Lo Squaletto affila i denti - Nibali 2008: tra Giro e (forse) Tour
Versione stampabileCon l'altro siciliano Visconti e il modenese Riccò, Vincenzo Nibali forma il tris d'assi del vivaio italiano. Finora forse lui è quello che ha vinto meno, ma in più di un'occasione ci ha dato mostra del suo indiscutibile talento, ad esempio mettendo in fila indiana il gruppo salendo verso Montevergine al Giro d'Italia o, a 22 anni ancora da compiere, conquistando una vittoria prestigiosa come il GP Ouest France-Plouay con un'azione davvero pregevole negli ultimi chilometri. Va molto bene a crono, in salita è sempre tra i migliori e in volata non è fermo: su di lui sono rivolte le attenzioni di tutti per il futuro delle grandi corse a tappe, soprattutto del Tour de France, dove gli pronosticano duelli con i quasi coetanei Thomas Dekker e Andy Schleck. Quest'anno ha corso spesso in appoggio a Danilo Di Luca, cogliendo comunque, nel giro di due giorni, una prestigiosa doppietta in terra toscana (GP Industria&Artigianato di Larciano e Giro di Toscana) nella settimana precedente al via della corsa rosa. Ha assaggiato la maglia azzurra come riserva a Stoccarda nella gara in linea, ma da titolare per la crono ed è stato tra i selezionati da Ballerini anche per il test event sui percorsi olimpici, prova, se ce ne fosse bisogno, che il tecnico toscano ha molta fiducia nel corridore messinese.
Vincenzo, come giudichi la stagione che si è appena conclusa?
«Sicuramente per il team è stata una stagione ottima e anche a livello personale, tutto sommato, la giudico positivamente. Sono stato costante tutto l'anno, ho vinto delle belle corse anche se mi è mancata la vittoria di qualità come a Plouay 2006. Nel complesso sono soddisfatto anche perché credo di essere stato utile alla squadra in più di un'occasione».
Come hai reagito alla partenza di Danilo Di Luca? Più spazio ma più responsabilità... E comunque è partito un corridore che poteva darti tanto a livello di esperienza...
«Sì, Danilo ci ha dato tanto e mi dispiace che sia andato via. L'anno scorso abbiamo lavorato tanto per lui ma per me è stato un onore anche perché ci ha ripagati vincendo corse molto importanti come la Liegi e il Giro. Quest'anno, insieme a Franco Pellizotti, cercherò di battagliare per la classifica al Giro che rimane il mio principale obiettivo per la stagione, e spero di riuscire a mettere a frutto anche l'esperienza che ho accumulato l'anno scorso correndo per Danilo».
Gli addetti ai lavori parlano di Nibali principalmente come un futuro corridore da corse a tappe. Che rapporto hai, invece, con le corse di un giorno, con le classiche?
«Le classiche delle Ardenne mi affascinano molto, devi stare sempre davanti, cogliere il momento giusto, ci vuole un niente a perderle. Per vincerle invece devi conoscerle bene, non si vincono al primo colpo e nemmeno al secondo. Quest'anno salterò la prima parte e correrò solo la Liegi che, delle tre, è quella che mi si addice di più. Senza Danilo, anche lì io e Franco avremo più spazio e, anche se non partiamo da favoriti, proveremo a fare una bella gara e, perché no, a vincere».
Quale sarà il tuo cammino di avvicinamento al Giro?
«A grandi linee seguirò la preparazione dello scorso anno che è stata ottima, magari ritardando di qualche giorno le date in quanto lo scorso anno a inizio Giro andavo veramente troppo forte e un po' ho pagato il conto nella seconda settimana. Alla fine del Giro, con i tecnici, valuterò se sarà il caso di andare a provare anche il Tour».
In effetti quest'anno ti abbiamo visto brillante nelle corse toscane nei primi giorni di maggio, poi una bella prima settimana con la maglia bianca e quel numero salendo verso Montevergine, poi in affanno nella seconda settimana ma sei ritornato a ridosso dei primi nei tapponi delle Tre Cime e dello Zoncolan dove hai dato un grosso aiuto a Danilo. E, a conferma delle tue doti per le corse a tappe, un'ottima crono finale chiusa addirittura davanti a Di Luca...
«Sì, sono stato sorpreso piacevolmente dal mio recupero nella terza settimana, dopo che nella seconda avevo sofferto tanto anche per qualche caduta, oltre che per un calo di condizione. Nelle salite importanti dell'ultima settimana mi sentivo sempre meglio e a Bardolino sono andato veramente forte. Vedremo che saprò fare quest'anno, io credo che farò molto bene...».
Tu che hai provato i percorsi olimpici a crono e su strada, come li valuti? Possono essere alla tua portata?
«Il percorso della crono ha ben poco da spartire con una cronometro classica. C'è tanta salita e la media generale sarà molto bassa. Sicuramente non è per specialisti. Il percorso in linea ricalca un po' quello della crono, ma secondo me si rivelerà più facile del previsto perché dalla fine della salita all'arrivo c'è una discesa molto veloce che favorisce chi arriva da dietro e penalizza chi eventualmente farà il vuoto in salita».
Un pensierino a Varese?
«Quest'anno è stata una bellissima esperienza essere lì con Bettini, Pozzato, Cunego e tutti gli altri. Per ora non ci penso ma, a seconda di come andrà la stagione (partecipazione o meno al Tour), la maglia azzurra potrebbe essere un obiettivo, in appoggio ai capitani. Poi nei prossimi anni verrà il turno mio e dei miei coetanei e ci faremo trovare pronti».