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Meraviglia Andy, cede Cunego - Le nostre pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi | Cicloweb

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Meraviglia Andy, cede Cunego - Le nostre pagelle della Liegi-Bastogne-Liegi

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Valverde - 9,5

Le cose più belle della seconda Liegi di Alejandro non sono la resistenza sul Saint Nicolas, né la volata di Ans, ma il recupero sulla Roche aux Faucons e il "surplace" stile "Liegi su pista" per occupare la traiettoria dello scatto a Frank Schleck negli ultimi 1500 metri prima della volata decisiva. Scongiurate con queste due perle la presenza di Cunego nel gruppetto di testa e lo scatto del più lento del terzetto, lo sprint è stato un gioco da ragazzi. 


A. Schleck - 8,5

Si muove a 34 km dall'arrivo, ed è un tentativo che costringe parecchi big a scoprire le carte. Insieme a Schumacher mette paura a molti, tant'è che Bettini si muove in prima persona. Sulla nuova salita, a 20 km dal traguardo, stacca Schumacher e resta solo per 1 km, quando su di lui si riportano il fratellone Frank ed altri uomini. Riparte a meno 9 km dal traguardo, in pianura, quando invece avrebbe potuto aspettare il Saint Nicolas per fare ancora più male. La colpa però forse non è sua, ma di fratellon-capitano ed ammiraglia. A 23 anni ancora da compiere, numeri che lasciano l'acquolina in bocca.


Rebellin - 8,5

A far da contraltare al 22enne "fenicottero" lussemburghese, il "vecchio" (37 anni ad agosto) Rebellin, che è lestissimo a marcare Frank Schleck sulla Roche aux Faucons. Nel finale la tattica Csc gli scombina un po' i piani, e l'attendismo di Valverde lo costringe a tirare un po' troppo per assicurarsi comunque un posto sul podio. La tattica di Valverde nel finale gli sconsiglia di scattare dalla testa del gruppettino, ed in volata si deve piegare al murciano. «Ci proverò l'anno prossimo», ha detto TRebellin alla De Stefano a fine corsa. Ti aspetteremo ancora, Davide. Come ogni anno.


J. Rodríguez - 8

C'è la fila fuori l'ufficio di Echavarri ed Unzue. La fila dei capitani e dei team manager che vorrebbero il campione spagnolo come proprio compagno di squadra e come corridore. Come gregario e come capitano. E come regista in corsa. Sulla scena internazionale, Joaquim è il corridore che oggi fa maggiormente la fortuna del proprio capitano (Valverde, in questo caso). Correndo con intelligenza e con senso tattico. E poi si porta anche a casa tanti bei piazzamenti. Quando capisce di non poter più stare coi primissimi, si incolla alle terga di Evans, Cunego e Pfannberger; così, tanto per non lasciare nulla al caso (magari li avessero ripresi, chissà). E incamera alla fine il terzo ottavo posto consecutivo dopo Amstel e Freccia: 8, come il voto che merita.


Pfannberger - 7,5

La grande sorpresa delle Ardenne 2008 è rappresentata dal campione nazionale austriaco della Barloworld, che l'anno scorso - da capitano dell'Elk Haus - si era divertito a mietere un'infinità di pizzamenti durante l'estate italiana delle classiche. Sempre coi primi anche oggi, adesso lo rivedremo al Giro d'Italia, con un Soler (6) in ripresa e oggi 21esimo.


F. Schleck - 7

Il Team CSC ci prova già con Kolobnev ad una cinquantina di km dall'arrivo per rendere dura la corsa, segno che Frank ha assorbito le botte patite alla Freccia Vallone. Poi si muove il "piccolo" Andy, ed è tutto perfetto. Sulla Roche aux Faucons è proprio Frank a muoversi alla caccia di Rodríguez, che era andato a riprendere il fratellino, e dare nuovo impulso al quintetto formatosi in testa. Poi, però, gioca malissimo le sue carte: dapprima lanciando Andy in fuga a 9 km dal traguardo, in pianura, invece di aspettare il St. Nicolas. Poi, quando Rebellin riprende il fratello, dando la stoccata (proprio sulla côte degli italiani) che "rompe" Andy, togliendosi quindi in prima persona la possibilità della "seconda carta" nel finale. Poi sta a ruota per gli ultimi 5,5 km, non riesce a scattare di nuovo e quando parte la volata non esce mai dalla scia degli altri due. Bravo comunque, ma quando si hanno gambe non al 100% sarebbe più utile far funzionare meglio la testa.


Dekker - 6,5

In rimonta alla Freccia, in rimonta alla Liegi. Bravo, per carità. Ma svegliarsi un po' prima è proprio così difficile? A sua parziale giustificazione il fatto che quest'anno, per il primo anno, era il capitano Rabobank. Bene anche oggi il giovane Gesink (a cui diamo un 6), 13esimo all'arrivo.


