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Sörprensen a La Toussuire - Valverde resiste. Svizzera: Freire | Cicloweb

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Sörprensen a La Toussuire - Valverde resiste. Svizzera: Freire

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Ci risiamo! Il "festival della fuga da lontano" a cui ormai, inevitabilmente, stiamo facendo l'abitudine, non sembra proprio voler giungere ad una conclusione. Per di più nelle ultime due giornate di questo festival è salita prepotentemente alla ribalta la sezione "nuove proposte", con la classe 1984 a fare il bello e cattivo tempo: se ieri quindi avevamo appena finito di tessere le lodi del russo Trofimov (che quest'oggi ha finito col pagare dazio in virtù di un normale grosso dispendio di energie), il tappone di questo Giro del Delfinato che ritrovava il traguardo in quota di La Toussuire, ha regalato la prima gioia della carriera a Chris Anker Sorensen, danese della CSC che in un anno è mezzo di professionismo aveva già messo in archivio una buona Vuelta di Spagna ed ha avuto l'occasione di vestire la prima maglia bianca di miglior giovane al recente Giro d'Italia.
Che il suo sia stato un jolly pescato alla grande lo si è capito anche dalla sua esultanza sul traguardo, col gesto della canna da pesca dopo 183 km di fatica, in cui si è gestito ottimamente sulla salita finale. Alle sue spalle intanto Valverde, seppur rimasto senza compagni di squadra negli ultimi nove chilometri, non ha mai dato l'impressione di essere in difficoltà ed anzi, ha trovato anche la collaborazione di Gesink e Szmyd quando la miccia accesa da Evans prima e da Leipheimer poi poteva in qualche modo impensierirlo. Si può pertanto tranquillamente affermare che, di fatto, nei piani altissimi della generale, non è successo nulla.
La gara si è animata attorno al cinquantesimo km, quando prendono il largo 20 uomini, che poi, lungo l'ascesa che porta alla Croix-de-Fer, restano in 12: Rolland e Halgand, Moncutiè e Moinard, Lopez Garcia (compagno di squadra di Valverde), Di Gregorio, Flecha, Goubert ed Efimkin, Sorensen, Rubiera e Van de Walle. Proprio lungo la Croix-de-Fer si registra la prima vera emozione di giornata, quando al 172° km (-61 al traguardo) il basco dell'Euskaltel Mikel Astarloza rompe gli indugi ed esce dal gruppo con l'intento di riportarsi sui fuggitivi e tentare, quindi, di far saltare il banco.
La sortita ha buon fine e, grazie anche al lavoro del compagno Oroz, che nel frattempo si era lasciato sfilare dai primi, Astarloza aggancia il gruppo dei 12 e porta a oltre 2 minuti il suo vantaggio su Valverde. Nella discesa e nel successivo tratto che precede l'ascesa finale è proprio la squadra del leader murciano ad incaricarsi dell'inseguimento, aiutata dalla Rabobank e così pian piano il vantaggio inizia a diminuire. Proprio all'inizio della salita di La Toussuire Chris Sorensen decide che è giunto il momento di andare a giocarsi concretamente la tappa e ai 19 dall'arrivo saluta la compagnia, che intanto comincia ad assottigliarsi sempre più, tanto che all'inseguimento del danese resta solo il terzetto formato da Astarloza, Lopez Garcia e Di Gregorio. Il vantaggio del danese supera ben presto il minuto mentre nel gruppo si segnala il lavoro degli uomini Rabobank, con l'ottimo Weening che scandisce il passo dinanzi a Gesink, fin quando, ai meno 11 dall'arrivo, si sposta dopo aver esaurito il proprio compito. In questa fase in gruppo si vivono attimi di incertezza, con un timido allungo di Rogers che si risolve in un nulla di fatto.
È in questa fase che Evans decide di prendere in mano la situazione e lo si capisce quando Popovych, in giornata decisamente migliore alle precedenti, prende la testa del gruppo ai 9 km dal traguardo (mentre c'è da registrare l'assenza di Cioni, quest'oggi staccatosi subito ai piedi dell'ultima ascesa) ed imprime una buona andatura che provoca un po' di selezione da dietro (tra gli altri cede Uran, l'unico Caisse rimasto di fianco a Valverde). Sorensen davanti però non perde un colpo e porta addirittura il vantaggio oltre i 2 minuti. Il primo risultato dell'azione di Popovych è il riassorbimento di Astarloza, Lopez Garcia e Di Gregorio ai -8 dal traguardo, ponendo così fine ai sogni di gloria dell'atleta Euskaltel. L'ucraino esaurisce il suo compito a 6 km dal traguardo e, dopo un tratto percorso in testa al gruppo da Gesink, finalmente c'è la sparata di Evans prima del cartello che indica i meno 5 all'arrivo. L'azione di Cadel pare buona e procede di buona lena sui pedali mentre da dietro, dopo un attimo d'incertezza, è Gesink che decide di mettersi a menare in testa a cercare di chiudere. Restano in sette ad inseguire ma il tutto va ovviamente a vantaggio di Valverde, che si giova non poco del lavoro del talento olandese. Evans difatti non guadagna più di 10 secondi ed allora (siamo a poco meno di 4 km dall'arrivo) parte in caccia anche Leipheimer, che in breve raggiunge l'australiano, anche se tra i due non sembra esserci la necessaria collaborazione per andare insieme fino all'arrivo.
Mentre il vantaggio di Sorensen appare ormai incolmabile, ancora sopra il minuto, questa volta è il polacco Szmyd a dare una bella trenata in testa che, dopo che anche Navarro si era sfilato, mette in difficoltà anche Gesink e, proprio in prossimità del triangolo rosso dell'ultimo chilometro provoca il ricompattamento del gruppetto di Valverde.
Sorensen si gode meritatamente i flash dei fotografi ed alle sue spalle un ottimo Fedrigo, scattato nell'ultimo km, va a prendersi la seconda piazza a 1'02''. Anche Leipheimer riesce nuovamente a scattare e rosicchiare qualche secondo, chiudendo 3° a 1'10'' mentre Szmyd precede Valverde per la quarta piazza a 1'15'', con Evans 2 secondi più indietro. Ottima la prova odierna di Matteo Carrara, che chiude 9° a 2'11'' mentre perdono terreno Astarloza e Monfort. In classifica generale nulla cambia nelle prime 3 posizioni, con Valverde che conserva 39'' su Evans e 1'24'' su Leipheimer mentre guadagnano posizioni Gesink (4° a 2'47''), Zubeldia (5° a 3'19'') ed entrano in top ten Szmyd (8° a 4'29'') e Rogers (10° a 5'33'').
Domani ultimo atto con arrivo a Grenoble, anche se scalzare Valverde sembra ormai sempre più improbabile. (Vivian Ghianni)

