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Bentornato Koppenberg - Cresce l'attesa per il Fiandre

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Festeggiare la Settimana Santa due settimane dopo Pasqua per i belgi non è certo un’anomalia, tant’è che domani il Giro delle Fiandre, seconda prova di un insulso ed insensato ProTour, darà il via alle danze nell’Inferno del Nord.
Sarà innanzitutto il Fiandre dei ritorni. Ritorna infatti dopo un anno di riposo e riassestamento della pavimentazione il mitico Koppenberg, uno dei 17 muri (forse il più difficile, sicuramente all’inizio il più selettivo) che dev’essere scalato quando i corridori avranno già 195 km nelle gambe (264 i km da compiersi). Prima che al Koppenberg fosse assegnato un anno sabbatico eravamo rimasti con Boonen negli occhi che lo risaliva in solitaria, una potenza ed una facilità disarmanti, sembrava pedalasse su delle scale mobili ed invece era su un muro in pavè che picchia veramente duro, con punte del 22%. Era l’uomo da battere in quell’edizione, ne fu il dominatore.
Quest’anno il parco partenti offre molte soluzioni possibili, seppure l’uomo faro sia comunque presente. Non si chiama Tom ma Fabian ed i due hanno in comune solo il fisico da marcantonio. La CSC ed il suo capitano Fabian Cancellara saranno infatti i più controllati di questo 92esimo Giro delle Fiandre, specie dopo il numero che il bernese ha piazzato in quel di Sanremo, due weekend fa. Ora, Cancellara è in ottima forma dal Giro di California, potrebbe trovarsi in calando essendo rimasto per ben più di un mese su standard molto elevati. E’ un’ipotesi, certo, ma se lo svizzero giocherà le sue carte come si deve potrebbe ripetersi la scena di Sanremo, cambierà solo il traguardo.
Il punto chiave della corsa - oltre al Koppenberg – sarà quasi presumibilmente il Muur, penultima asperità (l’ultima è il poco impegnativo Bosberg) di questa emozionante classica. Lì l’anno scorso Ballan sferrò il suo attacco al Re Boonen, che sul Kapelmuur finì letteralmente in croce e venne tagliato fuori dai giochi. Qui conterà la freschezza dopo 249 km di corsa dura più che la pendenza.
Quest’anno bisognerà inventarsi qualcos’altro, costringere la squadra più forte in gara (e forse al mondo) a lavorare da sola ed attaccarla fin da subito. La CSC infatti, oltre a Cancellara, si avvarrà di nordisti come O’Grady, Arvesen, Kroon, Bak e Breschel, solo per dire cinque nomi. Attaccarli allo sfinimento potrebbe essere un’alternativa all’arrivo solitario di Cancellara, che nel 2007 in questa gara cercò invano di anticipare il gruppo con una fuga a breve gittata e dalla scarsa efficacia.
Stupido sarebbe non considerare il vincitore uscente Ballan che potrà avvalersi dell’esperienza di Baldato e della freschezza dello sloveno Simon Spilak, un’arma da giocare in caso di crisi del campione veneto.
Qui in Belgio, come si può notare, le squadre non hanno portato al seguito un barbiere per i corridori. Ecco così spiegata la presenza di tante doppie punte, specie nelle corazzate che vorranno (e potranno) portarsi a casa questo Giro delle Fiandre come Liquigas, Quick Step e Silence – Lotto. Pippo Pozzato potrà contare infatti sul preziosissimo aiuto del crossista Franzoi, uno che sa come padroneggiare il mezzo, oltre che di Quinziato, uscito ottimamente dalla 3 Giorni di La Panne, e Corioni, che al Nord si sono sempre ben comportati. La Quick Step punterà tutto su Boonen (specie dopo il forfait di Bettini) con Devolder, Steegmans e De Jongh a coprire. La Silence – Lotto annovera tra le proprie fila il tre volte piazzato Leif Hoste: sicuramente la squadra lavorerà perché il suo uomo non venga ricordato come il Boogerd del pavè, ossia eterno secondo. Pronti a rispondere ”presente” in caso di défaillance di Hoste sono Gardeyn (che però non sembra essere in ottime condizioni fisiche), Tjallingii ed il gioiellino Van Avermaet, un giovane forse non in grado di vincere una classica monumento ma capace già di imporsi in corse inferiori. Da non sottovalutare inoltre la Barloworld di Gasparotto e Baden Cooke ed i gasatissimi (specie dopo la Sanremo) Nuyens e Gilbert, che sembrano esser giunti alla stagione della verità.
Un occhio di riguardo (ma solo da Aigle) andrà ad André Greipel, che vorrà guadagnare qualche briciola per incrementare la sua attuale leadership nel ProTour, sebbene le caratteristiche del percorso non siano compatibili con quelle del giovane velocista della High Road. Due occhi di riguardo andranno invece ad un altro ritorno, se così si può chiamare. Il ritorno nell’Olimpo del ciclismo (seppur per un breve periodo) dell’Astana, che schiererà ai nastri di partenza due draghi del Nord come Tomas Vaiktus e Vladimir Gusev, i quali al Fiandre 2007 fecero rispettivamente 5° e 6°, lottando fino all’ultimo per cercare di riacciuffare la testa della corsa. Li si è già visti belli in palla a La Panne e l’abilità sui muri unita alla rabbia agonistica di questo team per l’esclusione da parte di ASO e RCS da tutti i loro appuntamenti potrebbe essere determinante quindi non ci stupiremmo affatto di vedere un giovane talento come Gusev lottare per il podio. Il condizionale è indotto dal fatto che questi ragazzi hanno disputato davvero poche corse nel 2008 e potrebbero non farsi trovar pronti al momento opportuno anche se la voglia di dimostrare che sono ben presenti nel panorama ciclistico mondiale è davvero tanta.
Attenzione al meteo, perché se in Italia ci stiamo godendo il primo tiepido sole non è lo stesso per il Belgio. Le previsioni per domani ipotizzano qualche spruzzo qua e là e temperature invernali, con le minime a 2 gradi e le massime a 6. Sicuramente il fattore meteorologico potrebbe rendere la corsa più spettacolare (dove la spettacolarità non è data dal maggior numero di cadute, sia chiaro!) e mischiare le carte in tavola come in una tormenta di neve.
I candidati alla vittoria di domani, dunque, sono molti ma certo è che verrà marcato stretto e seguito anche al bagno (e qui, per una volta, non c’entrano i controlli a sorpresa) dagli avversari il solo Cancellara, l’uomo del momento. Far sì che la sua CSC e lui stesso giungano al Muur, o comunque nelle fasi calde della gara con poca lucidità sarà compito degli avversari. Di certo se il bernese avrà ancora nelle gambe la forza per compiere l’acuto sanremese non ci sarà che da lottare per la piazza d’onore, mentre discorso diverso potrà farsi se Cancellara sarà come quelle canzoni che vincono il Festival senza però incassare un soldo al botteghino.
I grandi “se” del ciclismo, gli interrogativi sulla condizione del favorito numero uno e la possibilità di venire smentiti (o meno) rendono questo sport e renderanno la corsa di domani ancora più avvincente.



Francesco Sulas

 

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