevi prologhi a cronometro e sicuramente, visto il talento ed il potenziale, sarà molto presto competitivo contro il gotha delle due ruote a pedali sia nelle classiche più morbide, sia nelle classiche un po' più ostiche: difatti il giovanotto non è un portento in salita, ma se la cava neanche troppo male, e chissà che non si voglia - ma lo vuole già, ci scommettiamo - migliorarsi.
Già ci lecchiamo i baffi a tal proposito.