Il diluvio, poi Bertolini - Tanto fermento, ma nulla di fatto
Attacchi, contrattacchi, salite, discese, pioggia e freddo, cadute su cadute, fughe buone e meno buone. E alla fine non cambia niente in classifica, perlomeno per quel che riguarda i più forti. La tappa l'ha conquistata Bertolini, compagno e amico di Simoni (i due si sono pure commossi al traguardo), ma il maltempo che ha imperversato sui corridori tra Urbania e Cesena ha influito parecchio sull'andamento della gara.
La fuga (poi rivelatasi vincente) è partita al km 42 (meno 157 dal traguardo) con Bertolini, Lastras, Dall'Antonia, Mangel e Veikkanen, che hanno guadagnato oltre 9' su un gruppo che si è mosso coi suoi uomini migliori sulla Carpegna, prima salita veramente dura di questo Giro, ma anche veramente distante dall'arrivo (-100).
Carpegna
Sia come sia, Di Luca, il più scottato dalla crono di ieri, ha messo i suoi in testa a fare un bel forcing (soprattutto Spezialetti), e sulle prime l'azione della LPR sembrava destinata a terremotare la corsa: in seguito a una selezione netta, resistevano alla ruota di Danilo soltanto Klöden, un sorprendente Van den Broeck (tra i più brillanti fino alla fine), e poi Riccò, Contador e Simoni. Se l'idea era stata fulminante, la resa si è rivelata ben inferiore alle attese: Di Luca non ha tenuto un ritmo altissimo per troppo tempo, così da dietro, pian pianino, sono rientrati prima Savoldelli e Piepoli, poi la coppia Liquigas Pellizotti-Nibali, poi i gregari LPR (Bosisio e Spezialetti in primis), poi Bruseghin, Leipheimer, Pozzovivo, Menchov, Colom e Rujano.
Pagava lo scotto la maglia rosa Visconti, staccato di oltre due minuti in cima, ma la discesa successiva (percorsa dai migliori con prudenza per evitare più rischi di quelli che se ne correvano di default) ha permesso a chi aveva perso terreno di rientrare, e questo copione è stato poi rispettato su tutte le altre salite di giornata: Monteleone, dove ci ha provato Riccò; Sorrivoli, dove ha accelerato Savoldelli; e il Cippo Pantani all'ingresso di Cesena, dove ha tentato ancora Di Luca: ogni volta, via il gruppetto, ma rientri corposi tra discesa e pianura successiva.
Le cadute e il tentativo di Bosisio
Rientri resi necessari anche dai distacchi provocati dalle cadute. Tante, tantissime, a decine: un po' per l'asfalto bagnato, un po' per le strade strette, un po' per dei materiali inadatti alle condizioni atmosferiche e stradali (le ruote in carbonio, per esempio), abbiamo visto andar giù (in ordine sparso, e tra gli altri) Sella due volte, la maglia rosa Visconti, Piepoli, Leipheimer, Ardila, Pfannberger, Cataldo, Dall'Antonia e Bertolini mentre erano in fuga.
E poi Bosisio e Baliani, che meritano un discorso a parte. Usciti in caccia dei battistrada dopo la discesa della Carpegna, i due hanno guadagnato tantissimo perché il gruppo dei big, dopo tutto il bailamme sulla salita (e dopo che per un tratto ha incomprensibilmente tirato la LPR che aveva l'uomo all'attacco!), si è fermato. Così il duo si è portato a ridosso dei fuggitivi, con Bosisio che per qualche chilometro si è tinto di rosa, visto che aveva oltre 5' di margine su Visconti (aiutato, come già a Pescocostanzo, da un Bettini mirabile). Ma poi il patatrac, in forma di uno scivolone che ha fatto perdere al lecchese l'occasione della vita.
Bosisio ha provato stoicamente a rientrare sui primi da solo, ma mentre Baliani è riuscito nell'intento (aiutato a chiudere il buco anche dal compagno Dall'Antonia che l'ha aspettato), Gabriele si è dovuto arrendere, rialzandosi (e dando poi una mano ad uno dei vari attacchi di Di Luca).
L'epilogo
Ma non è che al suo compagno d'avventura Baliani sia andata troppo meglio, a ben vedere. I CSF erano due su quattro: Veikkanen e Mangel si erano staccati sulla salita di Sorrivoli in seguito a un affondo di Lastras. Quindi con lo spagnolo, Baliani e Dall'Antonia era rimasto il solo Bertolini. Ma il quartetto era destinato a perdere un elemento: sull'ultimo dei mille strappetti di giornata è stato Dall'Antonia a perdere le ruote degli altri tre. In volata Baliani non era certo battuto, ma la malasorte oggi aveva preso particolarmente di mira i ragazzi di Reverberi (Sella, cadute a parte, ha pure forato prima di Monteleone): agli 800 metri il corridore umbro è scivolato su un sampietrino malmesso.
Bertolini era davanti e Lastras dietro a Baliani: risultato, il trentino si è potuto involare verso il traguardo e verso un sogno che per lui si è avverato a 36 anni; lo spagnolo è rimasto attardato, non potendo più dire niente per l'esito della tappa.
In classifica, dopo tutto questo rivolgimento, non cambia praticamente niente, a parte i quasi 20' accusati da Sella che non è stato in grado di riportarsi sotto dopo la seconda caduta. Ogni discorso è rinviato, quindi. Già sapevamo che sarebbero state le grandi montagne a dirimere ogni questione, ma speravamo che la tappa appenninica potesse essere più decisiva. In ogni caso gli sforzi di oggi si faranno sentire sulle gambe, anche se ora ci sono due bei piattoni per saziare la fame dei velocisti prima dell'indigestione dolomitica.
Marco Grassi