Infinito Sella, infinito volo - Riccò guadagna, Contador in rosa
Cercheremo di non lasciarci prendere la mano, ma di fronte a quello che ha fatto in due giorni Emanuele Sella non c'è in realtà molto da fare: solo togliersi il cappello ed esprimere la massima ammirazione.
Dopo aver già vinto il tappone di Alpe di Pampeago con una lunga fuga ieri, il vicentino si è ripetuto in maniera - se possibile - ancora più eclatante, nella cavalcata dolomitica passata attraverso 6 gran premi della montagna, su cui lo scricciolo della CSF è passato per primo: primo, sempre lui, su ogni montagna. Fino all'arrivo posto in cima alla devastante Marmolada.
In fuga dal mattino con altri 9 (tra cui, come ier, Bettini, Joaquím Rodríguez e Voigt), Sella si è giovato dell'aiuto del compagno Baliani, che ha tirato a lungo. Il gruppo, memore di quanto avvenuto 24 ore prima, non ha lasciato spazio, con la LPR di Di Luca sempre a tirare per tenere il distacco sotto i 3' tra Pordoi, San Pellegrino, San Tomaso Agordino e Giau.
Ecco, il Giau. Terz'ultimo colle di giornata, e molto duro: sulle sue pendenze hanno perso contatto molti favoriti: Klöden, Leipheimer, Savoldelli, Nibali, Piepoli, Bruseghin, e anche se qualcuno è poi rientrato, è parso evidente che quelli messi meglio erano Riccò, Contador, Simoni, Di Luca, Pellizotti, Menchov e Pozzovivo, piccolo compagno di Sella.
Sul Falzarego un Nibali rientrato sui migliori nella precedente discesa ha provato l'allungo con Pérez Cuapio, e si è portato sui battistrada al termine della picchiata. Ma a inizio Marmolada Sella è scattato di nuovo, definitivamente, e non l'hanno visto più: addirittura ha guadagnato ancora sui big, ben due minuti abbondanti, con una prestazione enorme: vincere due tapponi dolomitici consecutivi è impresa riuscita a pochi. E tra questi c'è un certo Marco Pantani.
Alle spalle della memorabile impresa di Emanuele Sella è infuriata sulla Marmolada, ultimo colle di giornata, la lotta per la maglia rosa. Prima hanno ceduto tutti i gregari, poi a 5 km dalla vetta è stato Pellizotti, come già sul Giau, a rompere gli indugi e a scattare insieme a Pozzovivo. Ovvio che i meno scalatori della compagnia (Bruseghin su tutti) abbiano patito e siano rimasti attardati, anche se Marzio con grande esperienza e capacità di gestirsi non è andato alla deriva ma anzi salvaguarda un'onorevolissima quarta posizione nella generale (laddove lo scorso anno proprio nella tappa del Giau diede addio ai sogni di podio).
Ma ugualmente tra gli uomini di classifica non ce n'era uno in grado di fare davvero la differenza, anche oggi come ieri. Anche se Riccò è stato nettamente migliore rispetto a Pampeago: un suo forcing ha permesso di neutralizzare il tentativo di Pellizotti, e subito dopo Riccardo ha proposto qualcuno dei suoi scatti: uno, due, tre, in serie, a fiaccare le resistenze dei rivali. Sul secondo allungo del modenese è stato ripreso Nibali (che poi si è subito staccato, senza poter aiutare Pellizotti: tattica da rivedere in casa Liquigas), mentre Simoni e Di Luca non se la passavano proprio benissimo, pur restando in zona.
Ai 4 km è stato però Pozzovivo a salutare la compagnia per andarsene tutto solo verso il secondo posto di giornata (a completare il trionfo CSF, che vede tra l'altro i due minuscoli scalatori piazzati al nono e decimo posto della generale): non ha guadagnato tanto, il grimpeur lucano, ma quel tanto gli è bastato per ottenere il suo miglior risultato al Giro. Subito dopo Riccò, al quarto scatto, è riuscito finalmente a evadere: la situazione, in continua evoluzione, ha visto a quel punto una discreta ripresa di Simoni, che si è riportato (con un Di Luca in ripresa anche lui) su Contador e Menchov, che sulle prime erano rimasti insieme e soli sull'attacco di Riccò.
Il quartetto inseguitore (Pellizotti si era staccato definitivamente) ha tenuto a distanza di sguardo Riccò, ma nessuno dei 4 è riuscito a rientrare sul modenese: ci ha provato Contador, con un allungo ai 2 km, ma è stato Di Luca a reagire riportando Simoni e Menchov sullo spagnolo. Danilo aveva talmente ritrovato freschezza che all'ultimo chilometro è scattato in prima persona, staccando i rivali e arrivando da solo a un passo da Riccò, mentre Simoni e Contador staccavano Menchov negli ultimi metri.
Come si intuisce, i distacchi tra i favoriti sono sempre minimi: Contador è la nuova maglia rosa (Bosisio ha perso un quarto d'ora). Il madrileno ha 33" su Riccò, e Di Luca è a soli 55", e poi ci sono Bruseghin a 1'18", Menchov a 1'20", Simoni a 1'26": 6 uomini tra i quali la lotta è serrata e apertissima, ma domani nella cronoscalata di Plan de Corones Contador potrebbe far capire a tutti che vuol essere il padrone definitivo di questa maglia rosa.
Riccò è il suo principale contendente, ma è di fatto senza squadra, visto che Piepoli, caduto nella discesa del Falzarego, si è dovuto ritirare e non potrà dargli il consueto aiuto nei restanti tapponi alpini, venerdì e sabato.
Di Luca ha una formazione più coesa intorno (anche perché ormai è il leader unico della squadra, e Savoldelli e Bosisio non penseranno più ai loro traguardi) e pare in crescita, anche se lui stesso dice di non essere ai livelli di un anno fa; Simoni è il solito montanaro tenace che non molla, ma non ha lo spunto delle stagioni migliori, anche se un fondista come lui farà bene nella terza settimana; un passetto indietro Bruseghin, che probabilmente non vincerà il Giro, ma per il quale un posto sul podio può essere alla portata. E infine Menchov, che dopo due settimane di anonimato è stato uno dei più convincenti nella due giorni dolomitica. Questi sono i sei uomini per Milano: i nostri sono più numerosi, ma i due stranieri sono di assoluta qualità: e l'incertezza e l'equilibrio regnano sovrani.
Marco Grassi