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Anche fuori non si ride - Disoccupati stranieri: la situazione | Cicloweb

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Anche fuori non si ride - Disoccupati stranieri: la situazione

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Non sono bastati i ripetuti colpi di mercato (e di scena) della High Road e nemmeno la fusione tra LPR e Tenax, con tanto di doppio acquisto (Savoldelli e Di Luca) a svegliarci dal torpore di un inverno ciclistico che certo non sarebbe restato memorabile. Serviva lui, "il Re Leone" Mario Cipollini che, alla soglia dei 40 anni, si rimette in gioco con un team statunitense, la continental Rock Racing, di cui sarà corridore e responsabile in Europa. L'intenzione è far crescere il team, che ha già nel roster gente del calibro di Santiago Botero, Tyler Hamilton, Victor Hugo Peña ed Oscar Sevilla insieme a tanti giovani, cercando di arrivare nei prossimi anni ad Ivan Basso ed ai fratelli Schleck. Obiettivo dichiarato: far sì che la Rock Racing (squadra sponsorizzata da Rock&Republic, la linea di jeans appartenente a Victoria Beckham) diventi il più forte team al mondo nell'arco di cinque anni. Indubbiamente questo è stato uno dei grandi colpi di mercato - e di marketing (soprattutto) - dell'inverno.
Ma al di fuori dall'Italia ci sono stati altri contratti firmati, certamente con meno zeri e minor visibilità rispetto a quelli riservati al Re Leone. Ed in questo gioco di incastri, scambi, firme e passaggi al professionismo sono restati al palo, senza contratto, parecchi corridori, talvolta per il ritiro in blocco della formazione con cui gareggiavano, oppure per via della riduzione del budget, a causa dell'uscita di scena di un importante sponsor.
Partiamo dagli States, dove appunto s'è accasato Cipollini. Non si può dire che negli Stati Uniti vi sia una gran cultura ciclistica, e solo con Greg Lemond, ma soprattutto Lance Armstrong e le sue sette vittorie al Tour, un'intera nazione dedita a football, hockey, basket e baseball si è decisa a seguire ed investire nel ciclismo. Il punto di riferimento per gli USA era, fino all'anno passato, la Discovery Channel. Con l'abbandono del colosso e la migrazione di molti corridori, direttori sportivi ed il team manager verso l'Astana, sono venuti a crearsi tanti piccoli spazi per le altre formazioni a stelle e strisce che sono riuscite ad uscire dall'ombra. Si tratta per la maggior parte di squadre, come la sopra citata Rock Racing, che con quei pochi, ma buoni, acquisti cercano di ottenere un gran ritorno d'immagine, in attesa dei verdetti della strada e dell'esplosione di qualche giovane talento.
E così, anche la Slipstream-Chipotle dall'estate scorsa si è lanciata in acquisti ad effetto, ingaggiando tra gli altri Zabriskie, Danielson, Millar e Julian Dean e cercando di rilanciare dei talenti inespressi in Europa come Tyler Farrar e Trent Lowe, oltre al promettente irlandese Daniel Martin. Un'altra professional d'oltreoceano è la BMC Racing, che si è assicurata le prestazioni di un ex Discovery, Antonio Cruz, cognome da calciatore e passaporto statunitense, e del giovane Danilo Wyss, già stagista con la Saunier Duval.
Si direbbe che il ciclismo nordamericano sia in grande crescita, anche se probabilmente tutte le squadre minori degli States non farebbero una Discovery. Gli ex "postini" sono stati messi in vendita già dalla scorsa stagione. Eppure alcuni non hanno ancora trovato una squadra, ed altri hanno firmato un contratto soltanto pochi giorni fa. Tra quest'ultimi vi è il bravo cronoman Brian Bach Vandborg, accasatosi presso il team danese GLS–Pakke Shop, il cui team manager è Rolf Sorensen.
Altri, meno fortunati, non hanno trovato un'intesa economica con alcun team, e così il bravo velocista australiano Allan Davis (tra gli altri risultati del 2007 un 2° posto alla Milano–Sanremo) e l'esperto gregario Pavel Padrnos sono ancora alla ricerca di un contratto, anche se il primo ha corso nelle fila della propria nazionale il Tour Down Under ed ha già un'accordo di massima con la SouthAustralia.com, ma auspicherebbe - e come dargli torto - di meglio. Da notare che Davis, coinvolto agli inizi nello scandalo Operación Puerto, viene osteggiato dalla stessa Unione Ciclistica, che gli impedisce di trovare una sistemazione "adeguata" per il 2008.
