Freire, volata giGandesca - E in Euskal è il giorno di Herrero
Non ce lo vedevamo Freire a vestire i panni dello sconfitto dopo la Sanremo e lui, puntualmente, ha spazzato ogni nostro possibile scoramento imponendosi sul traguardo di Wevelgem con una volata delle sue. È fatto così, Oscarito, difficilmente sbaglia due corse di fila.
Ma andiamo con ordine. Il punto di domanda ad ogni vigilia della Gand-Wevelgem riguarda la condotta di gara dei mammasantissima che puntano a vincere Fiandre o Roubaix: faranno la corsa? Aiuteranno i compagni? Faranno una sgambata? Oggi i grandi nomi sono Tom Boonen, Alessandro Ballan e Fabian Cancellara e sceglieranno tutti la seconda o la terza opzione, col solo veneto a provare un allungo pro-Napolitano al secondo passaggio sul Kemmel.
La buona notizia per i nostri colori è che l'eroe di giornata è italiano, è neoprofessionista e si chiama Ermanno Capelli. Il corridore della Saunier Duval, non ancora ventitreenne, transita solitario sui due muri di giornata, il Monteberg e il Kemmelberg in entrambi i passaggi previsti dal percorso e sicuramente ricorderà questa giornata molto a lungo.
Il primo a smuovere le acque è il nostro Pippo Pozzato, forse stanco delle critiche piovutegli addosso per l'eccessivo attendismo di Sanremo e Fiandre. Appena il pavè del Kemmel inizia a inerpicarsi sotto i tubolari, il vicentino prova a dare uno scossone al gruppo, con un'azione potente e composta che ottiene la selezione sperata. Ma forse la ottiene fin troppo, poiché si accoda a lui il solo Breschel, buon corridore sì, ma non uno dei pronosticabili alla vigilia. Gli altri big fanno spallucce e lasciano fare cosicché i due guadagnano un minuto in una manciata di chilometri senza nemmeno strafare più di tanto. Gilbert fiuta il pericolo (ma, come spesso gli succede, fiuta male!) e, alla fine della discesa, si fionda sui due. Il trio (che a 38 km dall'arrivo diventa un duo per la foratura del danese) pedala di buona lena ma, dietro, le squadre dei velocisti intanto si organizzano, Rabobank su tutte.
Al secondo passaggio sul Kemmel c'è un timido allungo portato da Flecha, con Ballan a ruota, ma i velocisti sono lì e, tra i più pimpanti, proprio i loro compagni di squadra Freire e Napolitano. Conclusa la seconda discesa del Kemmel (a proposito, un plauso agli organizzatori per la scelta di eliminare quel budello in pavè molto pericoloso proposto nelle scorse edizioni, sostituendolo con una discesa asfaltata), il gruppo ritorna compatto.
Negli ultimi 20 km allungano Arvesen e Elmiger, successivamente raggiunti dal sempre più convicente Quinziato scortato da O'Grady e Guesdon. Il quintetto va davvero forte, tanto che il gruppo, allungatissimo da una Rabobank vogliosa di non farsi sfuggire l'occasione, riesce a riprenderli non prima dello striscione dei meno due chilometri al traguardo.
Ormai lo sprint è lanciato e serve una volata lunghissima per far sì che Oscar Freire, senza particolari problemi, faccia sventolare su questo traguardo la bandiera spagnola per la prima volta nella storia, ripagando così lo splendido lavoro della sua squadra negli ultimi chilometri. Secondo arriva l'ottimo Clerc, terzo Weylandt, delfino di Boonen, quarto Zabel. Per i nostri colori un piazzamento di Paolini, sesto al traguardo, e poco altro. Non pervenuti Napolitano e Chicchi che, per come si era messa la corsa, avrebbero potuto veramente puntare ad un piazzamento importante.