Trecento chilometri più a nord-est, in Svizzera, nella zona dell'Emmental, ha preso il via l'altra corsa a tappe caratteristica del pre-Tour (e del pro-Tour). Se in Francia si stanno dando battaglia Valverde, Evans e Sastre, da Langnau prendono il via Cunego, Dekker e gli Schleck, tutti in attesa di darsi battaglia tra una ventina di giorni o poco più.
Dopo una ventina di chilometri si forma la fuga di giornata: Loosli, Zampieri e Landaluze guadagnano più di 8' prima che il gruppo, guidato dalla CSC (con Cancellara in grande evidenza) iniziasse sul serio l'inseguimento. In vista delle ultime asperità anche la Quick Step di Visconti e Devolder si è schierata davanti. Puntuale infatti, sull'ultima ascesa, è arrivato l'allungo del campione belga, francobollato da vicino da Cunego (in bianco Pro-Tour per l'occasione) e gli Schleck che non gli hanno mai lasciato troppo spazio. Perdono invece irrimediabimente terreno Ballan, Napolitano e Pozzato, mentre McEwen già da un po' ha salutato le posizioni buone.
L'ultimo a provare a far la differenza è Dani Moreno, recente vincitore di una tappa alla Biciletta Basca, che però viene riassorbito poco dopo lo scollinamento. Questi tentativi, pur senza successo, stroncano le velleità dei tre che, dopo essere scollinati all'ultimo Gpm con un minuto abbondante, si devono arrendere ad una scatenata Rabobank. Gli orange (aiutati da qualche uomo Gerolsteiner), accortisi di avere un Freire in una delle sue giornate di grazia, si lanciano pancia a terra all'inseguimento dei fuggitivi e li riprendono ai meno 3. La volata è così lanciata e il tricampeòn regola senza troppi problemi un gruppo di una cinquantina di corridori. Secondo è Elmiger, terzo Kirchen, buon settimo Capecchi.
L'unica sorpresa di giornata è Thomas Dekker, uno dei papabili per la vittoria finale, che è giunto all'arrivo in penultima posizione a un quarto d'ora dai primi. La squadra dice che non è andato con l'assillo della classifica, quindi c'è da star tranquilli. Vedremo.
Domani, con l'arrivo in salita di Flumserberge, i favoriti sono attesi ad un test vero sul loro stato di forma. Gli ultimi undici chilometri, con pendenze intorno all'8-9%, potranno farci capire di più sui valori in campo.

Giuseppe Cristiano

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