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Parte da casa la caccia rosa - Nibali e il Giro che nasce in Sicilia

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A pochissimi giorni dalla partenza del Giro d'Italia, andiamo a scoprire come sta vivendo questa interminabile vigilia un possibile grande protagonista della Corsa Rosa, Vincenzo Nibali, tra pensieri di Liegi, tapponi, crono, Astana e, verosimilmente, Tour. Il tutto condito con lo spettro di Basso (e forse anche quello di Di Luca) che incombe sul suo prossimo futuro.
Vincenzo, mancano ormai pochissimi giorni al Giro. Con che condizione ci arrivi?
«Arrivo con una buona condizione, già palesata nelle ultime gare, tra Trentino e Liegi».
A proposito di Liegi, lì hai disputato un'ottima corsa, pur avendo di fronte corridori che l'avevano preparata specificamente e che non ritroverai sulle strade del Giro. Sei soddisfatto della tua gara?
«Sì, un decimo posto finale che mi fa molto onore, anche perchè non avevo avuto molto tempo per smaltire le fatiche del Trentino. Quel che è certo è che tornerò per vincerla».
Ti faccio un nome su tutti: il tuo quasi coetaneo Andy Schleck. Che impressione ti ha fatto?
«Andy lo abbiamo conosciuto un anno fa al Giro e non è certo una novità. È molto forte e sarà un bell'avversario nei prossimi anni».
Ora andiamo con ordine: la cronosquadre di Palermo. La tua squadra è un pochino meno adatta a questa prova rispetto allo scorso anno, poi la presenza di una corazzata come l’Astana fa paura. Che distacchi pensi che ci saranno tra le squadre degli uomini di classifica e, tra queste, dove collochi la Liquigas?
«La crono non è molto lunga, meno di 25 km e i distacchi saranno molto contenuti, nell'ordine del minuto. Noi pensiamo di poter fare un'ottima prova anche perché, pur senza Di Luca e Gasparotto, avremo un grande passista come Bennati che ci darà una grossa mano».
Poi fino alla crono di Urbino pochissime tappe dove star rilassato, pur mancando il classico primo arrivo in salita, stile Montevergine. Ritieni che ciò possa essere un vantaggio o uno svantaggio per te? Agrigento, Catanzaro, Contursi, Peschici, Pescocostanzo e Tivoli: quale di queste sarà la tappa più insidiosa?
«In effetti bisognerà stare molto attenti, ma i migliori saranno tutti lì fino alla prima crono. Fin lì nessuna tappa sarà decisiva».
Crono di Urbino: 40 km di cui 19 di sostanziale pianura poi due salite, la prima più lunga (quasi 5 km) la seconda più breve (1,5 km). In mezzo e dopo tanti saliscendi e strada che comunque tende a salire. Nel complesso molto dura. Per un corridore come te, forte a crono ma anche in salita, meglio una crono del genere o una per specialisti prevalentemente piatta?
«Non essendo uno specialista puro, questo genere di prove sono quelle che prediligo. Poi, trovandosi all'interno di una corsa a tappe, ancora meglio. Certo, i favoriti saranno i Klöden e i Leipheimer, ma io credo di potermi difendere bene da loro e guadagnare sugli scalatori».
Poi tappone appenninico con il Carpegna: l'hai visto? Che pensi succederà?
«Ho guardato l'altimetria con attenzione. La tappa è difficilissima e, se verrà fuori una corsa tirata, i leader potrebbero trovarsi soli già sul Carpegna. A quel punto può succedere di tutto, dalla volata di gruppetto all'attacco decisivo per la classifica».
Dopo qualche giorno cominciano le Alpi, durissime: qual è la tappa che ti fa più paura e dove si deciderà il Giro secondo te?
«Pampeago, Fedaia, Plan de Corones e Monte Pora. Questo Giro è sicuramente più duro di quello dello scorso anno e in queste tappe, ogni giorno può succedere di tutto».
Si arriva alla crono finale: ci sarà ancora tempo per delineare la generale o semplice passerella?
