Illusi, delusi, derisi, esclusi - Giro, NGC fuori: Camussa si sfoga
"Milano, domenica 4 maggio 2008 - Dopo approfondito esame della situazione generale del ciclismo attuale ed in particolare delle prestazioni e dei comportamenti nella prima parte della stagione di tutte le squadre invitate (con riserva) il 1° febbraio 2008 al 91° Giro d'Italia, i dirigenti di Rcs Sport e di Apuana Team (sponsorizzata da NGC Medical e Otc) sono addivenuti alla decisione comune di rimandare l'esperienza-Giro per la giovane squadra affiliata in Svizzera ad un momento più propizio per la stessa, che resta fermamente intenzionata a dimostrare compiutamente quel valore tecnico auspicato da tutti, ma rimasto sinora inespresso. [...] Per completare il lotto delle 22 formazioni (9 atleti ciascuna) originariamente previsto per la partenza di sabato 10 maggio da Palermo e alla luce dei risultati registrati nelle ultime settimane a livello mondiale, RCS Sport opta conseguentemente di accettare la candidatura del team Astana a partecipare al 91° Giro d'Italia".
Nel testo del comunicato ufficiale RCS di ieri, i contenuti del vero e proprio ribaltone che ha movimentato la lunga vigilia del 91esimo Giro d’Italia: l’Astana, esclusa dalla lista resa nota il 1° febbraio scorso, quando si precisò che “Squadre, corridori, staff, souiveurs: tutti sono invitati con riserva; RCS Sport si riserva di ritirare l’invito unilateralmente in ogni momento.” E così in effetti è stato: la NGC Medical–Otc Doors è stata sacrificata sull’altare del “coup de théatre” organizzato da Zomegnan a sette giorni dalla cronosquadre di Palermo: Contador, Kloden e Leipheimer a lottare per la maglia rosa, dando alla corsa quell’internazionalità che da più parti s’era invocata.
Certo, è innegabile che la sostituzione dell’NGC con una corazzata come il team kazako, soprattutto in virtù della formazione che prenderà il via in Sicilia, innalzi lo spessore tecnico del prossimo Giro d’Italia. Non poche del resto erano state le voci critiche nei confronti di RCS, quando L’NGC venne preferita all’Acqua&Sapone di Garzelli, grande protagonista dell’edizione 2007; né mancò chi fece notare che NGC Medical sponsorizza le corse organizzate da RCS e quindi il Giro stesso e che questo poteva aver influito sulla decisione.
Quello che però sconcerta è la tempistica con cui l’avvicendamento tra Astana ed NGC è stato reso noto, alle squadre stesse e ai media. Perché se appare indubitabile che il team kazako abbia ricevuto da tempo precise rassicurazioni da Zomegnan su qualcosa più di uno spiraglio per la partecipazione al Giro 2008, il rovescio della medaglia parla di un team “minore” che viene privato della più importante vetrina nell’imminenza della corsa. Abbastanza per andare su tutte le furie, abbastanza per scatenare un polverone mediatico contro RCS Sport; invece si parla di una “decisione comune” tra RCS stessa e i vertici del team diretto da Pier Giovanni Baldini, mentre lo stesso Baldini si rifiuta di rilasciare dichiarazioni, chiudendosi in un sobrio quanto incomprensibile silenzio.
Certo, se di “decisione comune” realmente si tratta, non sarà maturata in una notte e a questo punto la tardiva comunicazione ai corridori – come si vedrà in seguito – appare una carognata bella e buona. Se di “decisione comune” si tratta, se non si tratta solo di una formula eufemistica, l’improvviso, l’inatteso, l’estemporaneo pare essere tale solo per due realtà: i media e i corridori.
Ai media – e quindi al pubblico – è stato dato in pasto il succulento boccone della “notizia-bomba”, l’entusiasmo di un Giro che si arricchisce di nuovi, fortissimi e stranieri protagonisti: perfetto per far impennare l’attesa attorno alla corsa rosa, quando maggiormente ce n’è bisogno, ovvero a una settimana circa dal via. Un’operazione di marketing sportivo da dieci e lode. Come contorno, la triste storia dell’ingiustizia contro l’NGC, piccola e giovane squadra di bravi ragazzi, che dimostreranno il loro valore in un’altra occasione, ripassare un’altra volta. E così, anche il team di Baldini ha avuto il suo palcoscenico: prima citata e menzionata nelle startlist e nelle discussioni di tre mesi riguardanti il Giro, è balzata ancor più agli onori delle cronache per l’ingiustizia subita. Una perfetta strategia mediatica, un altro dieci e lode da assegnare, se è vero che anche noi ci troviamo a dedicare l'apertura al team italo-svizzero.
Ai corridori è toccato invece il boccone amaro di un sogno sfumato in extremis, una vetrina importantissima che va in mille pezzi, con preparazione e programmi da rivedere e soprattutto un morale da ricostruire. E se il Presidente dell’ACCPI Amedeo Colombo afferma che, a parte l’anomala tempistica e il dispiacere per i ragazzi dell’NGC, “La decisione di Zomegnan può essere considerata un passo in avanti, un fatto positivo nell’ambito delle relazioni tra UCI e RCS Sport”, non stupisce che una volta di più il ruolo di vittime sacrificate ad interessi altri e altrui sia toccato ai corridori.
