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Sole d'Italia sul Giro - Tappa a Priamo, maglia a Visconti

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Quesito: che cosa mancava ancora all'appello di questo Giro 2008 così pieno di cose? Risposta: mancava la fuga bidone. E ora abbiamo pure questa, a rendere ancora più incerto il percorso da qui a Milano, quando in realtà ancora tutte le tappe principali devono essere corse.
Un pomeriggio pieno di sole, finalmente, dopo il freddo e la pioggia dei giorni precedenti, ha accolto a Peschici la giornata d'oro di due giovani tra i più interessanti del movimento italiano, a coronare questo giorno di primavera, climaticamente e (per i nostri colori) metaforicamente e sportivamente: prima vittoria al Giro per Matteo Priamo, 26enne della CSF che faceva parte della suddetta fuga bidone, partita al km 19 (quando mancavano al traguardo 212 km); e prima maglia rosa per Giovanni Visconti, ovvero il campione nazionale, atteso all'impresa nella sua Sicilia nei primi giorni di gara, e invece giunto al bersaglio grosso con qualche giorno di ritardo.
Con la difficile tappa di domani (Vasto-Pescocostanzo, 180 km e arrivo in quota non terribile ma che lascerà davanti solo i più forti), i big erano predisposti a lasciar andare una fuga che non desse fastidio per la classifica: guai a sprecare energie di troppo, che saranno preziose in seguito. E come da copione, dopo vari tentativi hanno preso il via per l'appunto Priamo e Visconti insieme a Francesco Gavazzi, Daniele Nardello, e poi Iglinskiy, Russ, Pérez Lezaun, Martens, Backstedt, McCartney e Trusov. 11 uomini che hanno preso un margine oceanico, 16' su un gruppo con poca voglia di inseguire, che solo nel finale (tirato - per dire - un po' dalla Barloworld e un po' dalla LPR) ha limitato a 11'34" il danno.
Tra gli 11 Priamo non si sentiva sicurissimo di una volata di gruppetto in cima allo strappetto di Peschici, e allora è partito deciso. Quando? A 11 dal traguardo (che Matteo ora abbia un nuovo numero fortunato?); il passista della CSF si è portato appresso il solo Pérez, ma lo spagnolo dava evidenti segni di troppa stanchezza, e, benché abbia tenuto fino alla fine, in effetti non bleffava, visto che non ha saputo opporre nulla alla più potente volata del veneto, che si è lanciato a meno di 200 metri dallo striscione con meno convinzione di quella che era necessaria, e malgrado ciò rivelatasi sufficiente per piegare lo stracco basco.
Alle loro spalle, a parte allunghi vari sulla salita finale (Backstedt, poi Trusov e Martens), si consumava intanto l'appassionante lotta per la maglia rosa: il più vicino al vertice era il tedesco Russ, che alla partenza aveva un ritardo di 1'39" da Pellizotti; ma Visconti (che in classifica era a 13" da Russ) aveva guadagnato 6" al traguardo volante di Manfredonia, e gliene mancavano quindi 7" per agguantare il rivale. Bel rivale, tra l'altro, molto sveglio, se è vero che si è incollato alla ruota del palermitano marcandolo come nemmeno nel finale di una grande classica.
Ma Visconti aveva lasciato ogni speranza per l'erta conclusiva: o la va o la spacca, e con uno scatto sfrenato a 400 metri dal traguardo il tricolore ha finalmente staccato Russ, avvantaggiandosi di una manciata di secondi: 4, 5, 6... 7": pari tempo col tedesco, ma quando deve dire bene dice bene: l'italiano è stato infatti favorito dalla somma dei piazzamenti migliore rispetto a quella dell'uomo Gerolsteiner, e può festeggiare la sua prima maglia rosa.
Il gruppo, come detto a 11'34", non ha visto nessun movimento rilevante tra i suoi big, tutti fermi e attenti a preservarsi per domani, così Bennati ha potuto vincere la volatina per il 12esimo posto (gli vien buona per la sua rincorsa alla maglia ciclamino, che gli è stata strappata proprio da Visconti, il quale detiene al momento anche la bianca, soffiata a Possoni).
Domani sarà tutt'altra storia? Non troppo. La salita di Pescocostanzo non farà tremare i polsi a nessuno dei più forti, quindi aspettiamoci un'andamento regolare tutti insieme, con la fisiologica selezione che farà fuori quelli che non potranno vincere il Giro, e che lascerà i migliori a giocarsi il successo parziale con una volata ristretta a 20-25 unità. Facendo due più due, e considerando che l'arrivo è posto vicino a casa sua, pare normale puntare su Di Luca, che tra i più forti è anche uno dei più veloci. Riccò lo potrebbe impensierire, centrando il secondo successo di tappa in sei giorni. Ma occhio anche a Pellizotti, che ora guida il gruppo dei più forti, però tutti a oltre 9' in classifica, posizione da cui potrebbero dover aspettare una settimana (e le Alpi) per reimpossessarsi del proscenio.
Un discorso a parte merita il sommovimento in casa Serramenti Diquigiovanni: Nardello, gregario di Simoni, è ora terzo in classifica a 1'22" da Visconti, e potrebbe resistere meglio, domani, rispetto al siciliano e a Russ. Non è quindi un'ipotesi peregrina immaginarlo in rosa dopo Pescocostanzo: dopodiché che farà la Diquigiovanni? Si spremerà per difendere un primato giunto prima del previsto (e soprattutto su spalle impreviste)? Se mancavano temi intriganti in questo Giro (e non mancavano di sicuro), eccone servito uno supplementare.


Marco Grassi

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