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Alla corte di Re Menchov - Le nostre pagelle della Vuelta 2007

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Menchov - 10

Solido a crono, inattaccabile in salita. Come nel 2005 fallisce l'attacco al Tour (il tanto gregariato per Rasmussen sembra esser stato un'ottima preparazione) e raddrizza la stagione trionfando alla Vuelta, ma stavolta si può anche godere il gradino più alto del podio. Nell'arco delle tre settimane non appare mai in difficoltà o nervoso: ha dalla sua una squadra che gli permette di gestire con tranquillità qualunque fase della corsa, ma soprattutto una condizione superiore a tutti quanti. Si accontenta di vincere ad Andorra, ma sul Cerler si garantisce un'alleato di lusso come Piepoli e del resto la tripletta di Freire lo mette al riparo da qualsiasi responsabilità in questo senso. Dominatore noioso, vien voglia di togliergli mezzo voto perché la concorrenza e soprattutto il percorso erano quelli che erano, ma glielo restituiamo per la progressione con cui ad Abantos ha fatto capire a tutti chi comandava.


Sánchez - 9,5

Vince in discesa (a Granada), in salita (ad Abantos) e a cronometro (a Collado Villalba): l'asturiano sa far tutto e si regala un terzo posto in generale che è anche il primo podio per un Euskaltel in un grande giro. Non è uno scalatore puro e soprattutto ci mette tempo a carburare; così, dopo Covadonga e Cerler si trova ad inseguire, ma dà vita a una terza settimana superba, coronata da una cronometro in cui, contro pronostico, rifila 12" a Menchov e soprattutto 19" ad Evans. Buona parte dello spettacolo offerto da questa Vuelta viene da lui, tra la folle picchiata verso Granada e lo scatto della tappa di Abantos. In stato di grazia, rischia di essere gran brutto cliente per Stoccarda.


Freire - 9

Trionfa tre volte in nove tappe; considerando che due erano di montagna e una era una cronometro, ha praticamente una percentuale di successi del 50%. Dà dimostrazione di strapotere sia in volata di gruppo (a Santiago e Logroño), sia su un percorso più duro come nella tappa di Reinosa, lasciando solo le briciole ad avversari di caratura come Bennati e Bettini. Logico favorito del Mondiale, turba da un po' i sonni di Ballerini, mentre a noi fa storcere il naso quando abbandona la compagnia un po' troppo presto, prima della decima tappa.


Sastre - 8,5

In salita è pari a Menchov, ma accusa troppo a cronometro. Ha il merito di movimentare la corsa e di provarci sempre: caparbio ed orgoglioso, tenta lo scatto ogni volta che può e nella frazione di Ávila s'inventa l'azione che gli garantisce il secondo gradino del podio, podio che riassapora dopo la quarta piazza al Tour. Sempre competitivo, meriterebbe di più, ma si scontra con un percorso che gli offre pochissime possibilità per pungere.


Bennati - 8,5

Dopo la doppia affermazione al Tour, con il tris sulle strade spagnole consacra quella 2007 come la migliore annata della sua carriera. Neo-ventisettenne, sembra avere ulteriori margini di miglioramento, soprattutto in ottica classiche e specialmente per quella Sanremo che quest'anno ha "ciccato" da semi-favorito. Meritava probabilmente la convocazione per Stoccarda, ma ha nella Parigi-Tours un obiettivo assolutamente alla sua portata.


Mosquera - 8

Debutta da trentunenne in un grande giro e ne diventa la grande sorpresa. Solido in salita, limita i danni a cronometro e si mantiene su ottimi standard per tutte le tre settimane: quinto, regala ai galiziani della Karpín un risultato di grande prestigio.


Petacchi - 8-

Fatica all'inizio a recuperare forma ed automatismi, inanella una bella doppietta nella seconda settimana, ma finisce due volte battuto da Bennati nella terza. Non è, comprensibilmente, il Petacchi del Giro, ma esce comunque bene da questa Vuelta e anche lui può guardare a Tours e al futuro con ottimismo.


Efimikin - 7,5

Voto al gran numero della tappa di Covadonga e alla caparbietà di rimanere nei primi della classifica nonostante non sia (o non sia ancora) un uomo da grandi giri. Porta la maglia quattro giorni e, con Pereiro fuori gioco e Karpets anonimo, diventa leader di una squadra tutta all'attacco e votata alla classifica per team. Assume questa responsabilità senza batter ciglio, ma finisce comprensibilmente in calando e nella tappa di Ávila si fa sorprendere dal trabocchetto teso da Sastre e dagli Euskadi. Resta comunque aggrappato alle piazze che contano e alla fine dei conti il suo bilancio è nettamente positivo.


Piepoli - 7+

Porta a casa uno dei pochi tapponi e dà la sensazione di essere l'unico a poter dare realmente filo da torcere a Menchov in salita. Dopo una crono neanche proprio disastrosa e con Marchante autoeliminatosi, sembra poter pensare al podio, o almeno a un piazzamento nei cinque, oltre alla maglia degli scalatori, ma diventa un'incompiuta. Le complicazioni post-parto della moglie lo riconducono precipitosamente a casa; scelta ineccepibile, per la serie: uomini prima che atleti.


