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È la discesa che lo Fothen - F. Schleck, che volo! Vince Marcus

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È certamente il migliore in salita, al limite a parimerito col belga Devolder. Ma in discesa (ancora) non ci siamo, decisamente. Parliamo di Frank Schleck, lussemburghese dalle lunghe ed esili leve che riesce a mulinare a meraviglia sulle salite non troppo ripide che lasciano spazio ai corridori di effettuare progressioni spacca-gambe per gli avversari.
Dopo che Euskaltel e Gerolsteiner (su tutte) si sono preoccupate di annullare la fuga di giornata, che comprendeva (tra gli altri) corridori come Voigt, Caucchioli (che è stato maglia oro virtuale), Tschopp, Morabito e Rujano, è così che Frank Schleck ha attaccato sulla salita di Cademario, a 19 km dall'arrivo di Caslano, dopo che la miccia era stata accesa, 3 km prima, da un attacco organizzato dalla High Road, col giovane Lövkvist sugli scudi e un Klöden che pareva essersi ritrovato dopo la non brillante prestazione il giorno della vittoria di Antón. I due non sono andati lontani perché ci ha pensato il campione belga Devolder ad andarli a riprendere e, un istante dopo, lasciarli sul posto, col "cagnaccio" Ivanov abile ad incollarsi alla sua ruota senza tirare un metro, con la scusa di capitan Klöden nel gruppo che li inseguiva.
Devolder ha fatto un bel ritmo per circa 2,5 km, testandosi in vista di quel Tour de France che vuole correre da protagonista e nel quale vorrebbe piazzarsi nella top-10 (e i presupposti pare ci possano essere tutti). Poi s'è rialzato, dopo un rapido consulto con la radiolina, anche perché dal gruppo era appena uscito Andy Schleck e da lì a poco, con Ivanov ancora davanti, era proprio Frank a dare la stoccata buona. Proprio come sul Flumserberg. Il fratellino a fare da lepre, il fratellone a fare caccia grossa. O almeno a provarci con convinzione.
Frank, con ancora Ivanov a ruota (almeno per i primi chilometri) guadagna sin da subito, anche perché Antón dietro rimane senza squadra ed è la Gerolsteiner la squadra più organizzata all'inseguimento. I tedeschi però capiscono di star facendo il gioco del basco ed allora scatta prima Zaugg (una volta ripreso il tentativo di Daniel Moreno) e poi Marcus Fothen, con quest'ultimo che riesce a fare il vuoto nei confronti di un gruppetto che non comprende più Damiano Cunego, che ha pagato già l'allungo dello svizzero e si stacca definitivamente con quello del tedesco, suo ex rivale per la maglia bianca di miglior giovane al Tour de France 2006.
Passaggio a vuoto per Cunego, che si stacca su di un'erta non certo irresistibile che non ha fatto male neanche a corridori come Zberg, Schumacher e Botcharov, tanto per nominare non certo tre fulmini di guerra quando la squadra sale. Mentre decisamente buona è l'azione di Fothen, che sul Gpm (circa 16 km dall'arrivo) è a 13" dal lussemburghese e ha guadagnato 22" sul gruppo degli uomini di classifica.
Dopo un paio di km di discesa il tedeschino s'è già riportato sul capitano (almeno in Svizzera) del Team CSC, non propriamente un drago in discesa. Delle sue dubbie qualità ne abbiamo già avuto prova durante un paio di Milano-Sanremo e in qualche occasione al Giro dei Paesi Baschi, dove il buon Frank aveva sempre fatto fatica, o sperperato, il vantaggio che era riuscito ad accumulare in salita.
Il dramma, o quasi, avviene quando Frank passa in testa per dare il cambio a Marcus Fothen: una "esse" un po' lunga, prima curva a sinistra, seconda curva a destra. Mancano 4 km al traguardo, dietro sono stati già ripresi prima Albasini ed Ivanov, poi Daniel Moreno, ancora con Ivanov a ruota; il vantaggio dei due di testa si aggira sui 25". Non da stare tranquilli, ma neanche da dannarsi l'anima. Frank sbaglia la curva a destra; la imposta male, è troppo veloce. Non riesce a piegarsi, lo capisce e sfila lo scarpino destro dal pedale; prova a frenare, ma la strada è finita. Sbandata, botto, guard-rail, volo.
Sì, volo. Volo al di là del guard-rail, con la Cervélo abbandonata sull'asfalto.
Dov'è finito Frank? Che s'è fatto Frank? Paura, incredulità, tanta preoccupazione. Eccolo Frank, eccolo. Riappare dal (simil)burrone in cui era finito ed abbraccia il suo ds, e poi è lì accanto alla bici. Addirittura, riparte.
Marcus Fothen non può certo fermarsi. È in testa all'ultimo chilometro e sta vincendo la tappa. Antón, ancora durante la discesa, fa segno ad Albasini e ad una Liquigas determinata di rallentare. E la Liquigas rallenta anche, ma tanto Frank non rientrerà.
Il "piccolo" Andy è un po' preoccupato, intanto scatta l'indemoniato Ivanov dal gruppo per prendersi il secondo posto a 50" dal vincitore Fothen (che risale al 7° posto in classifica), col gruppo di Antón regolato dall'altro Gerolsteiner, Marcus Zberg, a 57". Più staccato Cunego, a 1'51" dal vincitore, che esce anche dalla top-ten (ma domani c'è l'arrivo in salita a Verbier, e il veronese ha l'occasione per dimostrare che oggi è stata solo una giornata storta; in caso contrario, sarebbe preoccupante in vista della Grande Boucle).
E Schleck? Frank Schleck arriva piano piano, incurante del distacco che cresce, mentre stringe tra i denti il ciondolo che penzola dalla catenina che ha al collo, rivolgendo sguardi e baci verso l'alto, verso il cielo. Forse ha perso il Giro di Svizzera, ma questa per lui è la notizia meno importante. Almeno oggi.

Mario Casaldi

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