Archiviato il "mercoledì santo", gli occhi sono ora puntati sulla regina della Settimana, che si correrà tra quattro giorni in terra francese; sappiamo bene che, tra Compiègne e Roubaix, tutti faranno sul serio e ci aspetta una grande giornata di ciclismo. (Giuseppe Cristiano)
Evidentemente il terzo posto del podio cominciava a stargli stretto, così David Herrero ha deciso che era il momento di tentare il colpo grosso e con una splendida volata di rimonta ha bruciato negli ultimi 50 metri il volenteroso Luis León Sánchez ed ha reso ancora una volta vani gli sforzi di Paolo Bettini, che nonostante fosse alla ruota dell'atleta della Karpin Galicia, nulla ha potuto per contrastare la sua progressione. Il 28enne di Bilbao comunque non lo si scopre oggi, se è vero che nelle scorse stagioni ha raccolto un po' di successi sparsi tra i suoi Paesi Baschi (all'Euskal Bizikleta però), Asturie, Castilla y León, a cui si aggiungono anche alcune buone prestazioni al Giro di Svizzera 2006 e la vittoria ottenuta oggi a Viana, in quella che era la più lunga delle sei frazioni della gara con i suoi 195 km, non fa che riproporlo come corridore completo.
Tra l'altro ora sarà molto interessante vedere come agirà nelle prossime tappe, in cui si deciderà la corsa, proprio la Karpin, che in classifica ad un tiro di schioppo da Contador può ancora vantare anche Ezequiel Mosquera.
Chi invece ha sognato a lungo in questa giornata è stato Morris Possoni, animatore di gran parte della frazione insieme all'olandese Paul Martens, con quest'ultimo che ha definitivamente alzato bandiera bianca dopo un dritto con relativa scivolata nei pressi del primo passaggio sul traguardo di Viana, a una quarantina di km dalla conclusione. Il bergamasco dell'High Road è stato a lungo leader virtuale in virtù degli appena 15 secondi di distacco da Contador ma la sua generosa azione è sfumata a poco più di 15 km dal traguardo, sulle prime irrisorie (e pare quasi un eufemismo definirle così) pendenze dell'Alto de Aguilar de Codes.
Prevedibilmente quindi sull'ultima asperità di giornata non succede nulla di rilevante e le uniche, per così dire, emozioni vengono da qualche atleta che decide di raggiungere il traguardo con maggiore tranquillità, vuoi per risparmiare energie, vuoi per una condizione non ancora ottimale (e difatti i vari Rujano, Lövkvist, Bertagnolli, Fothen vedranno la linea del traguardo solo 5 minuti dopo l'arrivo dei primi); giunti a questo punto l'unico modo per scongiurare l'arrivo in volata sarebbe quello di tentare l'assolo in discesa e questa soluzione sembra stuzzicare non poco l'inventiva di Luis León Sánchez prima e del duo José Luis Arrieta – Alexander Efimkin poi.
Col gruppo lanciato però è praticamente impossibile guadagnare un margine che possa costituire una garanzia e così prima del triangolo rosso dell'ultimo chilometro il tutto torna perfettamente nei ranghi. Chi però sembra aver ancora qualche cartuccia da sparare è Xavier Florencio, uno che spesso ha fatto dell'imprevedibilità il suo pezzo forte: lo spagnolo della Bouygues non se lo fa ripetere due volte e così, cercando anche l'aiuto della scia di una moto, parte deciso nell'ultimo chilometro con l'inesauribile León Sanchez che cerca di colmare disperatamente il gap.
Le ambizioni di Florencio si spengono poco dopo oltrepassato il cartello dei 200 metri al traguardo, ossia quando Sánchez lo passa a doppia velocità; il discorso vittoria purtroppo è rimandato anche per l'alfiere della Caisse d'Epairgne quando Herrero entra in scena per scrivere un finale già noto.
Dietro i primi 3 manca ancora il successo Duque, che giunge quarto seguito da Albasini e dalla consueta truppa italiana, formata nell'ordine da Rebellin (anch'egli caduto, fortunatamente senza conseguenze, nella tappa di ieri), Cunego e Nocentini. Da segnalare anche il ritorno al piazzamento di Astarloa (10°) e gli alcuni secondi di troppo (28 per la precisione) che Riccò accusa sul traguardo. Nella generale nulla si muove, con Contador che anche domani vestirà le insegne del leader.