Antón - 7+

Insieme a Piepoli e Sastre è tra i migliori scalatori della corsa. A ventiquattro anni, dimostra di saper cantare e portare la croce, perché corre più da gregario di Sánchez che da seconda punta, riuscendo comunque spesso ad arrivare tra i primi. Tenta persino di fare il colpaccio ad Andorra, dopo un'ascesa tutta in rimonta, ma viene stoppato da Piepoli; esce da questa Vuelta con un pregevole ottavo posto finale e soprattutto con una rinnovata fiducia nei propri mezzi, dopo la delusione del Tour.


Beltrán - 7

Dall'alto della sua esperienza, sa gestirsi come pochi. In salita è uno dei più forti, ma ad Ávila finisce con Efimkin nella tela ordita da CSC ed Euskaltel. Come Sastre, anche lui perde troppo a cronometro e anche lui ha il merito di provarci; a Granada sembra poter agguantare il successo, ma, ripreso da Sánchez in discesa, finisce per essere bruciato in volata dall'asturiano. Nono finale, bravo comunque. 

 

Klier, McCartney, Duque, Pérez Rodríguez - 7

 Nella Vuelta edizione 2007 c'è poco spazio per le fughe; bravi quindi questi quattro ad azzeccare l'occasione buona e a centrare il successo di tappa. Lo spagnolo celebra l'ultimo anno di carriera vincendo la tappa di Ávila con un colpo di mano che resterà tra i migliori gesti tecnici di questa Vuelta.


Zabel - 7

Timbra il cartellino a Saragozza e aiuta Petacchi. Il solito, intramontabile Herr Sanremo.


Barredo - 6,5

Altra sorpresa, si ritaglia un posto nella top ten con due prove consistenti a cronometro e regolarità in salita.


Bettini - 6,5

Cede a Freire a Santiago, ma pareggia a Luarca, prima che lo spagnolo allunghi. Si piazza in molti sprint – buon segno, considerando il lotto di specialisti del genere – e va in fuga in un paio di tappe di montagna, completando così un valido programma di avvicinamento al Mondiale.


Vanotti - 6,5

In fuga una quantità di volte impressionante, meriterebbe il risultato. Finisce in crescendo, tanto che mette il naso fuori anche nella tappa di Madrid.


Evans - 6+

Dopo il Tour ad altissimi livelli e alla luce del percorso, arrivava a questa Vuelta con i favori del pronostico, o quanto meno in una ristretta rosa di favoriti. Alla fine ha abbastanza deluso: mai in grado di impensierire Menchov in salita, perde anche terreno nella prima cronometro. Tra Abantos e la seconda crono, finisce per dire addio anche al podio e chiude con un quarto che è sì ottimo piazzamento, ma che è sicuramente al di sotto delle aspettative. Il merito è soprattutto quello di esserci e di concludere in un anno due grandi giri ai vertici.


Gilbert, Rebellin - 6

Altri due da tenere d'occhio per Stoccarda, si piazzano in qualche volata ed animano una bella fuga nella dodicesima frazione.


Moreno - 6

In evidenza a Granada e soprattutto ad Abantos, dimostra ottime qualità in salita e un bello spunto veloce, ma si gioca le ambizioni da top ten perdendo un'enormità nella prima cronometro. Forse avrebbe reso di più da cacciatore di tappe.


Karpets - 6-

Non pervenuto: finisce settimo in classifica grazie alle doti da cronoman e alla regolarità, ma riesce ad essere invisibile per tutta la corsa. Potenzialmente da podio, paga probabilmente una condizione approssimativa.


Devolder - 5,5

Rifiuta praticamente di partecipare al Tour per preparare questa Vuelta, ma in salita è nettamente inferiore rispetto ai migliori. Ha il merito e il coraggio di tentare la soluzione da lontano a Covadonga e nella prima cronometro si comporta egregiamente, ma dura un giorno in maglia amarillo e poco di più nei primi dieci; poi ci si mettono i problemi fisici. Nel complesso, un bel bagno di umiltà.


Cunego - 5+

Una caduta lo frena per almeno la prima metà di corsa, poi mette il naso fuori con decisione nella tappa di Granada. Tatticamente è una bella azione, ma fa cadere le braccia come si faccia saltare da Beltrán in salita e da Sánchez in discesa.


Pellizotti - 5

In evidenza solo nella tappa di Ávila, perde l'attimo fuggente e lascia a Pérez una tappa che avrebbe potuto far sua.


Boonen - 5

Decisamente inferiore ai migliori velocisti nelle prime sei tappe, incappa nella settima in una caduta che lo toglie ancor più dai giochi e gli consiglia di passare anche Stoccarda.


Gómez Marchante - 4,5

Partito anche lui con ambizioni di podio, perde 2'23" a Covadonga, ma soprattutto perde la bussola, perché invece di tentare una risalita alla Sánchez (che in quella tappa perde 6" più di lui) s'incaponisce in tentativi da lontano più avventati che coraggiosi, comunque sia fallimentari. Alla fine dimostra anche una forma così così e non riesce a mettersi in evidenza neppure quando è ormai fuori classifica.


Fothen, Caucchioli - 4

Non è stagione e se il primo ha almeno dalla sua l'età (e una tappa al Romandia), il secondo appare in deciso declino.


Percorso - 5

Alcune frazioni sono veramente ben disegnate, ma una terza settimana con solamente una tappa dura (Abantos, dura ma non durissima) ed una medio-difficile (Granada) è una novità di cui si faceva volentieri a meno.

Stefano Rizzato

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