Tornando al di qua dell'oceano, troviamo il team portoghese Benfica, dove corre da un paio d'anni l'ex gregario di Armstrong, José Azevedo. Quest'anno il roster sarà impreziosito dall'arrivo dell'ex Caisse d'Epargne Ruben Plaza, ma soprattutto dal lusitano Candido Barbosa, velocista spesso vincente nato a Rebordosa. Praticamente un acquisto in versi.
Restando nella penisola iberica ecco la Karpin Galicia, che vende due pezzi da novanta come Isidro Nozal, destinazione Portogallo e più precisamente Liberty Seguros, ed Eladio Jimenez, mentre si riscontra l'acquisto di molti giovani. La politica di Álvaro Pino, basata sulla linea verde, lascia "a piedi" il discreto cronoman Santos González ed il 35enne Marcos Antonio Serrano, fermo restando che la squadra punterà, per le corse a tappe, su quell'Ezequiel Mosquera che si è messo in ottima luce all'ultima Vuelta, piazzandosi 5° nella classifica generale.
Punterà sui giovani anche il Grupo Nicolas Mateos–Murcia, che l'anno scorso aveva tra le sue fila il giovane Benat Intxausti, ceduto alla Saunier Duval. Con molti neopro' in entrata non c'è posto per tutti, e allora ecco che i contratti non vengono rinnovati, così come accade nell'Extremadura, altra professional spagnola. Non ci si può infine dimenticare dell'Andalucía–Cajasur che, oltre ad un folto numero di neoprofessionisti, si è assicurata le prestazioni di gente che nel 2007 militava in squadre Pro Tour: parliamo dell'ex Saunier Duval Francisco Ventoso, che con questo nome non poteva che diventare un discreto velocista e del giovane e promettente Redondo, licenziato dall'Astana.
La professional francese Agritubel, dopo aver venduto il vincitore del Tour de l'Avenir 2006, Moises Dueñas, alla Barloworld, punta forte sui giovani Romain Feillu, Steven Caethoven e Geoffroy Lequatre (anche se in verità questi ultimi due sono del 1981, quindi non più di "primo pelo") per gli arrivi in volata, magari con il "fantasmino" Jimmy Casper a far loro da chioccia e quella vecchia volpe di Christophe Moreau come ciliegina sulla torta, da consumarsi preferibilmente durante le corse a tappe. Non ci sarà spazio, in questa ed in altre squadre (almeno per ora) per i ragazzi del '70, ovvero gli spagnoli Manuel Calvente e Juan Miguel Mercado (che vinse una tappa al Tour 2006 e che sembrava in procinto di tornare in patria, nell'Andalucía), il basco José Alberto Martínez Trinidad (che pure non aveva fatto male in corse importanti come il Critérium Internacional) ed il francese Denis Robin.
Nel nord Europa, il riferimento principale, subito dopo la corazzata Rabobank, è la Cycle Collstrop di Jacques Hanegraaf. L'ex team manager della Unibet.com, di fronte all'abbandono dello sponsor ed alla "svendita" di tanti componenti, ha attinto dal proprio vivaio oppure ha raccolto corridori che venivano esclusi da una fusione (Marco Marcato e Borut Bozic della LPR) o, ancora, ha messo a segno due interessantissimi colpi, come l'acquisto del passista tedesco David Kopp, ex corridore Gerolsteiner che ama buttarsi nelle mischie delle volate, così come sa prendere in testa un tratto di pavè. Ancora per le classiche del Nord è stato acquistato dal Team Wiesenhof, che ha cessato l'attività, il tedesco con passaporto elvetico Steffen Wesemann, che nel 2004 si affermò al Giro delle Fiandre.
Non restano immobili le altre, come la Landbouwkrediet–Tönissteiner, che acquista dalla Silence–Lotto il velocista Tom Steels e lascia appiedato Jean-Claude Lebeau, per gli scarsi risultati ottenuti nelle ultime stagioni. La Mitsubishi–Jartazi (affiliata in Estonia, ma di matrice belga) cede il gioiellino Flahaut alla Saunier Duval e cerca di rigenerare un corridore, ma prima di tutto un uomo, come Frank Vandenbroucke.
L'olandese Skil–Shimano, ceduti Tjallingii (alla Silence–Lotto) e Martens (alla Rabobank), guarda al futuro ed ottiene dalla formazione continental degli arancioni il giovane velocista Tom Veelers (che ha anche un'ottima attitudine per le classiche del Nord), e guarda all'Oriente, per via della partnership con Shimano, e vede arrivare il campione nazionale giapponese Fumiyuki Beppu, insieme ad un gruppo di neopro' del Sol Levante.
