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Scirea: «Ecco la Liquigas» - Pozzato, Bennati e tanti giovani

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La Liquigas, dopo una stagione piena di successi, deve fare i conti con la partenza del suo pezzo forte, Danilo Di Luca, ma intanto si "coccola" Monsieur Les Champs Elysées, Daniele Bennati e la folta pattuglia di giovani dal sicuro avvenire come Nibali, Agnoli, Kreuziger e Cataldo, oltre alla conferma di un fuoriclasse come Pippo Pozzato. Una squadra che sembra sicuramente attrezzata per le classiche di inizio stagione, un po' meno per il Giro, l'anno scorso dominato sin dalla cronosquadre in terra sarda. Mario Scirea, al suo secondo anno come ds, ci parla degli obiettivi del 2008 in casa Liquigas e della gestione oculata del prezioso vivaio verde-blu.
Leviamoci subito il dente più doloroso: la partenza di Danilo Di Luca. Cosa ha spinto le due parti a questa scelta? Questioni di budget, incompatibilità o scelta tecnica, visto anche i tanti giovani che scalpitano e che hanno fatto già intravedere le loro qualità nella scorsa stagione?
«La partenza di Di Luca non è data dal nostro volere, ma da esigenze di squadra, di budget, non certo da scelta tecnica. Ci dispiace molto perdere un corridore così, ma abbiamo un bel parco giovani da valorizzare, da far crescere con calma e nel corso della stagione daremo loro la giusta importanza. Quest'anno penso sia anche l'ora, a 30 anni, di dare l'occasione a Franco Pellizotti di correre da capitano il Giro d'Italia».
Avete già deciso dove indirizzare i corridori da classifica nei Grandi Giri?
«Senza dubbio, per il nostro sponsor, la corsa a tappe più importante sarà il Giro, dove ci piacerebbe fare una buona classifica con Pellizotti. Nibali sarà con lui a dargli man forte nelle tappe più impegnative e ad accumulare esperienza per gli anni a venire. Al Tour, e probabilmente anche alla Vuelta, l'uomo da classifica sarà Beltrán, che ama queste corse, con l'obiettivo della top-ten. Probabilmente sarà affiancato da Kreuziger, che correrà senza nessun assillo, per "assaggiare il clima", e da alcuni cacciatori di tappe, sulla falsariga dello scorso anno. Verosimilmente ci sarà Pippo Pozzato, anche se con lui ancora non abbiamo parlato (Pozzato sarebbe arrivato il giorno dopo in ritiro, ndr), mentre Daniele Bennati, con tutta probabilità, sarà dirottato sul Giro, che non ha mai corso».
Quindi per Nibali solo il Giro?
«Valuteremo le sue condizioni alla fine del Giro e se ne sarà uscito bene prenderemo in considerazione l'ipotesi di portarlo al Tour, anche se, ripeto, l'obiettivo primario per lui sarà il Giro».
L'organico Liquigas di quest'anno a prima vista sembra fatto su misura per le classiche di inizio stagione, dalla Sanremo alla Roubaix, passando per Fiandre e Gand, ma anche Het Volk e Harelbeke, nelle quali sarete una delle squadre di riferimento. La contemporanea presenza di Pozzato e Bennati sarà un vantaggio o potrebbe portare qualche problema di convivenza in seno alla squadra?
«Sicuramente per noi sarà meglio averli entrambi che uno solo. La presenza contemporanea di Pippo e Daniele, attorniati da gente forte come Petito, Quinziato, Franzoi e Trenti può fornirci un'imprevedibilità che sicuramente ci porterà dei vantaggi a livello tattico. Poi nei finali, oltre ad una buona dose di fortuna, starà anche ai ragazzi e a noi ds capire chi è il più forte quel giorno e appoggiare lui con tutte le nostre forze. Toccherà delle volte a Pozzato, altre a Bennati, senza dimenticare che, con fughe da lontano ben assortite come l'anno scorso a Roubaix, anche gli altri avranno, in maniera diversa, le loro carte da giocare. Il modello da seguire sarà la nazionale di Stoccarda di Ballerini, compatta e vincente e con corridori disposti ad aiutarsi l'un l'altro, senza mettersi i bastoni tra le ruote».
Pozzato e Bennati faranno tutte le classiche di inizio stagione fino alla Roubaix?
«Sicuramente per Sanremo e Fiandre ci saranno entrambi, poi è probabile che Daniele faccia la Gand e Pippo la Roubaix. Ripeto, questi due ci faranno vedere grandi cose».
Sulle Ardenne invece a chi toccherà raccogliere il pesante testimone di un vincente come Danilo Di Luca?
«Ripetere la stagione trionfale dello scorso anno sarà molto difficile. Gli uomini più importanti saranno Pellizotti e Nibali, che l'anno scorso hanno corso bene in appoggio a Danilo. Il non avere l'uomo da battere, se correremo con intelligenza, potrebbe anche essere un vantaggio per noi».
In linea di massima quale sarà il calendario delle vostre ruote veloci Bennati, Chicchi e Fischer?
