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Très Sprick, très chic - Langkawi, il francese primo leader

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Può una corsa a tappe di 9 giorni trovare il suo compimento già al termine della prima frazione? Può. Può se dopo appena 40 chilometri, e dopo innumerevoli tentativi di fuga andati frustrati, dal plotone si muovono 19 uomini in rappresentanza di 16 delle 25 squadre presenti. Per le altre, di colpo, è come se scendesse la notte: recuperare diventa difficile, e anche se alcuni (nello specifico: la CSF di Reverberi) ci provano in tutti i modi, se poi non giunge una mano da chi è nelle stesse condizioni (leggi: l'AG2R, anch'essa rimasta fuori dall'azione del giorno), gli attaccanti risultano ugualmente imprendibili.
In breve, questa è la cronaca della prima tappa del Tour de Langkawi 2008. 19 attaccanti molto convinti della loro azione, e tra questi nessun nome immediatamente rilevante. Un solo italiano, Nosotti (della NGC), ma altri tre rappresentanti delle squadre di casa nostra: Sobal per la Tinkoff, e Ivanov e Jackson Rodríguez per la Serramenti Diquigiovanni. Con loro, i francesi Marino e Sprick, lo spagnolo César Veloso, il sudafricano McLeod, gli australiani Matt Wilson, Bernard Sulzberger, Dempster e Docker.
L'accordo tra i battistrada è talmente perfetto che, non appena la CSF, stremata dal lavoro per ricucire e dal sole a picco sulla Malesia, tira i remi in barca, il vantaggio della fuga prende proporzioni apocalittiche. Al traguardo di Kepala Batas il cronometro conta oltre 23' di ritardo per il gruppo che era atteso ad un'emozionante sfida in volata (tra i tanti velocisti presenti, primo tra tutti Loddo, acclamatissimo plurivincitore un anno fa), e invece si riduce a prendere atto di un rovescio inaspettato.
23' sono un'era geologica, nel ciclismo, e non essendoci un Bartali capace di sovvertire certe situazioni (e sono pure passati 60 anni dal 1948), risulta fatale che a giocarsi la vittoria finale nel Langkawi di quest'anno saranno i 19 che si sono avvantaggiati oggi: non tutti riusciranno ad arrivare a Kuala Lumpur, e sicuramente più di qualcuno perderà terreno in classifica: ma tra i fuggitivi di oggi ci sarà senz'altro almeno un uomo in grado di tenere fino alla fine.
Tra tutti, i riflettori vanno puntati senz'altro su Matthieu Sprick, 26enne della Bouygues Telecom che con un allungo nel finale ha anticipato i compagni di fuga e ha conquistato la prima vittoria in carriera in una corsa professionistica (il precedente, datato 2004, riguarda una gara open), e con essa, ovviamente, la maglia di leader della classifica.
Nosotti si è comunque comportato molto bene, centrando un terzo posto che si veste anche di qualche rammarico, visto che il ragazzo aveva deciso di incollarsi alla ruota di Rodríguez, partendo dal presupposto che almeno uno dei due uomini della Diquigiovanni avrebbe provato la stoccata; e invece è stato Sprick a partire e ad arrivare, e Nosotti si è dovuto accontentare di sprintare per la seconda piazza, facendosi battere dal giovanissimo Docker, ma restando l'unico italiano in grado di poter sperare in una buona classifica.
In tutto ciò, a gongolare è Gianni Savio, che probabilmente tiene i baffi per poterci ridere sotto. Fino a ieri il team manager della Diquigiovanni era semidisperato per il taglio della tappa di Genting Highlands (si arriverà ben più in basso, perché in cima alla località - che è una sorta di Las Vegas malese - non si può arrivare a causa della presenza di tantissimi turisti accorsi a festeggiare il Capodanno Cinese): Savio si era portato tre scalatori (Serpa, Rodríguez e Ochoa) proprio per puntare a quella tappa, e non sapeva più che farsene.
"Dovremo inventarci qualcosa prima", aveva confidato, e infatti già alla prima occasione la Diquigiovanni piazza in classifica due uomini in grado di giocarsi il successo finale.
Domani a Sitiawan dovrebbe essere volata, ma del resto doveva esserlo pure oggi. Se non qualche fuga naif, almeno il vento (siamo sul litorale, e spira forte da tutte le direzioni) potrebbe continuare a scombinare i piani di molti corridori; o perlomeno di quelli che non si scioglieranno al caldo.

Marco Grassi



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