Tra le squadre tedesche e austriache la vera notizia dell'inverno, dopo il ritiro dello sponsor T-Mobile, è la chiusura del Team Wiesenhof, squadra degli ultimi due campioni del mondo tra gli Under 23 Ciolek e Velits (che ha trovato, con suo fratello, posto alla Milram), mentre il Team Volsbank s'è aggiudicato il velocista Olaf Pollack ed un'altra ruota veloce proveniente dalla High Road, André Korff. Dalla LPR arriva uno dei corridori elvetici più talentuosi degli ultimi decenni, a detta dei tecnici che l'hanno conosciuto bene: parliamo del giovane Andreas Dietziker. In uscita Gerard Trampusch (direzione Elk Haus-Simplon) e senza contratto molti ragazzi che, tra volti giovani e corridori affermati, non riescono a ritagliarsi uno spazio.
Dopo questa valanga di nomi e di sponsor (ma questi ultimi in quantità nettamente minore, purtroppo) alcune considerazioni: non possiamo non constatare che, in un movimento ciclistico tartassato com'è quello attuale, fanno mercato gli scambi di corridori tra due team o, nella maggioranza dei casi, la chiusura dei battenti di qualche formazione che vende tutti. E, in queste serrate repentine, capita non di rado che restino incastrati diversi corridori, a volte anche già ben affermati. Purtroppo, la tendenza generale ad associare il ciclismo al doping non può che allontanare molti sponsor dai team e se una T-Mobile, che esce di scena perché non vuole che la propria immagine sia danneggiata, trova nel patron Stapleton le risorse per continuare, non potrà essere così per realtà differenti come il team Relax–GAM, dove militavano i non certo sconosciuti Mancebo, Sevilla e Vicioso, tanto per fare tre nomi. Ma se questi e pochi altri sono riusciti ad accasarsi, così non è stato per la maggioranza del team iberico scioltosi a fine stagione: e tra nomi che forse conoscono soltanto gli addetti ai lavori, vi sono però corridori di un certo livello, basti pensare al ceco Jan Hruska, vincitore di due crono al Giro d'Italia 2000 e prima maglia rosa, o a quel Santi Perez che stupì con il 2° posto alla Vuelta 2004. Ma il caso più risonante riguarda il giovane Daniel Moreno, bravo nelle brevi corse a tappe iberiche (e non solo), bravo nelle corse in linea (va forte in salita, ma è anche piuttosto veloce), e in buona luce anche durante l'ultima Vuelta a España. Per lui si parlava di contatti (e contratti) con la francese Agritubel, ed anche se alla fine non resterà a piedi (ha avviate parecchie trattative), il fatto che un corridore del genere, assolutamente futuribile, sia ad inizio febbraio senza un posto certo in squadra, è assolutamente strano (e torniamo a bomba su Allan Davis).
Ma non servono le uscite delle "grandi firme" per lasciare a piedi tanti corridori, a volte basta solo l'abbandono di un secondo sponsor, e ciò non solo nelle squadre professional e continental. Tra i team Pro Tour, è fatto recente l'abbandono del co-sponsor Innergetic, che dal 2005 campeggiava sulle divise del team di Patrick Lefévère. Anche la Saunier Duval ha perso la sponsorizzazione di Prodir, cui però è subentrata Scott. Tra le professional, sparisce il main sponsor Chocolade Jacques, che quest'anno si chiamerà soltanto Topsport Vlaanderen.
Il divario economico tra le squadre Pro Tour e le altre si può notare analizzando i singoli brand ed associando i nomi a ciò che producono. Le Pro Tour si mettono per lo più in mano a grandi investitori come agenzie di scommesse, compagnie telefoniche e soprattutto banche. Il rischio che la società di turno decida di uscire dal ciclismo è alto, ma spesso alle spalle di ciò vi è un capace general manager (altrimenti non saremmo qui a parlare della High Road). Le altre squadre si arrangiano con chi crede in loro, anche solo per un anno, e nel frattempo cercano sponsor a destra e a manca.
Da questo circolo, in parte vizioso, non sembra esser possibile uscire; per questo la Rock Racing ha fatto un affarone a sé ed al ciclismo ingaggiando Cipollini. "Super Mario" non correrà il Giro (se non quello di California), non sarà competitivo come quando l'avevamo lasciato, ci mancherebbe, ma darà sicuramente alla squadra un ritorno d'immagine impensato ed impensabile fino a qualche mese fa, sia nelle vesti di corridore, sia nelle vesti di team manager, nei prossimi anni. In questo modo, la Rock Racing avrà (dovrebbe avere) le possibilità economiche per mettere a segno grandi colpi di mercato e al contempo far crescere giovani che in Europa sarebbero probabilmente lasciati a casa, senza nemmeno una bicicletta per potersi allenare.

Francesco Sulas



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