«Quest'anno ci hanno tolto la classica passerella in linea, ma credo che, sostanzialmente, i giochi saranno fatti alla vigilia di questa crono. Magari sarà buona per definire qualche posizione di rincalzo».
Ti senti realmente in grado di lottare per la maglia rosa fino a Milano o ti accontenteresti di portarla qualche giorno o, in alternativa, vincere una tappa e piazzarti nei dieci?
«Non sono solito sbilanciarmi. Sicuramente sarà molto difficile vincere il Giro, ma questa volta non voglio pormi limiti. Parto per vincerlo, per essere tra i protagonisti giorno per giorno, poi si vedrà, strada facendo».
Vincere la maglia bianca potrebbe essere un reale obiettivo di cui andare soddisfatti, visto che a contenderla ci sarà un ottimo corridore come Riccò?
«L'anno scorso la maglia bianca era il mio obiettivo ma non sono riuscito a vincerla. Quest'anno non lo considero un obiettivo ma se arriva, ben venga».
Il fatto di partecipare al Giro potrebbe compromettere la tua partecipazione alle Olimpiadi, visto che i principali concorrenti alla maglia azzurra, Di Luca a parte, saranno al Tour a rifinire la condizione per quell'appuntamento?
«No, non credo. Anche perché, a seconda di come uscirò dal Giro, potrei andare a fare anch'io il Tour. La maglia azzurra per Pechino, anche e soprattutto per la crono, è un altro mio obiettivo stagionale».
Analizziamo un po' i partenti della Liquigas per il Giro: Bennati, Carlström, Cataldo, Miholjevic, Noè, Pellizotti, Wegelius, Vanotti e te. Decisamente sbilanciata per voi uomini di classifica, il Benna dovrà un po' arrangiarsi...
«Daniele sta andando molto forte e saprà far bene nelle tappe non troppo dure, anche senza corridori che lo lanceranno nelle volate. Per il resto la squadra è molto simile a quella dell'anno scorso dove abbiamo dimostrato di essere prima di tutto un gruppo affiatato di amici prima che compagni di squadra. Io penso che potremo fare molto bene».
Che cambia per te e per la tua squadra con la presenza dell'Astana, richiamata all'ultimo momento da Zomegnan?
«Eh, cambia tanto (ride). Sinceramente questo invito mi ha sorpreso non poco e, probabilmente, ha sopreso anche loro che non avranno potuto preparare al meglio il Giro. Comunque sia, la presenza di Contador, Klöden, Leipheimer, supportata da gente forte come Gusev e Colom, sposterà di molto gli equilibri della corsa e garantirà al Giro quella dimensione di internazionalità che molti invocavano nelle scorse settimane».
Se i kazaki, nell'ultima settimana, dovessero ritrovarsi con la maglia rosa, si potrebbe ipotizzare una sorta di alleanza tra i corridori italiani o la ritieni un'ipotesi fantaciclistica?
«Solo ipotesi fantaciclistica».
Capitolo Basso: dal 2009 Ivan vi affiancherà in squadra. Sicuramente un ottimo affare per la Liquigas. Ma, sinceramente, come hai accolto la notizia, dopo che la società aveva sbandierato ai quattro venti la fiducia per i giovani come te e Kreuziger, per non parlare di Franco Pellizotti, ormai non più giovanissimo?
«Sicuramente Ivan sarà un grosso valore aggiunto per la nostra squadra e per la Liquigas rappresenta un po' una rottura con le regole imposte dall'alto negli ultimi tempi. Per quanto mi riguarda non credo che interferirà più di tanto con i miei programmi. Nei prossimi due anni ci divideremo tra Giro e Tour e anche Roman e Franco avranno i loro spazi. Già in più di un'occasione abbiamo dimostrato come la convivenza tra più leader sia possibile».
Si è anche parlato – parole di Amadio – di un possibile reinteressamento a Di Luca. Sapevi di questa storia?
«Sì, ho letto sui giornali e anche lo stesso Amadio me ne ha parlato. Danilo è molto legato alla nostra squadra ed è normale un riavvicinamento tra le parti. Comunque credo che la cosa sia difficile, ma nel caso andasse in porto, vale lo stesso discorso fatto per Basso».


Giuseppe Cristiano

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