Brutt, fuga champagne - Il gruppo dorme, attacco in porto
E al quinto giorno la fuga arrivò; con notevole anticipo rispetto alle abitudini che vogliono che gli attacchi da lontano riescano più facilmente nella seconda parte dei grandi giri, Pavel Brutt, 26enne russo, ha potuto esultare a Contursi Terme in quella che è stata la prima vittoria della Tinkoff nella corsa rosa. Perché ciò si verificasse, però, c'è voluto un mezzo sonno del gruppo, che per metà tappa ha lasciato fare a 5 attaccanti, e i 5 attaccanti ovviamente non si sono fatti pregare per prendere il largo. Pérez Sánchez, Laverde, Brutt, Frohlinger e Millar si erano mossi al km 19, quando al traguardo ne mancavano 184, e forse non immaginavano che uno di loro avrebbe realmente alzato le braccia all'arrivo.
Passati attraverso un vantaggio massimo di 9'30", i fuggitivi hanno difeso coi denti il margine sul gruppo anche quando, tardivamente, la Liquigas della maglia rosa Pellizotti s'è messa a tirare. I verdi sgasavano visto che 4 su 5 degli attaccanti in classifica avevano un ritardo di poco superiore ai 2', e quindi il leader della generale voleva evitare di cedere il simbolo del primato in maniera gratuita.
L'obiettivo dei Liquigas è stato centrato, visto che alla fine il gap è stato ridotto a meno di un minuto, margine di sicurezza per Pellizotti (e in più i fuggitivi garantivano al veneto-friulano che nessuno da dietro avrebbe potuto conquistare abbuoni pericolosi). Ma la mancata collaborazione di altre squadre ha impedito che venisse limato anche quel mezzo minuto che ha permesso alla fuga di arrivare in porto: e siccome la principale delle imputate è la Quick Step di Bettini, il Campione del Mondo ha molto onestamente ammesso di aver sbagliato a non mettere i suoi uomini in testa al plotone: in pratica, ha detto chiaro e tondo di averla buttata via. E ha ragione, visto che poi, nella tirata volata del gruppo, proprio lui ha avuto ragione di tutti i rivali, e quindi il suo piazzamento amplifica il rammarico per Paolino, anche se lui dice che prende comunque per buono come test il suo finale di tappa.
E questo è quello che è successo dietro. Ma andiamo a vedere cosa combinavano i 5 fuggitivi. In perfetto accordo gli attaccanti hanno tenuto sotto controllo il vantaggio: 5'24" a meno 40, 4'31" a meno 35, 3'40" a meno 30, 2'40" a meno 20, quando pareva che si potesse profilare il ricongiungimento, 2'10" a meno 10, 1'40" a meno 5, quando invece ormai appariva chiaro che il gruppo non sarebbe più rientrato sui primi.
Sulla salita di Contursi Terme il primo a provarci è stato Pérez, ma senza far male a nessuno; quindi è stata la volta dell'allungo di Frohlinger, ma anche il tedesco non ha affondato il colpo. E allora all'ultimo chilometro è scattato Brutt; e nello stesso momento Millar ha rotto la catena e si è dovuto fermare (per la rabbia il britannico ha scagliato la sua bici in un fossato a bordo strada). Fuori causa Millar, gli altri non hanno saputo rispondere per le rime al russo, che così è andato a vincere su Frohlinger e Laverde.
Si segnala intanto un convergere (finalmente!) di intenti tra organizzazione e corridori: domani la Potenza-Peschici, originariamente progettata per raggiungere una lunghezza di 265 km, sarà decurtata di 34 km. Praticamente il circuito finale non si farà, e la tappa si stopperà al primo passaggio da Peschici. Saltano quindi tre salitelle che avrebbero reso più incerto l'epilogo della corsa, anche se i velocisti paiono comunque tagliati fuori dal discorso per la vittoria di giornata. Non è addirittura da escludere che un'altra fuga da lontano, sui saliscendi del Gargano, possa trovare un esito positivo, visto anche che gli uomini di classifica più adatti al tracciato di domani (quindi Di Luca e Riccò, oltre allo stesso Pellizotti) baderanno a non spendere troppe energie in vista dell'arrivo in salita di Pescocostanzo di venerdì.
Marco Grassi