«Il nostro organico è di 29 corridori e i giorni di corsa saranno circa 250. Capite bene che quasi sempre ci troveremo a fare una doppia attività, a volte anche tripla, e per noi sarà abbastanza semplice indirizzare un velocista in forma verso ogni corsa che disputiamo. Bennati ha espresso il desiderio di fare il Giro e vedremo di accontentarlo. Chicchi dovrà partire forte già in Qatar, dove puntiamo su di lui, per poi far bene in Europa, dal Costa degli Etruschi in poi. Ripeto, tutti avranno le loro occasioni, starà a loro farsi trovare preparati».
Analizziamo un po' la stagione scorsa di Pozzato: ad alti livelli per lunghi tratti della stagione, un po' mancato nei momenti importanti. All'Het Volk ci aveva impressionato per come aveva scherzato con Boonen, ma poi impalpabile a Sanremo, al Fiandre così così, ancora fuori dai giochi che contano a Wevelgem e a Roubaix, anticipato al Campionato Italiano dove era uno dei più forti. Bilancio salvato con la bella vittoria al Tour, ma ancora poco brillante nel finale di Amburgo. Ad agosto e settembre sono arrivate le vittorie, ma in corse di secondo piano. Secondo lei Pippo soffre davvero della "sindrome da leadership" nelle grandi occasioni, che qualche suo detrattore gli attribuisce, o questi sono stati episodi sfortunati o casualità?
«La stagione 2007 ci ha mostrato un Pozzato competitivo e vincente in primavera, in estate e in autunno e questa, secondo me, è una cosa molto importante. Nei due precedenti anni alla Quick Step aveva sì vinto Amburgo (2005) e Sanremo (2006) ma, per motivi che ignoro, per il resto della stagione si era visto poco. Quest'anno credo gli sia mancata la ciliegina sulla torta, la classica, ma non possiamo dire che Pippo non potrà mai vincerle, anche perché ha già dimostrato il contrario nella sua carriera. Anche per quanto riguarda la "sindrome da leadership", al Tour Pippo ha smentito chi dice questo. La squadra quel giorno ha lavorato compatta per lui lungo l'ultima salita per portarlo nelle condizioni migliori in volata, e lui si è assunto tutte le responsabilità ed ha regalato ai suoi compagni una bellissima vittoria. E non dimentichiamoci che il ragazzo ha solo 26 anni».
Pozzato potrà mai vincere una Roubaix o questa corsa è diventata per soli specialisti?
«La Roubaix è una corsa troppo particolare dove contano moltissimi fattori, non ultima la fortuna. Personalmente lo ritengo più adatto al Fiandre, ma questo non vuol dire che un giorno non si potrà trovare a lottare per vincere una Roubaix, chissà...».
La Liquigas ha all'interno del suo organico corridori under 23 molto forti come Kreuziger, Cataldo, il nuovo arrivato Agnoli e lo stesso Nibali che 23 anni li ha compiuti qualche giorno fa.
«Il nostro obiettivo è solo farli crescere con tranquillità. Non si chiede loro di vincere le corse, a quello ci penseranno gli altri. Ogni anno inseriremo nel loro calendario qualche corsa più impegnativa, ma solo per farli maturare e far fare loro esperienza. Il futuro della Liquigas sono loro e sarebbe un peccato sciupare le qualità che hanno chiedendo loro troppo fin da subito, magari con il rischio di bruciarli: Cataldo è un corridore che ancora deve trovare la sua dimensione, sicuramente va forte nelle corse in linea, ma sappiamo che ha anche doti di fondo e recupero per le corse a tappe. Quest'anno è stata una piacevole sorpresa per noi e sono convinto che ce ne riserverà altre; Agnoli l'ho conosciuto da poco, ha tanta voglia di correre dopo quello che gli è successo l'anno scorso con la squadra, ma anche lui deve stare calmo e sono sicuro che ci dimostrerà il suo valore; Kreuziger è un piccolo fenomeno, ma lui ha già capito la filosofia della squadra ed è molto entusiasta dei nostri progetti per lui per la prossima stagione; Vincenzo lo conosciamo già tutti e quest'anno al Giro partirà alla pari con Franco Pellizotti e, inoltre, gli faremo fare esperienza anche nelle classiche più dure, dove credo possa fare veramente bene».
Cosa pensa del nuovo calendario Pro Tour, che vi porterà a dover correre per forza il Tour Down Under, ad esempio?
«Quest'anno hanno stravolto il calendario internazionale cercando di renderlo meno europeo. L'UCI ci ha fatto queste proposte, anzi, ci ha imposto queste modifiche che, sinceramente, non condividiamo. Sicuramente la classifica Pro Tour sarà notevolmente falsata da questo calendario e premierà un corridore sì forte, ma non completo come negli anni scorsi. Dal canto nostro, però, ci dobbiamo adattare e abbiamo già stilato una bozza di programma per essere competitivi un po' in tutti gli appuntamenti, a partire da gennaio, con la tripla trasferta in Qatar, Sudafrica e Australia».

Giuseppe Cristiano

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