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Quando piove è Nembo Kim - Kirchen vince una Freccia bagnata

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Ci sono volute 72 Frecce Valloni perché finalmente un lussemburghese riuscisse a vincere questa classica belga. E insomma, detto che Kim Kirchen poteva ricordarsi prima, c'è anche da considerare che per la prima volta dopo diversi anni il clima ha riservato pioggia e freddo, ovvero le condizioni ideali per lo stesso Kirchen.
Che quindi perdoniamo per il ritardo, e accogliamo tra i vincitori di grandi corse. Sempre un po' di qua e un po' di là, Kim: bravo corridore, a tratti bravissimo, ma molto discontinuo, e di fatto mai decisivo nelle gare più importanti. Ora che sta per compiere 30 anni, ha capito che una Parigi-Bruxelles, un Laigueglia e un paio di titoli di campione nazionale su strada non rappresentano, pur col massimo rispetto per queste corse, un palmarés da urlo.
E allora si è messo di buzzo buono per raccogliere un successo di massimo prestigio: e con un percorso di avvicinamento coronato da due tappe vinte al Giro dei Paesi Baschi, si è presentato alla Freccia Vallone con tutte le intenzioni (e anche le credenziali) per far bene. Come se fosse comunque facile vincere: c'era da piegare l'opposizione del Partito Spagnolo, guidato da Valverde e Joaquín Rodríguez, di quello Olandese con Kroon, Dekker e Gesink, di quello Italiano con Rebellin e Cunego, del Gruppo Misto (Evans, Wegmann, Gilbert), e last but not least della fronda interna agli affari lussemburghesi, coi fratelli Schleck ben determinati a dar battaglia.
Il piccolo dei due, addirittura, si è incaricato di una fuga a lunga gittata: partito con altri 18 a 115 km dal traguardo, il giovane Andy si è ritrovato in compagnia di gente importante come Gilbert, Kolobnev, Spilak, Van den Broeck, Fothen, García Acosta, Vladimir Efimkin e dei nostri Moletta e Pinotti. Con un vantaggio che ha anche superato i 3', e col gruppo dietro tirato dalla Cofidis, i 19 si sono presentati alle ultime côtes con qualche possibilità di farcela, almeno per qualcuno di loro. Proprio Schleck Secondo ha fatto un bel forcing sul Thon (-50), restando solo con Van den Broeck e col compagno Nicki Sorensen.
Poco dopo, sui tre son piombati Efimkin, Martens e Pinotti, e successivamente anche Moletta. Sulla Côte de Bonneville (-42) l'attacco di Efimkin, contenuto solo da Sorensen. Schleck a gambe all'aria (e il fratello maggiore dietro cadeva), l'unico a tenere in qualche modo la coppia di testa era Van den Broeck, che è poi rientrato insieme ad Engels prima della Côte de Bohissau. Sulla quale, da un gruppo tirato ora dalla Caisse d'Epargne, emergevano prima Monfort, poi Lloyd, poi Ten Dam, Grivko e De Waele, per riportarsi sui primi.
A 25 dal traguardo, dopo un flebile tentativo di Monfort, l'attacco di Grivko: l'ucraino si è prodotto in un più che discreto assolo, guadagnando fino a 30" sui più immediati inseguitori e oltre 45" sul gruppo, in cui la presa del potere da parte della Lampre lasciava presagire che Cunego fosse in giornata anche oggi.
Tutte rimescolate le carte sulla Côte de Ahin (-11): raggiunti dal plotone tutti gli uomini in avanscoperta, è partito il contropiede di Larsson (altro uomo CSC a muoversi), surrogato poi dall'arrivo di Wegmann in cima alla salita e di Alexander Efimkin subito dopo. Il terzetto stava dando del bel filo da torcere agli inseguitori (tirati a lungo da Tiralongo), ma lungo l'insidiosa (soprattutto per via della pioggia) discesa Larsson è scivolato, e siccome era in mezzo tra Wegmann e Efimkin, ha spezzato definitivamente il drappello, col russo che era a ruota e ha perso un pedale rischiando di cadere a sua volta, e il tedesco che invece era avanti e ha continuato da solo nel difficile compito di tenersi il gruppo a distanza di sicurezza.
Una sicurezza che non poteva essere garantita dai soli 20" di margine sui sempre più affamati inseguitori. E infatti sul Mur d'Huy Wegmann ed Efimkin sono stati fagocitati in un boccone da un gruppo che stava per essere tagliato a fettine dal forcing di Cadel Evans, una progressione che però non è riuscita a far fuori Rebellin, Cunego, Joaquín Rodríguez, Kirchen, Albasini e Gesink. Ed eccoli quindi qui tutti gli uomini che si sono giocati il successo.
L'imponderabile si è verificato allorché ai 400 metri Cunego ha preso una curva all'interno (con la pendenza maggiore, quindi) imballandosi, mentre Evans e Rebellin erano all'esterno, su pendenze più morbide. A quel punto da dietro è però partito come un proiettile Kirchen, e a quel punto Damiano non ha potuto prendere subito la scia, mentre Rebellin stava finendo il carburante. Solo Evans è riuscito a restare in zona Kirchen, ma il lussemburghese non ha avuto problemi ad anticipare il lento australiano.
Cunego, a dimostrazione del fatto che era forse il più fresco, ha rimontato, tardi ma non tanto da non riuscire a prendere il terzo gradino del podio, che col successo dell'Amstel completa una campagna del nord già degna del massimo rispetto (e manca ancora l'appuntamento principale).
Gesink quarto, Dekker quinto, Rebellin sesto, Albasini settimo, JRO ottavo, Pfannberger nono e Gadret decimo, non pervenuti Valverde, Nocentini e Freire che pure erano molto attesi. Poco male: per tutte le rivincite domenica c'è un appuntamento capitale: si chiama Liegi-Bastogne-Liegi.


Marco Grassi

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