Sarà proprio amore vero? - Benna e Pozz guidano la Liquigas
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Informale: parola d'ordine di tutta la due giorni Liquigas, perfetta per definire la presentazione ufficiale del team 2008. Una scelta, quella di dar vita ad una cerimonia ben poco ufficiale e incravattata e invece molto simile ad una festa, che è risultata molto felice e particolarmente adatta a celebrare con ottimismo ed allegria l'inizio della stagione agonistica.
La presentazione, che ha avuto luogo il 9 gennaio nell'auditorium dell'Hotel Savoy Beach di Bibione, è così vissuta soprattutto del dialogo tra corridori e staff del team Liquigas e gli organi di stampa seduti in platea, al fianco delle autorità locali, tra cui il sindaco di San Michele al Tagliamento e Bibione Sergio Bornancin, e dei vertici delle due ruote italiane, presenti con il presidente della FCI, Renato Di Rocco, e il coordinatore delle Nazionali italiane, Franco Ballerini.
Dopo la premiazione del giornalista Eros Maccioni, vincitore della breve cronometro riservata alla stampa, tenutasi poco prima (sulla quale il sottoscritto preferirebbe stendere il classico pietoso velo), è quasi d'obbligo volgere lo sguardo alle soddisfazioni del 2007, con la proiezione di un videoclip, che spazia dai successi di Di Luca a Liegi e Giro a quelli di Cataldo al Tour de l'Avenir, passando per le sei vittorie di Pozzato e le quattro di Nibali. Un totale, senza dubbio ragguardevole, di trentotto affermazioni di squadra, con ben quindici atleti diversi (la metà esatta del roster 2007) ad aver tagliato il traguardo a braccia alzate nel corso della scorsa stagione.
Inevitabile quindi che il primo degli obiettivi fissati dal presidente di Liquigas Sport Paolo Dal Lago sia quello di ripetersi sui livelli del 2007, una sfida cui Dal Lago unisce l'impegno a collaborare con le altre componenti del mondo del ciclismo per risanare le ferite aperte in questo sport da anni di contrasti interni. Il pensiero va così ai problemi e alle contraddizioni legati al Pro Tour e alla sua gestione: «La verità è che ci incontriamo soprattutto in una crisi di obiettivi, in un momento in cui non ci si riesce a focalizzare su soluzioni concrete e condivise da adottare».
Le considerazioni introduttive lasciano quindi posto alla vera e propria presentazione della rosa per la stagione 2008: s'inizia con i nuovi arrivi Agnoli, Bodnar, Corioni, Curtolo (già pro' con la Liquigas nel 2006 e al rientro dopo un anno tra i dilettanti), Franzoi e Santaromita, passando poi ai confermati rispetto all'annata scorsa. L'onore d'essere chiamati sul palco per ultimi tocca alle punte di diamante designate per la stagione incipiente: il vincitore di San Sebastián, Bertagnolli, quindi Nibali, Pozzato, l'altro neo-acquisto Daniele Bennati e Pellizotti, raggiante padrone di casa.
Con la partenza di Di Luca, proprio Pellizotti viene indicato come il "faro" per le principali corse del 2008, in primis ovviamente il Giro d'Italia: «Avete visto tutti cos'ha fatto Franco al Giro dell'anno scorso - appunta il team manager Roberto Amadio - Il podio sarebbe stato assolutamente alla sua portata, ma ha saputo sacrificarsi per la squadra e per Di Luca. Quest'anno partiremo con lui e Nibali come capitani, ma non dobbiamo dimenticare che Vincenzo è ancora molto giovane e senza dubbio le maggiori aspettative saranno legate alla maturità e alle qualità di Pellizotti».
Qualcuno degli addetti ai lavori storce il naso, notando come la partenza di Di Luca non sia stata bilanciata da un nuovo ingaggio di spessore per le corse a tappe. Si fanno i nomi di Menchov, Savoldelli, Piepoli, al che Amadio replica scherzosamente: «E perché non pensare a Kakà?»; quindi chiosa: «Il valore di Danilo è indubbio, ma ciò non toglie che il livello tecnico del team 2008 è altissimo e in grado di decidere le sorti del Giro 2008, a prescindere da chi poi conquisterà la vittoria finale».
La presentazione dello staff tecnico – insieme al team manager ci sono i direttori sportivi "storici" Zanatta, Scirea, Chiesa e Mariuzzo e la new entry Paolo Slongo, cui sarà affidata la cura della preparazione atletica – viene accompagnata dal dibattito su un altro tema caldo in casa Liquigas, ovvero la possibile rivalità interna tra Pozzato e Bennati. Anche su questo punto Amadio è estremamente chiaro: «Anche nel passato ci sono state squadre, e di una io stesso sono stato parte, in cui correvano più campioni dalle caratteristiche simili, o che comunque potevano giocarsi la vittoria in una stessa corsa. Filippo e Daniele sono due ragazzi professionali ed intelligenti: la loro convivenza non sarà un problema, ma una ricchezza per il team; anzi, dirò di più: se dovessi gestire anche Bettini e Boonen, sarei ancora più contento».
La parola passa quindi ai corridori: mattatore il veterano Andrea Noè, con la sua grande schiettezza. L'atleta lombardo innanzittutto smentisce le voci su un suo ritiro a fine stagione, rimarcando invece la volontà di partecipare all'edizione del centenario del Giro d'Italia, nel 2009; quindi non viene meno al soprannome di "brontolo", bacchettando un po' i giovani, rei di non dar retta ai consigli dei più esperti: «Se Nibali m'avesse ascoltato un po' di più l'anno scorso, avrebbe potuto ottenere molte più vittorie...».
Vengono quindi svelate le divise per la nuova stagione, indossate da Pellizotti, Bennati e Pozzato. Quest'ultimo, entrato in scena portando in braccio Bennati, a sottolineare anche "scenograficamente" la volontà di collaborazione con lo sprinter aretino, fa il punto sui grandi obiettivi stagionali: «Sanremo, Fiandre e Mondiale sono tre appuntamenti importantissimi, impossibile stabilire un ordine di preferenza. Vincere tutti e tre sarebbe un sogno, ma se a fine stagione avessi centrato anche uno solo di questi obiettivi, beh, non potrei che essere più che soddisfatto».
Prima di chiudere, c'è il tempo per un intervento del presidente Di Rocco, che torna sulle difficoltà del ciclismo a livello globale e si dimostra ottimista sulla possibilità di arrivare ad una svolta nel corso del 2008: «C'è un vasto movimento di rinnovamento nel mondo delle due ruote, è un movimento che viene dal basso, da buona parte degli operatori, e che invece non è coordinato dall'alto, dall'Unione Ciclistica Internazionale, dove da tempo le cose non si fanno per bene. La nota positiva, intanto, è che l'Italia è tornata ad occupare il centro della scena a livello di risultati, un ruolo che storicamente le appartiene».