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Podio d'onore per Fabian ed Ale - Le nostre pagelle della Parigi-Roubaix

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Boonen - 10
Come al Fiandre, ha corso da padrone di casa. Come al Fiandre, il "fido" Stijn Devolder stava rischiando di compromettergli il risultato personale. Fortuna (per Tom) che l'aiuto gli è arrivato dalla coppia Silence-Lotto formata da Van Summeren ed Hoste, altrimenti ora potremmo stare a scrivere altre pagelle. Sul pavè sembrava scivolare come una barchetta su un torrente. Leggero e grazioso. Sul Carrefour de l'Arbre ha temuto Cancellara, ma forse se avesse provato sarebbe riuscito ad arrivare solo. La volata gli sorrideva comunque, e difatti in 180 metri rifila 1" ai compagni d'avventura. Maestoso.

Quick Step – 10
Il Fiandre con Devolder e la Roubaix con Boonen sono un grande spot per chi sta cercando di tenersi lo sponsor, o comunque è alla ricerca di un primo nome facoltoso. Nel mezzo, il 3° posto di Weylandt alla Gand-Wevelgem fa capire come questa squadra sia non soltanto un insieme di nomi.

Devolder - 9
A volte i compagni di squadra possono essere un arma a doppio taglio. Il campione belga oggi era uno dei più freschi con le pietre sotto la bici, ed ogni qualvolta aveva la possibilità di dimostrarlo (anche solo se per poche centinaia di metri, visto Boonen davanti) non si è mai risparmiato. Importantissimo per il successo del proprio capitano.

Ballan – 9
Era al gancio e lo si era capito già da un bel po'. Addirittura, nel momento in cui Van Summeren s'è sfilato (dopo aver ripreso O'Grady e Devolder), Ballan ha faticato a tenere la ruota di Maaskant, non certo il favorito principale. Sul Mons-en-Pévèle è stato buono in ultima ruota, poi nel tratto in asfalto ha cercato la ruota di Cancellara, ed è stato abile e fortunato a non perdere neanche un metro nel momento dell'allungo di Boonen, poco prima del Templeuve. Se avesse avuto la gamba, avrebbe provato qualcosa al chilometro e mezzo, o comunque avrebbe fatto la volata a ruota di Boonen. Non ha fatto né l'una né l'altra cosa, stremato sia nel fisico sia nell'animo, ed ha perso il 2° posto per un'inezia. Fantastico lo stesso.

Cancellara – 8,5
Boonen gli ha scombussolato i piani. Lo svizzero aveva visto già la scena finale, ma forse senza il bel Tom tra i piedi. O probabilmente senza un Boonen così pimpante. Fatto sta che dai tre di testa ci si aspettava un po' più di battaglia, negli ultimi chilometri prima del velodromo, e ce la si aspettava soprattutto dal ragazzone della Csc, che invece - evidentemente vuoto - è stato il meno attivo. Dopo l'Eroica, la Tirreno e la Sanremo vinta, un podio da applausi. Lo rivedremo al Giro di Svizzera, in preparazione al Tour de France.

Maaskant – 7,5
Dall'Eroica si era capito che il ragazzino olandese emigrato negli Stati Uniti aveva dei numeri importanti sulle strade sconnesse. Dopo un discreto Giro delle Fiandre, arriva la splendida prova sulle pietre francesi. Può avere un gran futuro.

Baldato – 7,5
Cosa chiedersi di più, a 40 anni ed all'ultima Roubaix? Cosa chiedersi di più di uno splendido 10° posto? Ai microfoni Rai, il vicentino ha trovato anche qualcosa da recriminare: «Forse potevo stare più vicino a Ballan nel finale...». Non ti crucciare, Fabio. E goditi gli applausi a scena aperta di Ninove (di una settimana fa al Fiandre) e di Roubaix.

O'Grady, Van Summeren – 7
Due differenti modi di essere gregari. Due differenti modi di essere guidati da capitani e direttori sportivi in ammiraglia. La stessa grande dedizione al servizio di Cancellara il primo e di Hoste il secondo. L'australiano, che non aveva certo la stessa gamba vincente di 12 mesi fa, è stato importante quando si è riportato su Devolder, sgravando Cancellara da ogni preoccupazione. Il belga è stato fondamentale per Hoste andando a riprendere le due seconde punte di Csc e Quick Step, e visto come si è comportato dopo Hoste (che lo ha preceduto di soli 30") forse stasera avrà anche qualcosa da recriminare.

Quinziato – 6,5
Rompe la bici prima di Aremberg e non è mai una cosa che si augura chi vuol far bene alla Roubaix. Ciononostante, conferma la grande condizione di questo periodo portandosi a casa un 13esimo posto che gli farà reclamare maggiore considerazione in seno al team, anche in futuro.

Hincapie – 6
Ci mette anche del suo, continuando a scegliere delle assurde ruote ad alto profilo, nonostante il volo col manubrio spezzato di due anni fa. E la dea bendata lo punisce, prima costringendolo ad una foratura che lo lascia con un alto profilo sì (l'anteriore) e uno no, e poi - poco prima di De Auchy-lez-Orchies à Bersée, nel momento in cui allungava Van Summeren - dandogli nuove noie meccaniche. 9° posto pieno di rabbia.

Flecha – 5,5
Messo fuori gioco da una caduta avvenuta prima di Aremberg, spende tante energie per tornare nel gruppo dei migliori. Nel momento decisivo, il compagno Langeveld (a cui va un bel 6 per la costanza, nonostante la sfortuna) gli cade davanti e lui perde un importante punto di riferimento. Prova a riportarsi sul gruppetto degli otto migliori (quello di Devolder, Hoste, Van Summeren, Maaskant, Boonen, Cancellara, O'Grady e Ballan) in seconda battuta, con uno sforzo enorme, ma Baldato lo stoppa e lui perde il treno giusto.

Pozzato – 5
Sfortunato come Flecha, ma forse meno determinato (o più semplicemente maggiormente ammaccato). La sua corsa finisce con la caduta, visto che poi è un continuo rincorrere il gruppo davanti. Senza riuscirci.

Backstedt – 4
Forse è ingiusto aspettarsi tanto da un corridore mediocre, che però sulle pietre aveva già fatto vedere cose buone, se non ottime. È triste vederlo abbandonare la Roubaix dopo la Foresta di Aremberg.

Hoste – 4
È il grande sconfitto di oggi, in ogni senso. Le gambe forse non erano quelle fresche e pimpanti dei giorni migliori, ma anche la tattica del capitano della Silence ha lasciato a desiderare: va bene Van Summeren messo in testa a riprendere O'Grady e Devolder, ma poi la grande pecca di non essere stato attento all'allungo di Boonen a cosa è dovuta? Si permette anche il lusso di arrabbiarsi con O'Grady e Devolder perché non lo stavano aiutando a riportarsi in testa alla corsa. Poi ci pensa Maaskant - dandogli una mano - a risparmiargli una figuraccia maggiore.


Mario Casaldi

 

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