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La Turchia parla italiano - Podio tricolore, vince Lorenzetto

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Il 44esimo Giro di Turchia continua a regalare soddisfazioni ai velocisti italiani, che centrano il secondo successo in due giorni. A succedere a Petacchi e a sfilargli la maglia di leader è curiosamente l’ex-gregario Mirco Lorenzetto (Lampre), che, messosi in proprio da quest’anno, sta già raccogliendo non poche soddisfazioni: per il ventiseienne di Tezze di Vazzola (TV) si tratta infatti del secondo successo stagionale, dopo la tappa di Naquera alla Vuelta Valenciana, ma della sua ottima prima parte di stagione vanno ricordati anche il quinto posto al Laigueglia e soprattutto alla Milano-Sanremo.
Una vittoria, questa in Turchia, con una dedica speciale – «a mio nonno Francesco, che se n’è andato un paio d’anni fa» – e ottenuta grazie ad un’ottima prestazione personale e di squadra; la Lampre è stata abile ad inserire tre uomini nella corposa fuga decisiva, mentre poi Lorenzetto ci ha messo molto del suo, recuperando negli ultimi 300 metri sul tonico Dall’Antonia, che aveva provato una sparata all’ultimo chilometro. Non è mancato anche un brivido, proprio nel finale di tappa, visto che gli uomini di testa hanno dovuto fare i conti con l’improvvida manovra delle macchine della polizia, fermatesi proprio all’imbocco dell’ultima curva, davanti al corridore della CSF Group-Navigare, lanciato verso il traguardo, e al gruppo al suo inseguimento: bravi Dall’Antonia e Lorenzetto a schivare il pericolo, mentre dietro gli inseguitori si sono visti, loro malgrado, tagliati fuori dallo sprint.
Certo il percorso da Kusadasi a Bodrum (166,1 km, con traguardo nell’antica Alicarnasso), ondulato ed esposto al vento, era una manna per eventuali attacchi; così, attorno al km 20, si è avvantaggiato un nutrito gruppo di atleti, ventuno in totale, con rappresentanti di tutte le principali squadre ad esclusione della Milram del leader Petacchi: Azevedo e Petrov (Benfica), Bazayev (Astana), Benítez Román e Cañada (Saunier Duval), Dall’Antonia (CSF Group-Navigare), Cesar Veloso e Garcia Dapena (Karpin Galicia), Ginanni, Hondo e Missaglia (Serramenti Diquigiovanni-Androni Giocattoli), Devenyns, Van Huffel e Jacobs (Silence-Lotto), Loosli, Lorenzetto e Santambrogio (Lampre) Mondelo e Salgueiro (Spiuk-Extremadura), Signego e Camussa (NGC Medical OTC). Tre Diquigiovanni e tre Lampre, con Hondo e Lorenzetto chiamati a un prevedibile duello Germania-Italia sul rettilineo finale – peraltro in pavé e lieve ascesa (3-4%) –, con Bazayev e Jacobs come probabili terzi incomodi e gli altri impegnati ad inventarsi qualcosa per evitare la volata.
I ventuno di testa, presto diventati venti per la foratura di Van Huffel, trovano fin da subito un ottimo accordo e soprattutto riescono a mantenerlo, alternandosi in testa con cambi regolari, mentre in gruppo la Milram decide ben presto di tirare i remi in barca, attorno al km 60, quando il distacco sfiora i sei minuti. A quel punto, provano a prendere in mano la situazione il team Partizan, che in Turchia presentano il venticinquenne Der Zolt come uomo di punta per la classifica; lo sforzo risulta ben presto vano tanto che, mentre Santambrogio conquista l’unico gpm di giornata, mettendo le mani sulla maglia destinata agli scalatori, il gap torna a crescere fino a 7’40” a meno 19 dall’arrivo, quando anche la squadra serba aveva ormai desistito dall’inseguimento.
Negli ultimi chilometri, la prevedibile bagarre nel gruppo di testa: meno prevedibile però che a dare il la agli attacchi siano proprio Hondo e poi, in contropiede, Lorenzetto; l’unico che riesce ad aprire un discreto gap è il giovane belga Devenyns, che ottiene anche 13” di vantaggio, ma viene riassorbito, quando mancano cinque chilometri all’arrivo. Dopo gli ulteriori, infruttuosi, tentativi di Salgueiro e Veloso, l’azione di Dall’Antonia e la rimonta vittoriosa di Lorenzetto, come s’è già raccontato.
Il gruppo arriva staccato di 11’57”, abbastanza per i vari Kloden, Cobo e Ivanov – alcuni dei principali favoriti della vigilia – per dire addio ai sogni di gloria; il Giro di Turchia sarà quindi una lotta tra i venti coraggiosi di oggi, con Cañada, Azevedo e Dall’Antonia che si candidano per la vittoria finale. Già domani, i 1869 metri di dislivello nei 167 km da Bodrum a Marmaris, metteranno alla prova la leadership di Lorenzetto e le ambizioni degli altri contendenti.



Stefano Rizzato

 

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