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Cronostici rispettati - Ma il movimento deve crescere | Cicloweb

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Cronostici rispettati - Ma il movimento deve crescere

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Domenica 22 giugno scorso, a Montichiari (BS), si sono svolte le prove principali dei campionati nazionali a cronometro: élite donne ed under 23, élite e professionisti uomini. Il circuito, extracittadino e completamente pianeggiante, si snodava nelle campagne della bassa bresciana tutto a curve e strade strette per un totale di 23,2 km per le donne e 33,1 km per U23, élite e professionisti.
Tra le donne l'ha spuntata Tatiana Guderzo del Team Fiamme Azzurre, che è sempre stata in vantaggio fin dall'intermedio, con un tempo di 31' 26" alla media di 44,284 km/h. Al secondo posto si è classificata Anna Zugno del Team Top Girl Fassa Bortolo e terza Silvia Valsecchi (dopo la squalifica a causa di un accorciamento volontario del percorso al km 9 di Monia Baccaille). Vera Carrara, vincitrice dello scorso anno, non ha preso il via a causa di un dolore al braccio e per non compromettere la prova in linea di giovedì.
La cronometro under23-élite-professionisti è partita alle 13.30. Come per le donne anche a questa prova, pochissimi partenti sulla pedana, ma, almeno per gli U23, i migliori c'erano tutti, a partire da Malori (Team Parolin) vincitore nel 2007. E Malori non ha tradito le attese. Nonostante un errore di percorso e un guasto meccanico che gli faranno perdere circa 40 secondi, ha vinto con il tempo di 41'36'' alla media di 47,740 km/h e ha preceduto di soli 3'' Manuele Boaro e 15'' Daniel Oss, entrambi della Zalf Desirée Fior.
A seguire è partita la cronometro degli uomini élite senza contratto e professionisti che contava soltanto 13 partecipanti. Il favorito era ovviamente Marco Pinotti, già vincitore del titolo italiano nel 2005 e nel 2007.
Ed ancora pronostico rispettato. Pinotti ha concluso la cronometro al primo posto con il tempo di 39'30'' alla media di 50,278 km/h, l'unico tra tutti i partecipanti a superare la barriera dei 50 orari. L'High Road Pinotti ha vinto davanti a Luca Celli del Team LPR-Brakes e Maurizio Biondo del Team Ceramiche Flaminia che hanno accusato un ritardo rispettivamente di 1'22'' e di 1'25''.
Questi i risultati della giornata che però ha da segnalare alcune note negative.
La prima riguarda il panorama italiano della cronometro, una disciplina lasciata a se stessa dai dirigenti e dai direttori sportivi che vive soltanto grazie alla bravura e alla dedizione personale di alcuni atleti come Pinotti e Malori, ma che manca completamente di una programmazione e di preparazione specifica. La seconda è sull'organizzazione della giornata.
È stato scelto di correre le cronometro di domenica ma in pieno svolgimento del Giro di Svizzera e del Giro del Trentino donne che ha tolto sicuramente alcuni partecipanti. Se la scelta di spostare le crono da un giorno infrasettimanale alla domenica è stata fatta per avere un ritorno di pubblico maggiore questa si è dimostrata errata non tanto per la scelta del giorno quando per la location, in aperta campagna, non facilmente raggiungibile e soprattutto per la scelta degli orari (12,30-15,30) più caldi della giornata.
La crono, quando ha così pochi partecipanti, dura poche ore. Non sarebbe quindi possibile spostarla verso sera, verso le 17 quando è ancora chiaro, in modo da far evitare le ore più torride non solo ai corridori ma anche a chi segue la corsa a bordo strada?
Gli atleti, in particolare i ragazzi under23, erano stremati all'arrivo, dove non erano state previste nemmeno delle bottigliette d'acqua. L'unico punto di ristoro era dato da un piccolo bar che fungeva anche da servizio accrediti, sala stampa e zona podio.
Durante i campionati nazionali di un paese che è da considerarsi una delle massime potenze del ciclismo mondiale non ci fa certo piacere dover sottolineare negligenze del genere. La cronometro è una disciplina da curare non solo dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto organizzativo e non deve essere considerata una prova di serie B. In un ciclismo dove è sempre più difficile fare la differenza in salita i risultati delle cronometro saranno sempre più rilevanti nelle corse a tappe.
Speriamo che anche i direttori sportivi se ne rendano conto.

Laura Grazioli

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