L'affHondo decisivo - Langkawi, a Danilo la prima volata
Nell'attesa di spaccare (sportivamente) Hondo, Alberto Loddo vorrebbe spaccare il mondo. Il giorno che tanto attendeva, quello della prima volata di questo Langkawi 2008, è arrivato, ma lui non è stato invitato alla festa. O meglio, gli hanno impedito di partecipare, in un modo o nell'altro: un po' la strada che si restringeva ai 350 metri (lui sapeva che la strettoia era ai 100), un po' l'affollamento esagerato dovuto anche ai tanti velocisti asiatici che cercano un posto al sole, fatto sta che il cagliaritano si è ritrovato chiuso e non ha praticamente potuto fare lo sprint.
Avrebbe vinto? Chi lo sa. Quel che si sa di sicuro è che Danilo Hondo, alla prima occasione valida, ha ripagato la fiducia di Gianni Savio, che gli ha dato una maglia della Diquigiovanni e l'incarico di essere il suo velocista. Il tedesco ha vinto a Batu Pahat la quarta frazione di un Tour de Langkawi che continua a vedere il francese Sprick in maglia gialla di leader della classifica, e che prosegue il suo cammino in un bagno di folla emozionante: migliaia di spettatori sulle strade, tantissimi bambini agghindati come nel giorno di festa. Ecco: festa. È la parola adatta per descrivere tutto ciò: il ciclismo è e sempre sarà una festa, un evento popolare che porta un sorriso in ogni angolo di mondo in cui passa, toccato da una magia che nemmeno la dirigenza più sfigata dell'universo (ovvero quella in carica) riuscirà a scalfire.
Ma lasciamo da parte le lacrime di commozione, perché dobbiamo raccontare una frazione in cui gli italiani (sia i corridori che le squadre) sono stati protagonisti dall'inizio alla fine. Per esempio animando varie fughe: anche nell'azione principale della giornata, nata a circa 100 km dal traguardo, eravamo rappresentati da due uomini: Francesco Tomei (della Csf) ed Enrico Rossi (Ngc Medical), e quest'ultimo era il più forte allo sprint del gruppetto che comprendeva anche gli australiani Simon Clarke e David George (che ha vinto il Langkawi due anni fa).
I cinque sono andati talmente bene da arrivare fino all'ultimo chilometro con la tangibile possibilità di riuscire ad eludere il ritorno del gruppo. E siccome il plotone (tirato tutto il giorno dalla Tinkoff di Loddo) era lì pronto a fagocitare i 4, prima Rossi e poi Tomei hanno provato ad anticiparne il ritorno: il lucchese è arrivato veramente a un soffio dal centrare il primo successo da professionista: ripreso a nemmeno 300 metri, non ha potuto far altro che guardare gli altri lanciare la volata.
E tra questi altri c'era anche il suo giovane compagno di squadra Mauro Richeze, fratellino del più famoso Maximiliano, che è partito lunghissimo per guadagnare posizioni, ma ha tenuto ottimamente, tanto da prendere quasi la ruota di Hondo, che però in quel momento (ai 150 metri) ha a sua volta preso il volo risultando così irraggiungibile.
Al terzo posto, bravo a inserirsi nel treno della Diquigiovanni, si è piazzato Marco Corsini, a sua volta compagno di Rossi: per dire che Csf e Ngc hanno monopolizzato il podio oltre che la fuga; e però a cogliere il frutto maturo dall'albero è quel volpone di Gianni Savio. Il quale, lo ricordiamo, ha anche due uomini sempre in classifica (Jackson Rodríguez e Ruslan Ivanov), a pochi secondi dalla vetta. Eppoi qualcuno si chiede perché lo chiamano "il Principe".