Appurato del silenzio – che, come si sa, può essere eloquente – del team manager Baldini e dei vertici dell’NGC Medical, nonché della sparizione del marchio NGC tra i partner del 91esimo Giro d’Italia, al lettore il compito e il diritto di pensare di tutta la controversa vicenda ciò che preferisce. Noi vi affidiamo le parole di Piergiorgio Camussa, un ragazzo di ventisei anni che ha dovuto rinunciare, per ora, al sogno del Giro d’Italia.
Piergiorgio, come stai vivendo questi giorni?
Eh, di sicuro è una bella mazzata. Cerco di risollevarmi il morale con un po’ di allenamento: stamattina ho fatto due ore e mezza, un po’ aiuta a non pensare...
A non pensare...?
A non pensare che il Giro era una vetrina unica per un corridore come me e i miei compagni, per la copertura televisiva, ma non solo. E poi secondo me la partecipazione del nostro team era anche un segnale di speranza per le realtà più piccole che operano nel nostro mondo. “Era”, per l’appunto...
Quando vi hanno comunicato la poco lieta notizia?
Sabato sera, dopo Larciano, ce l’hanno detto ufficialmente. Ciò che è certo è che la notizia della nostra probabile esclusione era nell’aria da qualche giorno, con mezze voci che circolavano sia tra noi del team che in gruppo.
Vi hanno spiegato le ragioni della decisione di RCS?
Beh, le motivazioni ufficiali sono quelle del comunicato degli organizzatori, legate al ricorso al Tar del Lazio da parte di una squadra e a ragioni tecniche.
Nello stesso comunicato si parla di una “decisione comune” tra RCS e i vertici della tua squadra.
La verità è che nessuno di noi corridori ci ha capito granché di tutta la vicenda. Io stesso ho sentito, tra ieri e oggi, alcuni dei nostri tifosi quasi in lacrime e non ho saputo dar loro una vera spiegazione. Se c’è stato un accordo tra Zomegnan e i nostri capi vorrei capire in che termini è stato. Poi leggevo che ci s’è messo anche il Governo kazako e mi viene quasi da pensare che hanno ammesso l’Astana perché in caso contrario ci tagliano il gas. Che è una battuta, ma qua c’è proprio poco da ridere, la situazione è paradossale...
Soprattutto per la tempistica. Saperlo solamente una settimana prima suona come una beffa.
Beh, ci sono stati casi anche più clamorosi dei nostri, come l’esclusione di Pantani e Cipollini dal Tour de France, ma di sicuro loro l’avevano saputo molto prima. È una situazione figlia di questo ciclismo senza regole, in cui ognuno difende il proprio orto e nessuno pare in grado di guardare al di là del proprio naso. Intanto gli sponsor scappano e come dar loro torto? Dove lo trovi uno sponsor che è disposto ad investire e trovarsi poi di fronte a sorprese come questa? Basta vedere come una squadra importante come l’High Road sia ancora senza uno sponsor per il prossimo anno per capire che di questo passo ‘sto sport non andrà avanti per più di dieci anni. Faremo tutti gli amatori...
Difficile trovare la voglia di pensare agli altri obiettivi di stagione...
Eh sì, ci vorrà qualche giorno per rimettere insieme i cocci, poi si tratterà di cercare il riscatto sportivo; anche se lo sport sembra contare proprio poco ormai... Ad ogni modo, si dovrebbe ripartire dal Giro di Slovenia, poi Memorial Pantani e – inviti permettendo – il GP Argau di Gippingen. Poi Campionato Italiano, Giro d’Austria e le gare italiane di agosto, dove speriamo di farci davvero notare. Certo ora come ora l’incertezza e lo scoramento la fanno da padroni...
Non so se consola, ma questa condizione è abbastanza diffusa nel ciclismo odierno...
In effetti, lo stesso Contador si trova nella situazione di non poter correre – salvo sorprese appunto – il Tour che ha vinto l’anno passato, per non parlare di Operación Puerto, con corridori come Basso e Scarponi che stanno pagando e altri nomi che non sono saltati fuori... Serve una nuova dirigenza UCI, servono appassionati di sport e di ciclismo, che valorizzino le corse con una tradizione alle spalle e siano meno ossessionati dall’aspetto economico. E servono criteri di meritocrazia per gli inviti alle corse, perché siamo al punto che gli organizzatori si comportano in stile “Io ho portato il pallone e io decido”...
Criteri che sarebbero la ragione d’esistere del Pro Tour.
Infatti, si torna al punto di partenza. Sarebbe bastato un Pro Tour a sedici squadre, che desse spazio anche alle realtà minori, per sopravvivere e crescere. Non si tratta di soluzioni o concetti particolarmente difficili, quello che manca è la volontà di metterle in atto.
Intanto c’è da rimettere insieme i cocci, come dicevi, e tirare avanti...
Tutto sommato alle delusioni, in termini sportivi, noi corridori siamo abituati sin da ragazzini, dalle prime corse andate male. Il problema vero sono le nostre famiglie, gli amici, i tifosi, che faticano ad accettare situazioni come questa in cui ci siamo trovati, faticano a districarsi tra Pro Tour, wild card e amenità simili... Ma io stesso vorrei capire le vere ragioni di quello che ci è successo. Non che serva a molto, le valigie sono già disfatte, però vorrei capire come funziona questa macchina stritolapersone che è diventato il ciclismo.
Stefano Rizzato