Di Luca, festa con Bosisio - Danilo-Riccò-Contador-Piepoli: ok!
E dire che c'è anche chi non si diverte, ma li capiamo: c'è chi non ama la pizza, chi odia il rock e il vino, chi aborrisce il sesso, e quindi ci può stare benissimo che qualcuno storca il naso di fronte a questo fantastico Giro 2008. Un Giro in cui si fatica a tenere a mente tutti i protagonisti annunciati ma anche i personaggi nuovi impostisi all'attenzione generale in questa prima settimana di gara, a partire da quel Visconti che con la maglia rosa conquistata ieri e difesa oggi ha trovato una consacrazione più coerente con le sue potenzialità. Un Giro che ha già detto tantissimo, e non siamo neanche all'1% di quello che dovrà essere affrontato, in termini di fatiche ed emozioni. Un Giro che ci riconcilia col ciclismo e i corridori, che ci riempie della felicità di Bosisio e delle lacrime di Sella, della determinazione di Riccò e della grinta di Di Luca, dell'inossidabilità di Piepoli e dell'essere sornione di quel Contador che sta facendo dell'understatement una religione personale.
Non solo la già citata impresa di Visconti (aiutato come vedremo da un Bettini al cubo), quindi: oggi la corsa ha vissuto uno dei momenti decisivi della prima parte, una prima parte che culminerà con la cronometro di Urbino, martedì, prima di tre giornate interlocutorie in cui chi potrà ricaricherà le pile in vista della seconda, terribile fase del Giro.
Una giornata, quella odierna, che rischiava di diventare kafkiana, visto che nei primi chilometri di tappa (al 14, per la precisione), su impulso del bielorusso Kiryienka, hanno preso il largo 38 uomini: tantissimi, e con tanto spazio a disposizione, visto che il gruppo ha dormito per un bel po' prima che la Diquigiovanni di Simoni si decidesse a mettersi a inseguire. E tra i tanti schizzati in breve a 8' di vantaggio sul plotone, anche dei personaggi degni della massima considerazione, che non vincerebbero il Giro in condizioni normali, ma che omaggiati di un simile bonus (se lo fossero stati) avrebbero messo in seria discussione le gerarchie. Parliamo di gente come Gárate, già quarto e settimo nella corsa rosa, e poi Rujano e Van Huffel (ma anche Sella, Spilak, Szmyd, Alexander Efimkin, Siutsou, Noè).
Troppi possibili out-out-outsider, e allora nella gara di nervi tra le squadre dei big a cedere è stata la Diquigiovanni, con Simoni che poi ha scaricato il nervosismo lanciando dopo la tappa parole di fuoco contro la Liquigas («Non si sa chi è il capitano, sono confusi, non sanno più a chi devono fare regali», alè e via andare). Agli uomini di Savio si sono affiancati poi i Saunier Duval (Riccò in rampa di lancio) e - udite udite - gli Astana: per la prima volta lo squadrone-spauracchio del Giro ha messo qualche carta in tavola, ed era anche ora che il team di tre dei favoriti per il successo finale si accollasse qualche responsabilità: va bene arrivare all'ultimo momento (ufficialmente), ma non si può giocare all'infinito a nascondersi.
Nessun movimento invece per la LPR di Di Luca, sicuramente il più atteso al traguardo abruzzese di Pescocostanzo (e quello che aveva lanciato più proclami alla vigilia): come vedremo poi, il team di Bordonali ha comunque dimostrato di aver avuto ragione, portando a casa la tappa con Bosisio. Un Bosisio che si era avvantaggiato prima con altri 3 dei fuggitivi della prima ora (Sella, Baliani e Kiryienka), per poi essere raggiunto anche da Horrach, Spilak e Cárdenas: per i 7 il vantaggio sul gruppo è rimasto alto (oltre 5') fino alle prime vere salite della frazione. Poi sul Macerone (-62) si sono staccati Horrach e Spilak, mentre l'inseguimento del gruppo ha iniziato a dare i suoi effetti sulla salita di Rionero Sannitico (-50), per essere compiuto sull'ascesa di Pietransieri, dove a 19 km dal traguardo c'è stato il ricongiungimento col drappello di Gárate e Rujano.
Ma se parliamo di Pietransieri siamo già nel cuore della tappa: e infatti lungo la scalata abbiamo visto prima il forcing della Saunier Duval (ed è stato bello vedere fianco a fianco Di Luca, Riccò e Contador, ad anticipare quello che sarebbe avvenuto di lì a poco); e poi una gran menata di Spezialetti, uomo di fiducia di Danilo (e corregionale, quindi anche lui impegnato a correre sulle strade di casa), che a 20 dalla conclusione ha provocato la prima vera selezione: in difficoltà, oltre a tutti i velocisti e ai comprimari, la maglia rosa Visconti, che ha però trovato in Bettini un prodigioso e determinante aiuto: il Campione del Mondo si è messo davanti a quello Italiano, dettando il ritmo e portandolo in vetta con andatura regolare, in modo da evitare che il giovane delfino perdesse la bussola e la maglia.
Molto divertente la sfida di Visconti con Russ, che più o meno si è equivalso col siciliano, salvo sprecare energie per rientrare con uno scatto sul gruppo principale quando quello ha rallentato: Bettini, saggiamente, ha impedito che Visconti facesse lo stesso, e così alla fine a Giovannino sono rimaste delle energie per staccare di pochi secondi lo stesso Russ, e mettere così la maglia rosa al sicuro fino a Pesaro.