Freire - 6,5

Nei percorsi continuano a mettere salite nuove. Giustamente, perché è comprensibile considerare qualcuno un grande corridore "quanto più è difficile vincere una grande corsa". Ed allora ecco Le Mànie alla Sanremo e la Roche aux Faucons alla Liegi. Bene. Perfetto. Ed allora ecco far crescere le quotazioni di ogni corsa - anche facile - vinta da Oscarito Freire, che a Sanremo è stato una delle poche ruote veloci ad arrivare davanti ed anche oggi, alla Liegi, è ad un soffio dalla top ten: 11esimo. Complimenti.


Gerolsteiner - 6,5

Markus Fothen (6 per lui) che si muove all'inizio sgrava la non fortissima squadra tedesca delle acque minerali da qualsiasi compito di gregariato per Rebellin nelle fasi iniziali. Sulla Redoute non è Rebellin a muoversi quando scatta Bettini, bensì è Stefan Schumacher (5,5 per il redivivo tedesco, che non è ancora ai livelli di un anno fa) che segue Andy Schleck e lascia tranquillo Davide. La tattica va un po' a ramengo quando Schumacher perde la ruota di Andy e Wegmann (4,5, non s'è mai visto) si perde in gruppo. Però ci hanno provato, e vanno applauditi.


Bettini - 6+

O lo ami o lo odi. Parte sulla Redoute in risposta ad un allungo di Lloyd, e possiamo dire che è servito a poco, pochissimo. Poi altra stoccata (da paura) sulla Sprimont, a ricacciare dietro il fuggitivo del mattino Rolland e Pellizotti ed Efimkin che s'erano leggermente avvantaggiati, ma senza riprendere Andy e Schumacher. Torna in gruppo, e perde il treno buono sulla salita nuova. Argento vivo, ma speso male. Fortunatamente però Paolino esiste e ci fa divertire.


Nibali, Riccò - 6

Al primo la vittoria del Giro del Trentino ha fatto bene, tant'è che entra nella top-10 della Liegi permettendosi il lusso di battere addirittura Freire nello sprit sul finale in salita di Ans. Il secondo, dopo la febbre dell'Amstel e il difficoltoso mercoledì alla Freccia, è 20esimo nel gruppo di Bettini, Nibali e Freire, pur non affacciandosi mai davanti. In chiave Giro, due discreti risultati.


Brandt - 6

Menzione d'onore per il belga, primo corridore nella storia della Liegi-Bastogne-Liegi a piazzare lo scatto sulla nuova côte, la Roche aux Faucons.


Rolland, Brutt, Kopp - 6

Il francesino è l'ultimo ad arrendersi, a meno di 30 km dall'arrivo. Brutt e Kopp (c'era anche Markus Fothen) fanno meno, ma fanno comunque bene. Bravi.


Evans - 5,5

L'azione sul Muro di Huy aveva lasciato immaginare tutta un'altra Liegi per il corridore australiano, che prima fa lavorare Popovych da lontano, poi fa muovere Lloyd e Brandt, e infine manca clamorosamente le ruote di Frank Schleck e Rebellin quando due dei favoriti maggiori della corsa si muovono. Vana la rincorsa del capitano della Silence-Lotto, che presumibilmente avrà maggiori fortune al Giro di Romandia.


Gilbert - 5,5

Il suo obiettivo era passare davanti al gruppo nell'abitato di casa sua, ai piedi della Redoute. Ci riesce, nonostante Rolland ancora davanti e nonostante da lì a poco Bettini lo passi a doppia velocità.


Kirchen - 5

Non tanto per il 12esimo posto, che è comunque un buon risultato, ma per la tattica di corsa, sempre al coperto. Veniva comunque da una bella Freccia vinta e magari era un tantino sazio.


Visconti - 4,5

Ci si aspettava decisamente una campagna delle Ardenne migliore da parte del campione italiano in carica, che invece è colpevolmente assente in ognuna delle tre prove in programma.


Cunego - 4

La corsa di Cunego è da analizzare per bene: la sua Lampre tira (giustamente) quando il vantaggio dei quattro davanti rischia di salire troppo. Cunego è uno dei maggiori favoriti ed è giusto lavorare in testa al plotone. Sulla Redoute se ne sta buono battezzando Frank Schleck (evidentemente) come ruota da tenere d'occhio, ed è una scelta che paga. Poi però sulla Roche aux Faucons non tiene il passo di Frank, ma neanche di Rebellin e Rodríguez e, cosa più grave, neanche di Valverde che rientra in un secondo momento. Sul Saint Nicolas la conferma: si stacca da Evans, Pfannberger e Rodríguez (che a sua volta era retrocesso). Motivo? Crampi. Non un buon segno, per lui che dovrebbe avere nel recupero una delle doti maggiori. Ma le giornate no càpitano. Eccome se càpitano.


Mario Casaldi

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