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Janez in rosa, sogno rubato - Brajkovic: «Volevo venire al Giro»

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Sembrava destinato a un 2007 da sballo, Janez Brajkovic, 24enne sloveno che veniva da un 2006 in cui si era piazzato benissimo in corse difficili e importanti come il Giro di Svizzera o quello di Catalogna, e in cui si era messo in evidenza anche alla Vuelta: del resto, passisti della sua qualità, forti a cronometro ma capaci di prestazioni importanti anche in montagna, non si trovano facilmente, tantopiù in età così giovane. Invece il 2007, dopo un promettente inizio, non ci ha restituito un Brajkovic all'altezza delle aspettative: un anno di transizione in attesa di un riscatto con la nuova maglia dell'Astana? Ne parliamo proprio con Janez.
Jani, dopo uno strepitoso 2006, il 2007 è andato come ti aspettavi?
«Sinceramente la stagione non è andata come avrei voluto. La prima parte è stata anche positiva, ma la seconda no, a causa di una combinazione di sfortuna, infortuni e malattie».
Qual è il tuo ricordo migliore del 2007, quindi?
«Credo di poter dire che è stato il Tour de Georgia, che ho vinto: è stata un'esperienza straordinaria, con ragazzi come Levi Leipheimer che hanno lavorato per me aiutandomi a centrare il successo».
Quest'anno il passaggio dalla Discovery Channel all'Astana, anche se lo staff è lo stesso: hai notato qualche differenza nel cambio di casacca?
«Semplicemente l'Astana è un team completamente nuovo, che non ha niente in comune con la vecchia Astana, e che ha l'intero impianto di staff e corridori provenienti dalla Discovery: ci conosciamo bene a vicenda, e sappiamo bene cosa aspettarci e come funzioneranno le cose sotto la guida di Johan Bryneel».
Con tutte le vicende ciclo-politiche attualmente in atto di cui è fatta oggetto la nuova Astana, che forma sta prendendo il tuo calendario?
«Il tutto non è ancora molto chiaro, proprio a causa dei fatti che si stanno susseguendo in queste settimane [l'Astana è stata praticamente bandita da molte corse importanti a causa delle scorse vicende di doping, malgrado lo staff sia totalmente cambiato rispetto al passato, ndr]. Il mio programma in teoria prevedeva Tour of California, Tirreno-Adriatico, Critérium International, Circuit de la Sarthe, Tour of Georgia e Giro d'Italia. Ma temo proprio che non potremo prendere parte a tutte queste corse».
Non puoi quindi fissare sin da ora un obiettivo per la tua stagione?
«Come ho appena detto, purtroppo ciò non è possibile, perché non è molto chiaro il programma di gare che seguirò. Vedrò il da farsi corsa dopo corsa, basandomi su quello che mi diranno le mie gambe».
Il Giro d'Italia ha rifiutato per ora - e forse definitivamente - l'Astana. Che cosa pensi di quest'esclusione?
«Ovviamente per me si è trattato di un grande shock, perché puntavo veramente a incentrare la mia stagione sulla corsa rosa. Ma devo guardare avanti, penso comunque che nel calendario ci siano tante corse in cui poter dimostrare le mie potenzialità».
Tu fai parte di una nuova generazione di corridori che si sta impadronendo della scena nelle corse a tappe e di cui fanno parte Andy Schleck e Alberto Contador, che hanno già vinto o si sono piazzati sul podio in un grande giro. Quando pensi che potrai far loro compagnia in questo ristretto club?
«Diciamo che non ho fretta, non c'è bisogno di essere precipitosi: non voglio fare il passo più lungo della gamba, ma penso che i progressi vadano fatti passo dopo passo. Ho ancora tanti anni di carriera davanti a me, e quindi c'è tutto il tempo per ottenere i risultati di Schleck o Contador. Certo, sarei bugiardo se dicessi che non mi piacerebbe centrarne qualcuno già in questa stagione, ma so che sarà difficile. L'unica cosa che posso dire con assoluta certezza è che sono motivato come mai prima d'ora».

Mikkel Condé
Traduzione Marco Grassi



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