Dopo il forcing LPR, il primo ad attaccare tra gli uomini importanti è stato Piepoli, partito ai 18 km, benché le pendenze non fossero quelle più adatte al pugliese. L'azione di Piepoli era il chiaro prodromo a quella di Riccò, ma è stato invece Di Luca a muoversi: evidentemente Danilo non si teneva, e in effetti ha dato una sgasata che gli ha permesso di fare il vuoto. O quasi: quando si è voltato, il vincitore del Giro 2007 ha visto che un solo rivale ne teneva la ruota: Riccardo Riccò.
Ma pochi secondi e da dietro arrivava una coppia tutta spagnola, col campione nazionale Joaquím Rodríguez a riportare dentro chi? Alberto Contador! Ed ecco che, se ancora ce ne fosse bisogno, la storiella zoppa di Contador in spiaggia poche settimane fa perde ulteriormente di credibilità (ormai smentiscono apertamente questa versione anche i rivali degli Astana, a partire da Piepoli e Riccò).
Sulla salita di Pietransieri Di Luca continuava a muoversi come un forsennato, e la sua spinta ha portato i 4 ad agganciarsi a Piepoli: niente di meglio per Riccò, che quando ha ritrovato per strada il suo supergregario ha visto compiersi il gran disegno architettato a tavolino, e si è messo a forzare in coppia col vecchio Leonardo: un ritmo, dettato dai Saunier, che ha tagliato le gambe a JRO, e che ha permesso al nobilissimo quartetto di guadagnare secondi su secondi sul gruppo di Simoni, Klöden, Menchov e dei Liquigas, grandi assenti di giornata.
Tanto hanno tirato, i gialli della Saunier, che anche Di Luca ha patito l'andatura, resistendo coi denti (e con una meravigliosa maschera di grinta e fatica) e dandosi i cambi con Contador, mentre quei due davanti continuavano a dare mazzate.
Allo scollinamento il quartetto di testa (Sella, primo a tutti i Gpm, Kiryienka, Bosisio e Cárdenas) avevano 2'38" su Riccò-Piepoli-Di Luca-Contador, i quali avevano a loro volta 26" sul gruppo di Simoni, e 58" su quello di Visconti. Dopo il Gpm sembrava però che Nibali e soci potessero accorciare le distanze, e invece ancora una volta Riccò ai 10 km ha dato un nuovo impulso all'azione, e a quel punto il ricongiungimento è apparso sempre più improbabile, malgrado gli estemporanei tentativi di Pozzovivo e Chris Sorensen e poi di Menchov, che nel finale hanno tentato di riportarsi - soli - sotto.
Con le posizioni ormai cristallizzate (i primi imprendibili dai secondi, e i secondi imprendibili dai terzi) c'era solo da capire come sarebbero stati piazzamenti e tempi; e restava da vedere chi avrebbe vinto. E per vedere questo, bisogna tornare con lo sguardo al quartetto dei primi: dove, a 9 km dal traguardo, Sella ha provato ad anticipare i compagni di fuga con uno scatto chiuso però da Kiryienka. Un obiettivo comunque il vicentino l'ha centrato, visto che il quartetto è diventato un terzetto, con Cárdenas ad alzare bandiera bianca.
Pungolato da Sella, anche Gabriele Bosisio ci ha provato, ed è partito deciso agli 8 km: Kiryienka non ce l'ha fatta a riportarsi sotto, e Sella in quel preciso momento ha forato: una sfortunaccia nera, che ha portato il vicentino a scoppiare in un pianto dirotto dopo aver tagliato il traguardo: un'occasione d'oro sfumata per lui, ma ci saranno tante altre occasioni per il bravo scalatore della CSF.
Con Bosisio bravissimo a guadagnare un margine di sicurezza e a portare i suoi 27 anni al primo successo al Giro (si era imposto al Giro d'Oro in aprile, coi buoni uffici di Di Luca, di cui continua ad essere uomo fidatissimo), restava solo da vedere quanto avrebbero guadagnato Riccò e soci sui rivali di classifica: lo sprint tra il modenese e Di Luca (vinto da quest'ultimo) ha permesso loro di avvantaggiarsi di qualcosina su Piepoli e Contador, mentre gli altri pretendenti per la generale, regolati da Rebellin, hanno perso 51" da Riccardo e Danilo; più staccati Soler (a 1'26" da Di Luca), Karpets (a 1'51") e Possoni (a 1'57").
La classifica è quantomai intrigante, con Visconti che ha 9" su Russ, 5'43" su Bosisio e 7'27" su Di Luca. Ma se prendiamo Danilo come parametro, abbiamo tra i favoriti Riccò che paga 26", Contador a 29", Pellizotti a 44", Nibali a 52", Savoldelli a 1'03", Piepoli a 1'11", Klöden a 1'12", Bruseghin a 1'30", Simoni a 1'46", Leipheimer a 1'47", Menchov a 1'49" e Soler a 2'32". Nella crono di Urbino Contador, Nibali, Savoldelli, Klöden, Bruseghin, Leipheimer e Menchov recupereranno parecchio; ma fino ad allora (martedì) ci sono due tappe insidiose e un giorno di riposo.
E le tappe insidiose iniziano domani dall'arrivo di Tivoli, dove potrebbe vincere Bettini, ma dove un Riccò in queste condizioni (idem Di Luca) potrebbe rosicchiare qualche altro secondo tra volata e abbuono finale. Fughe permettendo.
Marco Grassi