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Sella unico sole del Giro - Riccò non attacca, Di Luca salta

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Vincere tre tappe di alta montagna in un Giro: quanti possono dire di averlo fatto? Solo alcuni fra i grandissimi di sempre. E in questo club esclusivo ora c'è anche Emanuele Sella, che l'impresa l'ha compiuta (a Pampeago, Fedaia e oggi Tirano) in una corsa rosa particolarmente ricca di uomini che in salita vanno bene: Riccò, Contador, Simoni, Di Luca, tanto per fare qualche nome. Quindi Sella, che li ha battuti tutti (consacrandosi per di più miglior scalatore anche per l'apposita classifica) e che diventa l'icona del Giro 2008.
Sella e la sua maglia verde, Sella e la sua sfortuna (tra cadute e forature inopportune), Sella e i suoi attacchi sempre più consapevoli, Sella e le sue lacrime, prima di rabbia, poi di gioia, oggi di pura commozione.
Commozione per aver vinto nella tappa di Gavia e Mortirolo, quella che nel 1994 consacrò un certo Marco Pantani. E commozione per aver capito di essere entrato definitivamente nei cuori degli appassionati, che in lui forse rivedono un po' dell'epopea dello stesso Pantani, capace di assaggiare tante volte l'asfalto ma di rialzarsi per tornare a vincere in maniera esaltante. Del resto non capita così spesso che un corridore quinto in classifica (ed è destinato a scendere nella crono di domani), e quindi fuori dai giochi per il successo, ottenga più copertine e attenzioni di chi il Giro lo sta per vincere.
Se succede questo, però, non è solo perché Sella è speciale. Succede anche perché quelli che il Giro se lo disputeranno, sui 28 km conclusivi di domani pomeriggio, hanno un po' mancato l'appuntamento con la grande impresa. E parliamo di Contador, Riccò, Di Luca, uno che rischia di vincere il Giro senza conquistare neanche una tappa, l'altro che doveva attaccare e non l'ha fatto, e l'altro ancora che è addirittura naufragato con un ritardo pesante.

Gavia e Mortirolo
Prima del Gavia la maglia rosa aveva perso Klöden, gregario speciale appiedato dalla bronchite: ma resterà questa l'unica notizia negativa nel giorno di Contador.
Sul Gavia la corsa si è ravvivata, ma solo per le seconde linee: fuga di Pérez Cuapio e Baliani (compagni di Sella: il segnale che il vicentino aveva in mente bei progetti) con altri uomini, tra cui Colom, luogotenente di Contador. Lungo la discesa proprio Pérez, Colom e Baliani si sono ricompattati, prima che il messicano si staccasse a inizio Mortirolo.
Fin qui, nessun segnale dai big. Ma questi segnali li abbiamo aspettati invano anche sullo stesso Mortirolo: il tanto atteso attacco di Riccò non c'è stato, col modenese evidentemente meno brillante di ieri e di quanto lui stesso immaginasse. Ci hanno provato Simoni e poi Sella, ma senza fare il vuoto, con Contador sempre in perfetto controllo della situazione. Patimenti invece per Bruseghin (ma si sapeva, su queste pendenze), Pellizotti e - udite udite! - Danilo Di Luca: il quale già non era stato eccezionale (anche se al mattino aveva provato a muovere la pedina Bosisio in avanscoperta), ma poi a un paio di km dalla vetta è andato del tutto fuori giri, perdendo le ruote di Pellizotti e con esse la possibilità di rientrare in discesa: nella picchiata infatti tutti gli uomini di classifica si sono riuniti (riprendendo anche Colom che era rimasto solo in testa), ad eccezione dell'abruzzese.

L'Aprica
Anche con l'aiuto di Karpets, trovato strada facendo, Danilo ha provato a riavvicinarsi, ma è stato respinto dall'Aprica. Sull'ultima salita del Giro, Sella non ha aspettato neanche un secondo: è scattato subito, e malgrado le pendenze non eccezionali, ha fatto il vuoto. Alle sue spalle si sono mossi prima Simoni e poi Joaquím Rodríguez, ma troppo tardi per mettere in discussione la squillante vittoria di Emanuele.
Gli uomini di classifica sono quindi arrivati a Tirano tutti insieme, a parte Di Luca persosi sulle Alpi. Tra tutti, il più nervoso ancora una volta Riccò, che non ha potuto impedire che Sella e poi Simoni e Rodríguez, col loro avvantaggiarsi, gli togliessero la possibilità di guadagnare al traguardo un abbuono che l'avrebbe fatto vestire di rosa. Magari fugacemente, ma sempre rosa era.

E ora il gran finale
Domani nell'ultima tappa del Giro 2008, la Cesano Maderno-Milano, 28,5 km di cronometro, quella maglia rischia invece di sfuggirgli definitivamente, perché Contador parte coi favori del pronostico che lo vogliono superiore all'italiano nelle prove contro il tempo. 4", quattro soli secondi tra i due, rischiano di diventare un incubo per Riccardo.
Ma occorre dire che, se pur lo spagnolo è in effetti molto favorito, Riccò ha il dovere di crederci fino in fondo: le crono conclusive dei grandi giri spesso riservano sorprese, e il madrileno ha perso in passato corse importanti all'ultima crono (un Giro di Romandia da Evans e un Giro dei Paesi Baschi da Di Luca). Qualche margine di speranza per Riccardo, insomma, c'è.
E potrebbe esserci addirittura per Marzio Bruseghin, che col crollo di Di Luca e una sapiente gestione delle proprie risorse tra Mortirolo e Aprica, è ora terzo in classifica a 2' netti da Contador. Bruse ha vinto la crono di Urbino, e potrebbe benissimo ripetersi domani: e vuoi vedere che lo scherzone allo spagnolo in rosa lo fa proprio il vecchio Marzio?

Marco Grassi

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