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Pellizottimo plana sul Plan - Sella 2°, sfiorato il tris leggendario

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Incredibile, questo Giro; e indecifrabile. Ogni giorno ci si aspetta che la corsa rosa sciolga qualche dubbio, qualche interrogativo, e ogni giorno invece la situazione si ingarbuglia di più.
A Plan de Corones, nella cronoscalata più dura di tutti i tempi, è rientrato in gioco Pellizotti, che i più davano ormai come destinato alle posizioni di rincalzo e niente più. Invece il capitano della Liquigas ha vinto la tappa, sorprendendo tutti e principalmente Emanuele Sella, che per qualche minuto ha accarezzato la prospettiva di un tris che sarebbe stato leggendario.
I 13 km di scalata, metà su strada asfaltata e metà su sterrato, promettevano ai corridori soprattutto tanta fatica. Che è arrivata, ma insieme allo spettacolo e a importanti smottamenti in classifica, per una tappa che - organizzata tra notevoli difficoltà logistiche (strada troppo stretta per far passare le ammiraglie, poco spazio in cima e via discorrendo) - è destinata a restare nella memoria; e RCS Sport stavolta merita i complimenti per aver pensato e realizzato questa che per qualcuno resterà una follia nel ciclismo moderno.
Sella la tappa l'ha conclusa in 40'32", a una media di 19 km/h (per dire la durezza della salita), e al suo arrivo era nettamente in testa, con 43" su un redivivo Rujano. Il vicentino, fino alla fine in testa all'intertempo, si è però visto superare al traguardo da Franco Pellizotti, regolare nella prima parte di salita (in cui era staccato di 22" dal capitano della CSF) e strepitoso nella parte in sterrato, in cui ha dato al Salbaneo 28".
E il fondo non asfaltato ha nuociuto paradossalmente ai più scalatori della compagnia, visto che non ci si poteva alzare sui pedali perché la ruota posteriore tendeva a slittare via (a causa del manto viscido e instabile). Così Sella ha perso terreno negli ultimissimi chilometri, e stesso discorso vale per Riccò, che nella sua lotta diretta con Contador era partito peggio, si era ripreso benissimo a metà scalata, e ha perso ancora qualcosina in cima, anche se possiamo dire che praticamente i primi due della generale si sono equivalsi.
Pellizotti ha dato 6" a Sella e 17" a un Simoni magistrale: nella terza settimana Diesel-Gibo, che ora è anche terzo nella generale, difenderà coi denti quello che sarebbe il suo ottavo podio nel Giro (nessuno come lui). Benino Contador e Riccò, staccati di 22" e 30" da Pellizotti, così così - rispetto alle attese - Bruseghin e Pozzovivo (1'04" e 1'43" di ritardo), male invece (sempre secondo quanto ci si attendeva) Di Luca e soprattutto Menchov: entrambi nei dieci di tappa, ma con distacchi di 1'45" e 1'49", che è molto di più di quanto i due pensavano di pagare.
La classifica è meno corta di ieri sera, anche se le distanze sono comunque limitate: Contador in rosa ha 41" su Riccò, 1'21" su Simoni, 2'00" su Bruseghin, 2'05" su Pellizotti, 2'18" su Di Luca, 2'47" su Menchov, 4'25" su Sella. Distacchi che se confrontati con quanto visto finora paiono pesantini, ma che non lo sono affatto per quel che ci dice la storia delle grandi gare a tappe: due minuti volano via come niente, e ci sono due tapponi che, al cospetto della tre giorni dolomitica, sono passati un po' in second'ordine; ma che hanno spazio per stravolgere non una ma dieci classifiche del Giro.
Quindi ora godiamoci il secondo giorno di riposo domani, facciamo passare le due tappe interlocutorie di mercoledì e giovedì, ma prepariamoci a rituffarci da venerdì in quella che è una storia ancora tutta da scrivere, verso un finale che darà poi la cifra reale di tre settimane intense, faticose, incerte, e che presentano, a sei tappe dalla fine, ancora otto uomini che hanno tutte le carte in regola per vincere a Milano. Se non è un bel romanzo questo...

Marco Grassi

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