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Celebrazione Posthuma - Belgio, Joost su Quinziato e Gaspa

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Eravamo già prontissimi a sventolare nuovamente con orgoglio il tricolore 365 giorni dopo il successo di Ballan, che fece da ideale prologo al successivo trionfo nel Fiandre ed invece? Ecco che ti arriva un olandesone che risponde al nome di Joost Postuma e che ha nelle prove contro il tempo, meglio ancora se brevi, il suo ideale terreno di caccia, a strozzare in gola l'urlo di gioia dei nostri e a prendersi così la sua personale rivincita alla Tre Giorni di La Panne che nel 2007 lo vide al posto d'onore ad una manciata di secondi proprio da Ballan.
Accade così che l'alfiere della Rabobank, squadra che, grazie al florido vivaio, non smette di proporci atleti interessanti, va a prendersi tutto nella seconda semitappa a cronometro che come di consueto va a chiudere la breve corsa a tappe belga rifilando 15 secondi al redivivo Backstedt (anche se ormai sta diventando una consuetudine vedere maglie Slipstream nelle prime posizioni di una cronometro), 16 secondi ad un Devolder in passato vittorioso a La Panne ma uscito presto di scena ed ancora tutto da decifrare in chiave Fiandre, e 19 secondi a George Hincapie, uno che sogna sempre di lasciare il segno nella Settimana Santa del Nord.
Come detto però chi mastica amaro sono i nostri atleti: Manuel Quinziato, ottimo terzo classificato nella prima frazione e che in virtù delle sue doti da cronoman un pensierino al successo finale ce lo stava facendo ma che invece è costretto a restare con il suo magone lungo lo spazio di appena 2 secondi.
Mastica amaro però soprattutto Enrico Gasparotto e non potrebbe essere altrimenti: dopo una già notevole collezione di piazzamenti sparsi tra Laigueglia, Lugano, Tirreno-Adriatico, il biondo di Sacile aveva deciso che era finalmente giunto il momento di cancellare quello zero nella casella delle vittorie ed è così che a Zottegem, dopo aver fatto il diavolo a quattro sul Berendries, finalmente il meritato successo era stato messo in cascina per un tris tutto nostrano davanti a Luca Paolini, che quest'anno il Fiandre sarà costretto a guardarlo in tv, e al sopracitato Quinziato. Tappa e maglia di leader e la consapevolezza di una condizione che, considerati i miglioramenti in salita e la sorte finalmente benevola dopo i vari imprevisti che avevano fatto scivolare un po' dietro le quinte il ragazzo, capace di vincere con tanti saluti a Pozzato il titolo italiano al primo anno da professionista, in prospettiva Fiandre e Gand-Wevelgem potrebbe veramente regalare a noi e alla Barloworld delle belle soddisfazioni.
Una maglia di leader conservata dal “Gaspa” senza problemi fino al pomeriggio di oggi, con l'intermezzo di due frazioni dedicate alle ruote veloci ed in cui si è riproposta l'interessante sfida tra Mark Cavendish e Francesco Chicchi, già iniziata sul lungomare di San Benedetto del Tronto alla Tirreno ma che questa volta premia per ben 2 volte il britannico che viene dall'isola di Man, la cui eccellente condizione gli ha permesso tra l'altro di incamerare anche una bella maglia iridata su pista nel Madison la scorsa settimana. Per Chicchi comunque l'ulteriore conferma di un buon momento che lo sta portando a frequentare maggiormente i piani più alti degli ordini d'arrivo.
Tornando a Gasparotto, se nel primo intertempo c'era ancora la speranza di poter festeggiare, questa è pian piano svanita verso il traguardo, con quei 34 secondi di gap pagati a Posthuma che significano terzo posto finale con un margine di 8 secondi dall'olandese. In casa Lampre se Ballan, per sua ammissione un po' troppo attendista nella prima frazione, ha probabilmente scelto di non spendere tutto in previsione di domenica e chiude la Tre Giorni in settima posizione a 53 secondi, non si può non essere soddisfatti e far risaltare l'ottima prestazione di Simon Spilak, già in bella evidenza alla Parigi–Nizza, che aggiunge il 5° posto finale e nessun timore reverenziale verso i muri al suo avvio di stagione più che positivo.
Non scoprono le carte né Leif Hoste nè Tom Boonen, praticamente invisibili in queste giornate, ma pensando al Fiandre non si riesce proprio a credere che se ne staranno a guardare anche lì.

Vivian Ghianni



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